Bologna, mercoledì 16 dicembre 2020 – Poco meno di un mese fa si è svolta a Losanna l’Assemblea generale online della Fei, dalla quale si aspettavano importanti decisioni atte a sostenere gli sport equestri che stanno vivendo un momento difficilissimo tra cancellazioni di eventi, complicazioni dei trasporti e quant’altro. In quei giorni un talk-show online su questo stesso nostro sito internet aveva dato la parola su questi argomenti a prestigiosi personaggi del salto ostacoli quali Rodrigo Pessoa, Emilio Bicocchi e Giulia Martinengo Marquet, affiancati dal selezionatore azzurro Duccio Bartalucci e da Eleonora Ottaviani, direttrice dell’International Jumping Riders Club.
Nella trasmissione tutti loro avevano evidenziato e dibattuto le difficoltà di partecipazione alle poche gare rimaste in calendario, la quasi-impossibilità nell’acquisire punteggi da parte dei cavalieri che non sono tra i primi trentacinque della computer list, le sperequazioni a favore di questi ultimi e sempre maggiori problemi per tutti gli altri. Tutto questo – avevano sottolineato – in un contesto di grande incertezza rispetto ai grandi eventi già confermati dalla Fei, ossia i Giochi Olimpici a Tokyo (questi in realtà confermati dal Cio) e il Campionato d’Europa di salto ostacoli, entrambi questa estate. Incertezza perché il Covid non è ancora vinto e, sebbene i vaccini siano in arrivo, nessuno può garantire con sicurezza assoluta che cosa succederà di qui al mese di agosto. Dunque i cavalieri, e più in generale tutti gli addetti ai lavori, si trovano senza conferme circa gli obiettivi su cui tarare la preparazione dei cavalli e la gestione della stagione 2021.
E’ ovvio che ai cavalieri e agli organizzatori servono punti fermi sui quali impostare la prossima stagione: la preparazione olimpica deve iniziare al massimo entro la fine di marzo, hanno lasciato capire, perché i test su cui basarla sono le Coppe delle Nazioni che iniziano ad aprile. Non si può andare all’Olimpiade senza preparazione adeguata, e altresì sarebbe un disastro ancora peggiore prepararsi per mesi gareggiando in Nations Cup per poi veder cancellato all’ultimo momento l’evento a cinque cerchi.
Circa i tempi è chiara e anche giustificata la ‘prudenza’ della Fei nel prendere qualsiasi decisione, non possedendo la bacchetta magica per sapere quando la pandemia comincerà a decadere. Ma se questa prudenza è comprensibile rispetto al lungo periodo, fa scalpore il quasi totale immobilismo rispetto al momento presente, giacché dall’Assemblea generale Fei non sono scaturiti provvedimenti utili, e i pochi rimedi adottati stanno risultando ininfluenti. La critica generalizzata che da più parti viene mossa alla Federazione Equestre Internazionale è che in tempi di pandemia, con il calendario agonistico devastato dalle cancellazioni e ridotto a pochissimi Csi a due stelle (su cui peraltro si riversano tutti i concorrenti che prima avevano a disposizione decine di appuntamenti di tutti i tipi), non possono valere le stesse regole che valevano in tempi pre-Covid.
Per delineare al meglio il panorama generale abbiamo sentito alcuni cavalieri del salto ostacoli, la disciplina più martoriata dalle contingenze (il completo ha risentito meno perché si svolge solo all’aperto, e la stagione agonistica 2020 ha potuto svolgersi praticamente intatta) e anche Duccio Bartalucci, responsabile della nazionale di salto ostacoli. Cominciamo proprio da lui.
DUCCIO BARTALUCCI – Il tecnico azzurro si confronta continuamente con i cavalieri su tutto il territorio nazionale e ha il polso della situazione: «Dall’Assemblea Fei di Losanna non è arrivato alcun provvedimento utile a sostegno del nostro sport in questo momento di crisi. Né riguardo alle sperequazioni nell’assegnazione dei punteggi ranking, né riguardo le difficoltà di partecipazione dei cavalieri alle poche gare rimaste, tranne i soliti top 35 che i punteggi peraltro li avevano già acquisiti. Circa l’incertezza sul futuro vale quanto ho già spiegato in diverse occasioni: entro marzo-aprile bisogna sapere per certo se queste Olimpiadi si faranno o meno. Ma se la situazione resta come ora, farle a porte chiuse e con le attuali difficoltà di movimento porrebbe oggettivamente delle criticità enormi, che potrebbero anche non essere superabili. Se ad aprile si comincerà con le Coppe delle Nazioni, preludio ai Giochi e al Campionato d’Europa, allora avremo qualche speranza di arrivare a Tokyo. Ma se ad aprile comincia a ‘saltare’ qualche Csio, allora casca l’asino perché i binomi non possono affrontare un evento così impegnativo come i Giochi senza un corretto avvicinamento. E non si può rischiare che succeda la stessa cosa già capitata per la finale della Nations Cup di Barcellona, cancellata all’ultimo momento. Di qui ad allora tutto rimane quasi surreale. Per quanto riguarda i cavalieri azzurri, nel 2021, che è già alla porta, alcuni svolgeranno attività agonistica nei concorsi in Spagna e Portogallo, gli altri nei nostri Toscana Tour di Arezzo, nei meeting di Gorla, Cattolica e via dicendo».
PIERGIORGIO BUCCI – Il neo-campione d’Italia e già medaglia d’argento continentale a squadre a Windsor 2009, risiede e si allena in Olanda. Il suo è un punto di vista ad ampio raggio, dunque particolarmente interessante: «In questo momento si fa fatica a porsi obiettivi, questa incertezza è molto pesante. Mi sarei aspettato che la Fei modificasse alcuni regolamenti per permettere una maggiore partecipazione agli eventi e per allargare il numero dei qualificati ai Gran Premi. Sta succedendo la stessa cosa che già l’anno scorso andava lamentando Eric Lamaze (il canadese campione olimpico a Pechino 2008, n.d.r.): con le regole attuali basta una toccata e non sei fra i qualificati per il Gran Premio (40 ammessi nei cinque stelle, 50 nei quattro e 60 nei tre, n.d.r.). Cosa cambia, per la Fei, in questo momento in cui le poche gare sono affollatissime, incrementare questi numeri e consentire a più cavalieri di disputare il Gran Premio? Io ho cavalli che hanno bisogno di fare queste gare, parlo di Casago, Cochello e Naiade, più altri tre che stanno crescendo. Senza gare utili è difficile, e qui non parlo solo per me, decidere quali cavalli portare all’Olimpiade, quali al Campionato d’Europa, eccetera. Questi problemi li hanno tutti i cavalieri, italiani e stranieri. Poi adesso che è scattato il lockdown in Germania e Olanda gli eventi sono ancora meno e tutto si è complicato ulteriormente. La Fei non è né elastica né ricettiva in queste cose. Senza gare un cavallo giovane ritarda di un anno la sua carriera, uno già maturo l’anno lo perde».
JUAN CARLOS GARCIA – Cavaliere capace di vincere una medaglia d’argento a squadre nel Campionato d’Europa sia di salto ostacoli sia di completo nello stesso anno e a brevissima distanza di tempo l’una dall’altra (Windsor e Fontainebleau, entrambe nel 2009), Garcia risiede e si allena in Belgio. «Ormai in Belgio organizzano solo gare a due stelle, cui si iscrive una marea di cavalieri di alto livello perché in Germania e Olanda è stato dichiarato il lockdown. Risultato: in un due stelle trovi gli stessi cavalieri che di solito gareggiano nei cinque, c’è una concorrenza enorme e dunque per qualificarsi al Gran Premio è difficilissimo, serve fare zero ed essere molto veloci, anche perché il numero dei partecipanti in GP è prestabilito. Regola troppo stretta direi, di questi tempi. Restano fuori campioni olimpici e mondiali, che si devono allenare per quegli eventi. Dall’Assemblea di Losanna mi aspettavo qualche modifica alle regole per favorire lo sport e la preparazione dei cavalli, dato che a questo servono le gare. Invece niente. I pochi organizzatori di eventi rimasti ora in Belgio sono gli unici che ci guadagnano. Forse avrò meno problemi nel completo, perché lì si gareggia solo all’aperto e non ci dovrebbero essere né difficoltà organizzative né di partecipazione come avviene nel salto ostacoli. Però il completo ha un altro problema, grossissimo: non è in programma il Campionato d’Europa, e chi voleva organizzarlo (una sede italiana e una sede svizzera, n.d.r.) non ha nemmeno avuto risposta dalla Fei. Se cancellano le Olimpiadi i completisti non hanno un grande evento. Spero che la Fei ci ripensi, ma anche qui per ora tutto tace».