Treviso, 29 giugno 2018 – Cavalli Maremmani sul Monte Grappa: si è concluso domenica 24 giugno 2018 il trekking dedicato a nonni, bisnonni e avi che qui combatterono nel ’15/’18 dai loro discendenti, uniti oltre che da questa radice comune anche dalla passione per quelli che erano i cavalli di elezione per la rimonta delle truppe del Regio Esercito italiano.
Quest’anno ricorrono esattamente 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, ed è stato bello che ci sia chi ha voluto ricordarla così, invadendo pacificamente i sentieri del Grappa a cavallo: più di 30 binomi, tutti con la M. davanti al nome del cavallo a certificarne l’appartenenza alla razza: non per nulla il viaggio è stato organizzato da Con.Mar. con Fitetrec Ante, Unione Montana del Grappa e Cavalcanti del Grappa.
Partecipanti da tutta Italia – Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Campania, Lazio e Liguria – ma quello che è partito da più lontano è stato Franco Tuozzo, da Salerno, che si è fatto 2.000 km. con il suo M. Qualcuno della Trappola per tornare dove suo nonno si guadagnò l’onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto.
Il meno giovane dei partecipanti era Adriano Reffo da Padova, 81 brillantissimi anni perfettamente in accordo con la sua M.Zaira e il più giovane Mirko Sistoni, con M. Sole Rosso del Belagaio. Ospiti d’onore la pattuglia viterbese di Domenico Germoni che con Sebastiano Iaschi ha curato la loro lunga ed impegnativa trasferta e alcuni veterani di trekking a cavallo provenienti dalla Toscana: un esempio dal vivo per tutto quello che è cultura del cavallo Maremmano.
Ma lasciamo parlare Dino Zilio Zella, che ci racconta di prima mano le emozioni vissute in questi quattro giorni di viaggio nello spazio e nel tempo: “Questa avventura ha mostrato in maniera nitida le caratteristiche ambientali e climatiche, che non tutti si aspettavano, del territorio localizzato nelle Prealpi Venete: con scenari mozzafiato, percorsi impervi e cambiamenti climatici repentini. Vedute e condizioni che i nostri antenati hanno vissuto non certo da turisti come noi in questo weekend, ma da involontari protagonisti della storia del nostro Paese.
Il tutto ha avuto inizio nel pomeriggio di giovedì 21 giugno, giornata caratterizzata da un sole quasi estivo, dove ci siamo portati alla quota di 1200 m.s.l.m. passando per Campo Croce. Abbiamo pernottato successivamente a Malga Moda, dove siamo stati accolti in maniera eccellente e dove l’esperto storico Zilio Ziliotto ha intrattenuto i partecipanti illustrando, tramite diapositive e racconti, dove stavamo camminando in quei giorni: non solo in un ambiente naturale magnifico, ma dentro teatri di storia e cultura.
Il venerdì mattina, con condizioni meteo meno clementi, ci siamo diretti attraverso sentieri e mulattiere al Col Moschin, teatro di una battaglia vittoriosa degli italiani sulle truppe astroungariche.
Fradici ma soddisfatti, avevamo appena concluso la prima toccante ed entusiasmante tappa della giornata.
Successivamente, nel pomeriggio, in processione dal Col della Berretta, passando per il Monte Asolone, si procede andando a deporre una corona al Sacrario del Monte Grappa in omaggio ai caduti. Il clima caratterizzato da freddo e nebbia, sembra quasi averci voluto far immedesimare nell’atmosfera tetra e di sacrificio di quegli anni.
L’emozione più forte è arrivata quando la tromba ha suggellato la deposizione della corona con le note del “Silenzio”.
Il punto di sosta notturno del venerdì è stato in zona Paderno, a Malga Val Vecia.
Il sabato mattina, con un clima decisamente più favorevole, abbiamo traversato trincee e fosse enormi; testimonianza di quanto quel territorio sia stato ferito dalla guerra.
Salendo valli e canaloni abbiamo percorso sentieri che mostravano panorami strabilianti, a tal punto da vedere la meravigliosa laguna di Venezia.
Una strettoia lungo il sentiero in particolare rimarrà impressa nei ricordi di ognuno di noi; ma tra le vertigini di qualcuno e le simpatiche battute di qualcun altro abbiamo formato un’ottima squadra riuscendo, alla fine, a guardare il tratto percorso con un bel sorriso e un filo di orgoglio ciascuno.
La domenica mattina siamo tornati a Crespano per la conclusione e i saluti di rito.
Questi 4 giorni intensi ci hanno dato la possibilità di creare nuove amicizie permettendo, durante le ore di cammino e di sosta, scambi di esperienze personali facendoci godere di momenti di allegria e spensieratezza.
La partecipazione di ognuno di noi è stata fondamentale: cavalli e cavalieri più o meno esperti, persone di tutte le età con abitudini e modi di fare diversi, le paure di qualcuno e le sicurezze di altri, tutte diversità che attraverso lo spirito di avventura e l’inclinazione ad adattarsi hanno permesso di ottenere un perfetto puzzle.
A partire dalla vivacità delle nostre amazzoni che, sempre col sorriso sulle labbra, hanno affrontato l’esperienza.
Così come è molto gradita la fiducia ricevuta da appassionati di questa razza che hanno affrontato questo trekking non certo facilissimo”.
Ma è nelle situazioni difficili che si amalgama il gruppo, quando al suo interno ci sono elementi positivi: e chissà come sorridevano, da lassù, i loro nonni.