Roma, 1 agosto 2018 – “Un successo di tutto il team. In primis, dei binomi che hanno affrontato la gara e del Ct che ha individuato una strategia impeccabile mantenendo la massima attenzione verso la salute e il benessere dei cavalli, principali attori del nostro sport”. Queste le parole del numero uno della Fise, il Presidente Marco di Paola, relativamente alla medaglia d’argento conquistata dall’Italia al FEI Meydan Endurance Championship for Young Riders and Juniors.
Cinque ragazzi, cinque cavalli. Alle loro spalle, team esemplari ed un commissario Tecnico, Fausto Fiorucci, supportato dall’insostituibile Mara Marangoni. Sono loro, tutti loro, i protagonisti del traguardo argentato italiano. Un traguardo, si sa, è preceduto da un cammino e, nel caso dell’endurance, da una lunga giornata di gara. Quello degli azzurri – Carola Dino, Camilla Coppini, Valentina Galli, Niccolò Trotta e Aurora Salvati – è stato un viaggio dal profumo frizzante, iniziato a metà giugno, con la chiamata di Mara Marangoni: “Sei stata selezionata per rappresentare l’Italia. All’inizio non ho capito!”, racconta Aurora Salvati con la voce ancora tremolante.
“Siamo arrivati lunedì 23 luglio nella Tenuta di San Rossore – spiega la giovane Carola Dino – un posto che ci ha catapultati da subito in un’atmosfera fiabesca. Poi, con lil passare dei giorni, la favola è diventata realtà”. Come in tutti i viaggi, è essenziale una guida che ti accompagni lungo il cammino. Qualcuno che in quei posti ci è già stato, qualcuno che abbia già vissuto, con i 5 sensi, quel luogo magico che si trova in bilico tra sogno e realtà. E’ per questo che il Ct azzurro ha voluto testimoniare ai giovani quello che ha vissuto in prima persona agli Europei del 1997. Poche parole che arrivano dritte al cuore: “la squadra è più importante del singolo. Se la squadra vince, tutti vincono”.
Frastornati dal sogno che si è concretizzato nella loro presenza al Toscana Endurance Lifestyle, gli azzurrini hanno ammesso di aver fatto il pieno di adrenalina. “È facile capire, quindi, come truccarsi con matite e smalti colorati per la cerimonia d’apertura sia stato uno svago apprezzato”, ammettono le amazzoni italiane. Finita la cerimonia, di corsa sotto la torre di Pisa, perché il selfie di rito è d’ obbligo. “Ci hanno dato la possibilità di conoscerci come persone, di svelare pregi e difetti personali, di essere squadra”, così Camilla Coppini descrive dietro le quinte della sfida continentale.
Giovedì è arrivato: sveglia alle quattro del mattino; tutti in sella alle cinque e trenta. “Inizia il countdown, 49 cavalli in circolo di fronte alla linea di partenza. Dieci secondi al via, ogni dubbio scompare, ogni esitazione si estingue, ogni emozione si trasforma in concentrazione: l’Italia è partita”. Queste le parole efficaci di Valentina Galli.
I primi due giri, o anelli in termine tecnico, scorrono velocemente. I cavalli italiani rispondono al meglio, nessuna delle altre otto nazioni presenti riesce a controbattere. Il commissario tecnico, gli addetti ai lavori ed il pubblico presente sono con il fiato sospeso. Francia e Spagna in testa si danno dura battaglia e i ragazzi italiani credono non vi sia speranza. Fiorucci ordina: “Rimanete concentrati, non esagerate. Continuiamo a seguire la strategia studiata”. Terzo anello: arriva una brutta notizia. Aurora Salvati non può procedere. “L’endurance – dichiara la Salvati – è rispetto per il cavallo. Appena il veterinario mi ha detto che sarebbe stato meglio fermarsi, non ho esitato un attimo. Devo tutto al mio compagno di gara e anche se ho visto una medaglia sfumare davanti ai miei occhi, per me gli animali vanno sempre rispettati. Ho fatto un respirone e ho iniziato a fare il tifo per i miei amici”.
Con un cavallo in meno, l’ordine categorico della scuderia si trasforma in “andate con calma, ma finite in quattro. Nessuno ha esitato ad eseguire il comando”.
Alle 13.20 il primo cavallo, battente bandiera spagnola, taglia il traguardo. Segue la squadra francese. Ma, non tutti sanno che, nell’Endurance ciò che conta è il benessere assoluto dei cavalli e la Francia viene eliminata come squadra, non potendo più contare su 3 risultati.
Il sogno inizia a diventare realtà. Sono Niccolò Trotta e Carola Dino i primi azzurrini a tagliare la linea finale, da li a poco arrivano Camilla Coppini e Valentina Galli. Aurora Salvati li aspetta con il fiato sospeso al cancello veterinario. Scorrono i minuti, infiniti, ma poi arriva il verdetto: tutti i cavalli azzurri sono perfetti. L’Italia è medaglia d’argento. “Solo in quell’istante ho capito che stavo vivendo un europeo”, dichiara Carola Dino.
La storia è stata scritta. I ragazzi sono saliti sul podio e le medaglie FEI Meydan Endurance Championship for Young Riders and Juniors pendono sul loro petto. “Medaglia per l’Italia” è stato il motto iniziale del viaggio, che si è concluso con “l’Italia è medaglia”. Una lezione di vita, finita nella maniera più romantica. La racconta Aurora Salvati: “Eravamo in albergo a festeggiare quando ho ricevuto una chiamata da parte di Niccolò che si è presentato davanti a tutti con il mazzo di fiori della cerimonia di premiazione”.
“Un gesto dovuto, una vittoria di gruppo, non potevo fare altrimenti”, spiega il cavaliere azzurro, unico maschio, giovane uomo, atleta puro, circondato da amazzoni fuoriclasse. Tutti sotto il tetto del Fair Play, della passione, del vero spirito di squadra. Già grandiosi adulti, nel nome dello sport.
Comunicato Stampa Toscana Endurance Lifestyle 2018, a cura di Daniela Cursi