Padova, 26 marzo 2018 – Stage di Monta da lavoro tenuto da Roberta Inama: sarà a Padova, al Centro Ippico Villa Trento dal 13 al 14 aprile 2018.
Al centro dell’incontro la costruzione di un binomio affidabile e basato sulla fiducia tra cavallo e cavaliere. Spiega Leonardo NIcoli, l’organizzatore dello stage: “Siamo fortemente convinti che il rapporto cavallo / cavaliere si basi sul rispetto e sulla richiesta, non certo sul prendere e pretendere. La nostra collaborazione con Roberta si basa proprio sul questo fondamento: i cavalli ben lavorati, collaborativi sono cavalli sicuri, e noi non solo nelle varie discipline equestri ma anche nei trekking abbiamo bisogno di cavalli così, per essere sicuri e divertirci”.
Da notare che, oltre all’interesse tecnico, Villa Trento offre anche un coté storico e culturale che arricchisce l’occasione sportiva e la rende appetibile anche per gli eventuali accompagnatori appiedati di cavalieri e amazzoni. Di sseguito il programma delle due giornate di lavoro e un articolo su Roberta Inama, per raccontarvi chi è.
PROGRAMMA
Venerdì 12 Aprile 2018
Ore 15:00 – 18:00 Possibilità di arrivo dei partecipanti presso la struttura per la sistemazione dei cavalli in box.
Sabato 13 Aprile 2018
Ore 8:30 – 9:00 Arrivo dei partecipanti allo Stage e preparazione e sellaggio dei cavali
Ore 9:00 – 13:00 Tutti in campo con Roberta Inama
Ore 13:00 – 14:30 Pausa Pranzo presso il centro ippico
Ore 14:30 – 18:30 Tutti in Campo con Roberta Inama
Ore 20:30 Ritrovo presso l’Agriturismo “Al Casale di nonna Lui” per un incontro conviviale tutti assieme
Domenica 14 Aprile 2018
Ore 8:00 – 8:30 Arrivo dei partecipanti allo Stage e preparazione e sellaggio dei cavali
Ore 8:30 – 12:30 Tutti in campo con Roberta Inama
Ore 12:30 – 14:00 Pausa Pranzo presso il centro ippico
Ore 14:00 – 18:00 Tutti in Campo con Roberta Inama
Ore 18:30 Chiusura dei lavori, commiato dei partecipanti, attività di preparazione alla partenza dei partecipanti.
Lo stage al fine di garantire la qualità dell’insegnamento e la possibilità di tutti di lavorare assieme a Roberta in maniera proficua è stato riservato ad un massimo di otto binomi partecipanti, il numero minimo dei binomi da raggiungere perché abbia corso lo stage è di sei binomi.
Il costo per i due giorni di stage è stato fissato nella somma di 260€ per tutti e due i giorni, e comprende le lezioni individuali e di gruppo dei partecipanti e l’utilizzo delle strutture del centro ippico.
E’ possibile pranzare presso il centro ippico tutti assieme, il costo del pranzo è di 12,5€ a partecipante, per i due pranzi saranno 25€, all’atto dell’arrivo sono gradite indicazioni sulle abitudini alimentari o esigenze particolari, in maniera di poter soddisfare le richieste.
Il ricovero dei cavalli presso il centro per i giorni di corso è fissato in 30€ e comprende, lettiera, fieno e mangime se richiesto, pulizie del box a cura del nostro personale. La cena serale presso l’agriturismo IL CASALE DI NONNA LUI, avrà un costo di 25€ a persona. La partecipazione o meno alla cena deve essere confermata il sabato alla segreteria dello Stage., che provvederà anche a raccogliere i soldi.
All’atto dell’iscrizione i partecipanti dovranno bonificare un acconto pari al 30% (70€) del costo, come caparra per la partecipazione al corso. Il saldo dovrà essere effettuato entro il Mercoledì precedente all’inizio del corso (Mercoledì 4 Aprile 2018).
Qualora venga disdetta la partecipazione sarà diritto del centro ippico organizzatore a ritenere la caparra dello stage.
Abbiamo predisposto una convenzione con l’Agriturismo la Costignola, per l’eventuale pernotto e prima colazione, a 35€ a persona, per la eventuale singola supplemento di 10€, compresa la prima colazione.
Ulteriori informazioni possono essere richieste all’indirizzo mail: [email protected]
Roberta Inama, il nero e l’oro (2009)
A volte le cose si vedono meglio per contrasto: come luce e ombra, forza e delicatezza, una giornata bella e un pensiero triste. Come una fascia nera sulla manica di una camicia candida: quella che portavano Roberta Inama e gli altri azzurri della squadra di monta da lavoro in Germania, a Eging am See per ricordare Luigi Masotto. Luigi era un cavaliere, giudice e amico morto il 26 giugno 2009 per un incidente sul lavoro nella sua Mantova; presidente del Gruppo Italiano Dressage, giudicava spesso nelle prove di monta da lavoro ed era riuscito a fare arrivare il suo inguaribile entusiasmo anche a chi tra una appoggiata e un galoppo ben riunito ci mette un vitello da sbrancare, o una garrocha. I suoi consigli, la sua competenza, la sua disponibilità, il modo che aveva di farti sentire capace di migliorare insieme al tuo cavallo: tutto rimane lì nel cuore di chi lo ha conosciuto, vicino al rimpianto di averlo perso così presto.
Roberta il 28 giugno ha dedicato la sua vittoria a Luigi: sarebbe stato orgoglioso del suo primo posto in dressage conquistato davanti ai tedeschi, signori della disciplina oltre che padroni di casa e presenti all’appuntamento con i loro atleti di punta.
E battuti da un binomio tutto italiano visto che in gara l’altra metà di Roberta è Macina, una Murgese di tredici anni. Un oro internazionale, una cavalla che più italiana non si può, una amazzone che sta crescendo preparandosi i cavalli in casa: non potevamo farcele scappare.
Quindi via, lasciamo il caldo afoso di questo luglio emiliano per le montagne fresche di boschi dietro La Spezia.
Saliamo una stradina ripida, attorno solo castagni, aria pulita e silenzio e arriviamo al Gottero Ranch, dove Roberta e Michelangelo hanno la loro vita e i loro cavalli. In scuderia c’è anche un bel sauro di chiaro stampo Anglo-Arabo, ma che i Murgesi siano i preferiti si capisce al volo: è come essere all’Ambasciata di Puglia, dieci morelli si affacciano curiosi dalle porte dei loro box. Zoldo e Valdés (un vero Conquistador, che con due occhi così ci vorrebbe il porto d’armi) vengono dalla masseria Crocegrande dei fratelli Fusillo; Troiano, Violante e Vanessa dall’allevamento di Angelo D’Onghia a S.Angelo dei Piccoli; Venere Nera, Vanessa di Vallenza e Zeffirello sono figli di Nesio, lo stallone di Orazio Ricci.
Roberta, da dove arriva questa passione per i Murgesi?
«Prima avevo cavalli di tutte le razze, ma al pascolo erano un problema perché si facevano male spesso: i nostri boschi non sono adatti ad animali nervosi e anche con i clienti in passeggiata è meglio poter contare su soggetti molto sereni» ci racconta Michelangelo mentre Roberta prepara un puledro per il lavoro. «Un giorno ho letto un numero de «Lo Sperone» dove Mauro Aurigi li decantava e ho pensato di provare. Sono andato giù a Martina Franca e ho comprato cinque puledri: dopo una settimana una di loro era già in grado di lavorare in maneggio, potevo metterci sopra chiunque. Stavano al pascolo senza problemi e quando era ora di mangiare scendevano da soli. Zelantina era la capo-branco: d’estate li portava a pascolare su in alto, fino ai confini con l’Emilia e la Toscana e poi li riportava tutti a casa in ottobre, quando qui cadono le castagne di cui sono golosi. Mai perso uno, e non hanno mai avuto incidenti: sono come capre, scendono giù dai sentieri al galoppo che è una bellezza». Rustici, di buon senso, sontuosamente barocchi ma anche generosi con il loro cavaliere come ci spiega appassionatamente Roberta: «Sono cavalli che hanno voglia di lavorare, creativi quando hanno fiducia in te perché ci mettono del loro in quello che fanno, non aspettano solamente il tuo ordine. Sono artisti, non semplici esecutori». Mentre parliamo ha portato in maneggio Troiano, un sei anni elegante e attento nato da Nereo nell’allevamento di Angelo D’Onghia, e lo comincia a lavorare alla longia.
«Gli allevatori pugliesi hanno un grandissimo merito: sono riusciti a mantenere nella razza i tre modelli morfologici che erano già una caratteristica dei cavalli allevati in Puglia da Federico II attorno al 1200» dice Roberta, «è solo grazie a loro se si è evitato di disperderli in questo ultimo secolo. Oggi ci sono ottimi stalloni, ad esempio Nesio di cui abbiamo qui tre puledri: butta fuori intelligenza, eleganza nei movimenti, i suoi figli hanno un’ottima struttura e diventano gran cavalli da sella». Roberta continua la sua ripresa con Troiano, noi parliamo con Michelangelo mentre la guardiamo lavorare. «Dall’allevamento brado tipico delle Murge deriva una caratteristica di cui occorre essere ben consapevoli: un cavallo che non è mai stato toccato dall’uomo è molto diverso da uno nato in scuderia. Il Murgese ha bisogno di un buon ammansimento prima di essere addestrato, perché lui deve perdere la paura dell’uomo: una volta che questa è andata via viene fuori l’intelligenza e allora tutto è facile. A prenderlo con le maniere forti rovini tutto, perché dominare con la forza non vuol dire addestrare. Le femmine pur essendo docili hanno un temperamento forte che, ad addestramento compiuto, è un grosso pregio. I maschi sono più tranquilli e anche interi rimangono affidabili pur mantenendo una forte volontà: ma per chi vuole un cavallo a prova di bomba il castrone è perfetto. Inoltre il Murgese sino a tre, quattro anni è ancora un puledrone: smette di crescere solo dopo i sei, occorre tenerne conto e non chiedergli troppo finché non è davvero maturo».
Intanto la mattina è scivolata via, nelle ore più calde della giornata ci fermiamo per chiacchiere e bavette al pesto ma appena il sole comincia ad addolcirsi torniamo in scuderia e ci dedichiamo a loro due, Macina e Roberta. A vederle vicine ti colpiscono proprio per l’apparente contrasto: tanto Roberta è bionda, piccola e sorridente quanto Macina è di un nero profondo, così potente e seria da mettere quasi soggezione. Ma appena sono insieme, Roberta in sella e Macina come sull’attenti, perfettamente sugli appiombi e agli ordini nel senso più vero del termine capisci che di contrasti non ce n’è: sono fluide, eleganti, nessuna resistenza o difficoltà. E poi tanta sicurezza fuori, sui sentieri di queste montagne che spesso diventano mulattiere quasi impossibili, come la Via del Sale che passa qui di fianco e arriva sino a Levanto e Luni: non ci sono stati passaggi o pendenze che abbiano alterato per un attimo la calma di questo binomio. Forza e delicatezza, energia e sensibilità, una cavalla di velluto morello e una signora bionda e gentile: nero e oro, e quando c’è il sole brillano insieme.
La Monta da Lavoro
E’ una disciplina nata dalla tradizione del lavoro col bestiame che conserva, a seconda di ogni regione di riferimento, dettagli e peculiarità relativi a finimenti, razza di cavallo impiegato e linguaggio tecnico utilizzato durante il lavoro.
Comprende quattro prove:
- Addestramento o dressage: il cavallo deve esprimere grinta ed energia nelle varie figure di maneggio.
- Gimkana di attitudine: dove occorre superare gli ostacoli che riproducono le difficoltà che potrebbe incontrare un binomio durante il lavoro in campagna ma che vanno affrontati mantenendo il cavallo flesso correttamente, riunito, in mano e con transizioni corrette dal passo al galoppo.
- Gimkana a tempo: stesse difficoltà della precedente ma a cronometro.
- Sbrancamento del vitello: il tereno di gara è diviso in tre settori. Nel primo si trova una mandria di dieci capi, nel secondo i due paratori che possono aiutare il cavaliere sui lati solo fino alla linea di centro; si sorteggia per ogni concorrente un vitello che va separato dagli altri e tenuto nel terzo settore del campo per almeno 15 secondi, con trenta secondi di penalità per ogni eventuale vitello in più che segua il prescelto sino a un massimo di tre, dopo i quali la prova è considerata non valida.