Bologna, venerdì 29 maggio 2020 – La Fei ha reso noto con un comunicato diffuso oggi il protocollo elaborato da Mark Hart, presidente della commissione medica in seno alla stessa Fei, il cui obiettivo è quello di rafforzare la sicurezza all’interno delle manifestazioni internazionali organizzate a partire dal giorno 1 luglio 2020. Il protocollo prevede che le singole federazioni nazionali e i vari comitati organizzatori effettuino un’attenta valutazione su ciascun evento per capire se vi siano o meno le condizioni per dare vita alle competizioni; contiene inoltre alcune raccomandazioni generali che offrono specifiche indicazioni al proposito. Ciascun evento dovrà essere organizzato nel rispetto delle direttive impartite dalle autorità nazionali e di quelle contenute nei documenti elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (si trovano qui: https://www.who.int/publications-detail/considerations-for-sports-federations-sports-event-organizers-when-planning-mass-gatherings-in-the-context-of-covid-19-interim-guidance). Ciascun comitato organizzatore dovrà obbligatoriamente considerare i livelli di rischio in collaborazione con la federazione nazionale di riferimento, il governo e le autorità sanitarie. Nel protocollo si legge quindi: “Gli eventi per i quali la Fei non riceverà il completo piano di valutazione dei rischi e le misure di controllo saranno rimossi dal calendario internazionale”.
Ha dichiarato il dottor Hart: “Il Covid-19 ha causato una serie di danni devastanti al calendario Fei e a quello delle varie federazioni nazionali, provocando un fortissimo impatto su tutti i partecipanti a vario titolo agli eventi dello sport equestre. Siamo tutti coinvolti in questa situazione e questa pandemia rimarrà con noi per un periodo di tempo che potrà essere come minimo di uno o due anni. Per poter andare avanti dobbiamo adattarci a una nuova forma di normalità”.
E ancora, prosegue Hart: “Dal momento che abbiamo anticipato il graduale ritorno delle competizioni, dobbiamo fare tutto il possibile per scongiurare i rischi di trasmissione e quindi ulteriore diffusione del Covid-19. Questa è una questione di salute pubblica, ed è anche il modo in cui lo sport può dimostrare alle pubbliche autorità di essere pronto a ripartire con le proprie attività”.