Milano, 30 dicembre 2016 – Una Federazione commissariata, afflitta dai debiti e sull’orlo del collasso: sembrava impossibile riuscire a invertire il trend eppure in appena due anni tutto è cambiato.
La Fise (Federazione Italiana Sport Equestri), guidata da Vittorio Orlandi, è uscita dalle secche della crisi, ha sistemato i conti, ha messo in cantiere progetti ambiziosi, ha collezionato medaglie e risultati che danno lustro e prestigio all’Italia a cavallo.
Il 23 gennaio è chiamata a votare per rinnovare i propri vertici. Per le candidature ufficiali bisognerà attendere il 2 gennaio, ma una cosa è certa: Orlandi, medaglia di bronzo nel salto a ostacoli a squadre alle Olimpiadi di Monaco ’72, raccoglie la sfida per proseguire nel suo cammino da presidente e padre nobile di uno sport che vive altalenanti fortune.
E lo fa con concretezza, come testimoniano i numeri. Il primo bilancio consuntivo della gestione Orlandi, eletto nel marzo del 2015 dopo due anni di commissariamento, ha visto un avanzo di gestione di 2,2 milioni di euro, un milione oltre le aspettative concordate nel piano di rientro.
Nell’ultimo triennio è stato ridotto il deficit patrimoniale da 8,9 a 5,3 milioni. Gli iscritti sono aumentati del 4%, mentre i contenziosi sono calati da 56 a 26.
Pagati anche premi e debiti arretrati agli atleti tesserati per 900 mila euro. Sistemati i conti, Orlandi pensa a diffondere l’equitazione nelle scuole: «Abbiamo dialogato con il Ministero dell’Istruzione e ne è scaturita una collaborazione di cui vado orgoglioso. Permettere ai bambini di appassionarsi è un passo importante per la crescita di uno sport, troppo spesso considerato elitario e inaccessibile».
Saranno coinvolti circa 5000 ragazzi di cui – secondo la stima di Orlandi – almeno 250 potranno proseguire nell’esperienza equestre. Non solo: nuovo impulso al cavallo da sella italiano. I migliori soggetti potranno restare in Italia grazie all’intesa con il Ministero dell’Agricoltura rivolta ai giovani cavalli made in Italy. Quelli più promettenti saranno proiettati nella carriera agonistica, affidati a cavalieri di livello, portati avanti con pazienza e determinazione. Duecentomila euro all’anno – resi disponibili da Fise e Mipaaf – per vederli sbocciare e affermarsi. «Il nostro desiderio – spiega Orlandi – è mettere un freno allo sfruttamento in favore di una crescita agonista armoniosa gestita dalla Federazione».
I risultati per i giovani cavalli arriveranno ma intanto il carnet delle vittorie azzurre si arricchisce sempre di più: 21 medaglie solo nel 2016 conquistate in Campionati Europei e Mondiali delle varie discipline, un record per l’Italia.
«Molto è stato fatto – dice Orlandi – ma tanto c’è ancora da fare. Ed è per questo che voglio andare avanti. Le basi sono state gettate ma servono continuità, passione, perseveranza».
Qui per le informazioni sulla Assemblea Ordinaria Elettiva del 23 gennaio 2017 ad Assago, Milano
Agenzia ANSA di Daniela Simonetti