Bologna, 28 febbraio 2022 – A Tokyo 2021 è tornato nel salto ostacoli per la prima volta dal 1972 un cavallo nato e allevato in Italia: Benitus di Vallerano, montato dalla amazzone taiwanese Jasmine Chen.
L’ultimo era stato Fiorello II, con Raimondo d’Inzeo, che vinse il bronzo a squadre e che resta a tutt’oggi l’ultima medaglia olimpica vinta dall’Italia nella disciplina.
Al di là delle coincidenze, il caso di Benitus di Vallerano, al pari di altri cavalli come Lazzaro delle Schiave (montato dall’irlandese Max Wachman), come Quality FZ (acronimo di Franca Zanetti, cavallo in gara con Rodrigo Pessoa) e Final (montato da Cian O’Connor) sono la cartina di tornasole di un forte e accresciuto riconoscimento mondiale nei confronti degli allevamenti italiani.
Che in altre discipline avevano sempre garantito una presenza internazionale diffusa, ma nel salto ostacoli hanno passato anche anni di buio fitto.
Dedicare questo numero di Cavallo Magazine alle razze e agli allevamenti, un tema fortemente voluto e sollecitato dal nostro Editore fin dall’inizio del nuovo corso di Cavallo Magazine, ci regala quindi contemporaneamente il fascino e il coinvolgimento emotivo di un grande racconto sulla natura più intima, esplosiva, affettiva dei cavalli e nello stesso tempo anche l’orgoglio di un sempre più forte riconoscimento dell’Italia come paese importante nella grande comunità mondiale dei produttori, degli allevatori, degli allenatori e di tutti quelli che sono il cuore pulsante del mondo equestre.
Tutti i numeri dell’Italia a cavallo in questi ultimi mesi ed anni raccontano una storia che ci piace.
Per non tornare sul già più volte ricordato boom dei tesserati, nell’ultimo anno l’escursionismo equestre ha conosciuto un aumento del 38%: frutto di una diversa sensibilità delle giovani generazioni e non solo verso i temi dell’ecosostenibilità, dell’ambiente e dell’attività all’aperto.
Ma anche del progressivo sdoganamento dell’attività equestre da slogan che ne avevano circoscritto lo sviluppo e della sempre più capillare diffusione dell’attività di base e territoriale promossa dalla Fise e dalle associazioni sportive.
Questi numeri evidenziano una accresciuta domanda di mercato che oggi più che mai il produttore italiano è in grado di cogliere: avendo lavorato non solo su alcune delle razze più amate, apprezzate e cercate del mondo, ma anche con una accresciuta professionalità che gli ha consentito di cogliere tutte le esigenze del suo interlocutore, sia esso un cavaliere come un debuttante, un escursionista come un giovane stagista.
Il salto di qualità reso possibile anche dalla globalizzazione, dal confronto con i nostri cavalieri che si sono trasferiti all’estero, dalla sempre più forte concorrenza mondiale, ha portato tutto il comparto ad esprimere il meglio delle nostre possibilità, cogliendo le migliori tendenze internazionali e declinandole in modo vincente con la inconfondibile tradizione italiana.
Di cui Benitus, Lazzaro e gli altri cavalli altro non sono che l’espressione più alta e simbolica, la punta di un iceberg che vede i nostri cavalli, le nostre razze, i nostri allevamenti sempre più apprezzati nel mondo.