Bologna, 15 maggio 2023 – Molto spesso si ha l’impressione e si è portati a pensare che molti regolamenti nascano a tavolino. E vengano poi calati nella realtà per creare una sorta di governance sportiva.
Questa volta – e finalmente aggiungiamo noi – si parte invece dai cavalli. O meglio dalle loro esigenze fisiche e dal loro ‘orologio’ biologico della crescita.
Nell’ultimo Sport Forum Fei di Losanna (24-25 aprile), con l’intento di promuovere l’etica dello sport e l’attenzione per il benessere del cavallo, si è dibattuto sulla possibilità di aumentare l’età minima dei cavalli nell’endurance internazionale.
L’idea è stata stimolata da valutazioni scientifiche e studi veterinari. Secondo gli esperti, l’età in cui i cavalli arabi raggiungono la maturità fisica è piuttosto tardiva. Il loro benessere di atleti, a lungo termine, dipende proprio dal grado di maturità fisica che hanno raggiunto quando entrano in lavoro.
Si passerebbe da sei a sette anni. Senza che ciò influisca nei regolamenti sulla qualifica di ‘novice’, livello che rimarrebbe aperto ai cavalli di età pari o superiore a cinque anni.
“Molti dei cavalli arabi che predominano nello sport dell’endurance non raggiungono la maturità fisica all’età di sei anni” si legge nella proposta della FEI. Dove si evidenzia anche che il cambiamento suggerito trova le proprie ragioni… “per proteggere i cavalli più giovani dal competere a velocità eccessive in CEI*”.
Nel dibattito che è nato dalla proposta della Fei, c’è chi ha suggerito, al posto della modifica dell’età minima dei cavalli, di valutare l’ipotesi di un limite di velocità per i soggetti più giovani. Altri hanno invece espresso preoccupazione per l’impatto che potrebbe avrebbe sugli allevatori un anno in più di mantenimento dei cavalli prima dell’ingresso nelle scuderie sportive.
Alla fine, il tavolo di lavoro dello Sport Forum ha lanciato un appello a tutte le federazioni affinché condividano i loro dati e le loro ricerche con la FEI per arrivare a una scelta il più condivisa possibile.
I motivi della Fei
Sarah Coombs (nella foto), veterinaria e vicepresidente del comitato FEI per l’endurance, ha spiegato le ragioni alla base della proposta. E ha accettato di prendere in considerazione l’idea di un limite di velocità per i cavalli che passano al CEI*.
«Guardiamo sempre ai nostri regolamenti attraverso la lente di ciò che è meglio per il benessere dei cavalli. Il dato emerso in tutte le discipline spiega che le eccessive sollecitazioni per produrre performance sportive tra i giovani cavalli accorciano la durata della loro carriera atletica. Cavalli diversi maturano a ritmi diversi. L’intervento della Fei deriva dal fatto che siamo consapevoli del fatto che quando un cavallo passa da una gara nazionale a velocità fissa alla sua prima CEI* si trova ad affrontare velocità più elevate. Il nostro desiderio è intervenire in questo delicato passaggio per proteggere gli interessi dei cavalli più giovani e, si spera, far sì che continuino a lavorare a lungo» ha chiarito la dottoressa Coombs.
Il dibattito rimane aperto e si attendono evoluzioni. Ma almeno si è iniziato a considerare il problema…