Roma, 31 gennaio 2017 – Rio 2016 ha rappresentato la quindicesima edizione dei Giochi Paralimpici. Tutto cominciò con il dottor Ludwig Guttmann, che ebbe una forte intuizione a Stoke Mandeville, mentre faceva giocare i soldati tornati con disabilità dalla seconda guerra mondiale. Guttmann riuscì ad inserire il tiro con l’arco come disciplina “para” ai Giochi di Londra 1948, tracciando le basi di quella che divenne una vera e propria Paralimpiade. Essa ebbe luogo nel 1960, a Roma, grazie al professor Maglio che coinvolse in tutto ben 400 atleti. Numeri oggi decuplicati, con un’edizione brasiliana a cinque cerchi che può raccontare di aver ospitato 4 mila e 300 atleti provenienti da 175 nazioni, per agguantare 528 titoli.
La storia delle Paralimpiadi ci insegna che l’idea di un singolo può diventare un movimento planetario e, nel caso specifico, un esempio forte alla portata di tutti, normodotati e non.
Con questo spirito è nato “Henable”, cooperativa sociale che si occupa dello sviluppo di soluzioni abilitanti e reinserimento delle persone disabili nella realtà sociale e lavorativa. Henable, presieduta da Ferdinando Acerbi, new entry olimpica degli ultimi Giochi, ha lanciato il progetto “Atleti Speciali”, piattaforma integrata che offre servizi di promozione agli atleti affetti da disabilità.
Tra le numerose sfide che “Atleti speciali” si pone, emerge l’idea di una community ricca di storie uniche che parlano di veri e propri percorsi eroici. Non manca il senso pratico, con servizi di assistenza alle famiglie per la ricerca di strutture sportive idonee, e il crowdfunding finalizzato alla raccolta fondi per gli atleti.
Sono presenti tutti gli sport paralimpici, anche l’equitazione. Riguardo a quest’ultima, alcune aziende di settore sono entrate nel progetto sostenendo gli azzurri del paradressage e dedicando all’obiettivo “Tokyo 2020” una percentuale del ricavato ottenuto dalla vendita dei prodotti marchiati “Atleti speciali”.
E’ già nata, dunque, una sinergia a confermare la certezza che una singola idea crea movimento e più voci fanno un coro.
“La disabilità – ha dichiarato Ferdinando Acerbi – come qualsiasi cosa, può e deve essere affrontata. La passione è la leva principale per poterla sconfiggere, la passione ti dà la forza di poterti divertire svolgendo un lavoro,di trovare lati positivi nei piccoli insuccessi quotidiani e di trasformarli in piccoli mattoncini verso la vetta. La passione non ti fa sentire la stanchezza, ma ti rende fiero di essere stanco”.
Comunicato Stampa Atleti Speciali