Montevideo, 27 aprile 2019 – Dure polemiche in Uruguay dopo che due cavalli sono morti nel rodeo di una delle feste folkloristiche più amate del paese sudamericano, la Semana Criolla del Prado: uno è collassato sotto sforzo, l’altro è stato abbattuto dopo che aveva subito una grave frattura.
Il tutto è avvenuto la settimana scorsa a Montevideo tra barbecue, costumi e finimenti tradizionali, gauchos arrivati per l’occasione anche dal Brasile e dall’Argentina per mettere in mostra la loro abilità e mantenere vive le tradizioni di paesi che poggiano la loro storia su una profonda e diffusa cultura equestre del lavoro con il bestiame brado.
Nel corso dei rodei che servono ai gauchos per mettere in mostra coraggio e tecnica gli incidenti capitano: ma questa volta la presa di distanza dalla violenza di certe espressioni tradizionali è stata più forte dell’abitudine a vederli accadere, e per tutta la capitale uruguaiana sono comparsi murales con il messaggio “Cultura o tortura?” e il disegno di un gaucho su un cavallo impennato sbarrato di rosso.
Il sindaco di Montevideo, Christian Di Candia, ha annunciato la creazione di una commissione per analizzare il problema ma l’opposizione lo ha immediatamente accusato di aver “seppellito” questo argomento, potenzialmente caldo, a pochi mesi dalle elezioni generali previste per fine ottobre.
Come quello sulla corrida in Francia, in Spagna e in altri paesi dell’America Latina e il Palio di Siena in Italia il dibattito tra “pro” e “contro” è aspro.
“Il rodeo per noi è una tradizione molto antica, sono 94 anni che esiste a Montevideo” spiega Dalton Delgado, uno degli organizzatori dell’evento. “È un’arte di vivere, come le corride”.
“Tutto ciò che riguarda spettacoli che vedono protagonisti gli animali in tutto il mondo è ormai messo in dubbio come intrattenimento, e molte manifestazioni tradizionali vengono abbandonate ogni anno”, afferma il veterinario Sebastian Fernandez, che è responsabile del benessere degli animali nel partito di governo. “A un certo punto, i rodei in Uruguay dovranno unirsi alla Storia e dimostrare che la nostra società si è evoluta”, aggiunge Fernandez, deplorando questo tipo di spettacolo in cui “l’animale è obbligato a soffrire perche alcuni applaudiscano”.
La dottoressa Evelyn Segredo, consulente per la ONG World Animal Protection, afferma: “È difficile capire perché l’Uruguay non si sia messo al passo con i tempi, queste morti di cavalli erano prevedibili e prevenibili”.
Per i cavalieri si tratta solo di sport: “È il sesto anno che vengo”, dice Eliazar Tejeira, che viene dal nord-est dell’Uruguay ed è stato il campione nella categoria “monta senza sella” nel 2017. “Quando si partecipa a questa festa, i cavalli stanno bene e sono ben curati”, sostiene. “Lo facciamo perché ci piace, perché siamo nati per questo, ci scatena un sacco di adrenalina ed è bellissimo”, ha detto Luis Alberto Cartagena, un altro campione.
E i critici dei sostenitori degli animali cosa dicono? “Sono gente che non ha niente da fare”.
L’Uruguay ha bandito le corse con i greyhound l’anno scorso, e ha una legge approvata nel 2006 che considera gli eventi della tradizione gaucha sport nazionale: compresi i rodei con i cavalli selvaggi.