Torino, 2 settembre 2019 – La squadra piemontese ha appena vinto l’ultima edizione delle Ponyadi Kep Italia, tenutesi all’ippodromo militare Generale Giannattasio di Roma dal 28 settembre al 31 agosto 2019, migliorando quindi la già ottima prestazione dello scorso anno che l’aveva vista arrivare seconda dietro lo squadrone lombardo.
Inevitabile quindi chiedersi cosa c’è dietro il trend positivo made in Piemonte: ne parliamo con Giacomo Borlizzi, da quattro anni e mezzo alla guida del comitato regionale.
Presidente, come vi sentite dopo questa trasferta romana?
«Siamo contentissimi del risultato acquisito: come ben sa eravamo già arrivati vicini nel 2018, e lo considero un premio a tutto il nostro comitato regionale che si prodiga nella promozione. Abbiamo creato progetti insieme, ho la fortuna di avere validi collaboratori che mi affiancano e mi sopportano. Il lavoro viene così condiviso, con grandi risultati».
Come vi premierete dopo questo successo?
«Offrendo opportunità di miglioramento ai ragazzi: proprio in questo momento mi sto recando al Centro Ippico Albese, abbiamo organizzato uno stage con il tecnico Barnabas Mand. Piuttosto che distribuire magliette e altri gadget, preferiamo investire sul futuro dei nostri piccoli atleti: e così facciamo contenti loro, i genitori e anche gli istruttori».
Quanti ragazzi avete portato a Roma?
«Una ottantina di ragazzi, questi sono i nostri numeri. Avevamo fatto un grande investimento, ma il risultato ha premiato il lavoro svolto durante l’anno: noi paghiamo le iscrizioni dei ragazzi e i box dei pony, e diamo anche un piccolo contributo per il trasporto».
Cosa c’è dietro il primo posto nel medagliere delle Ponyadi 2019?
« Tanto impegno: durante l’anno noi facciamo due trofei regionali (uno tra primavera ed estate, l’altro tra autunno e inverno), puntiamo specialmente a curare il settore ludico che è quello che poi fornisce la materia prima per tutte le discipline e premiamo i migliori binomi portandoli alle Ponyadi. E per tutto questo devo dire un grazie importante ai miei collaboratori ed in modo particolare al mio vicepresidente, Carlo Fontanella: lui con i pony ha un feeling particolare, se lei pensa che tre anni fa eravamo quasi a zero in questo settore e siamo cresciuti sino ad arrivare alla medaglia d’oro di Verona e a questo ultimo risultato romano può ben capire la qualità del lavoro svolto. Oltre a lui possiamo poi contare sul colonnello Salvatore Oppes, il cui nome non ha bisogno di presentazioni».
Ma noi facciamo ugualmente un piccolo ritratto del colonnello Oppes: quattro medaglie d’oro ai campionati militari di equitazione, otto volte allo CSIO di Piazza di Siena, inutile cercare di contare Gran Premi e altri concorsi internazionali ai quali ha partecipato questo figlio e nipote di eccellenti cavalieri come erano il padre Antonio e lo zio Salvatore, entrambi Carabinieri con una medaglia olimpica a squadre ciascuno all’attivo con Antonio bronzo a Roma nel 1960 e Salvatore argento a Stoccolma nel 1956.
Ci racconti il ruolo del colonnello nel vostro team, e le qualità che più apprezzate in lui.
«Prima di tutto Salvatore Oppes è una persona squisita, con una cultura equestre e una maniera di fare accattivante, che sa invogliare i ragazzi nella giusta direzione. Poi le sue doti umane, unisce una competenza tecnica profonda ad una umiltà che serve di esempio a tutti, si mette a disposizione di ognuno ed è riuscito in poco tempo a creare un amalgama così bello nel nostro gruppo, ha una bellissima corrispondenza con i ragazzini, sa farsi valere ma è anche capace di ascoltare, cosa rara oggigiorno. E’ davvero una fortuna poterlo avere con noi».
Un giudizio finale su questa edizione delle Ponyadi:
«Devo dire che, a parte qualche piccolo problema durante le premiazioni, anno dopo anno questa manifestazione stra crescendo oltre ogni aspettativa. Tanto di cappello a chi sta dimostrando di saper gestire un evento di questo genere, tutto è filato alla perfezione senza intoppi, nonostante il grande caldo tutti erano contenti, non c’è stato nessun ritardo. Per cui complimenti all’organizzazione, credo che la federazione stia veramente facendo cose positive e interessanti».
La sensazione più bella provata alle Ponyadi?
«Sentirci una squadra, sono situazioni in cui si diventa un unicum ed è bellissimo dare il giusto valore anche a questo, perché lo sport così ci fa veramente sentire di fare parte di una grande famiglia».