Norcia, 29 dicembre 2016 – Andrea Carucci è un altro dei nostri amici che a Norcia si è visto sgretolare sotto gli occhi una vita: distrutte casa e scuderie, che lui di lavoro addestra cavalli e adesso le deve ricostruire per la seconda volta. Se le era già portate via l’alluvione del 2012, erano state rifatte da appena sette mesi e se dopo il terremoto del 24 agosto 2016 qualcosa si poteva ancora salvare la scossa del 30 ottobre ha dato il colpo di grazia, e tutto è crollato a terra.
«A Norcia non c’è più niente, ma per fortuna il lavoro ce l’ho ancora e la gente mi porta i cavalli da addestrare. Io qui ci sono nato, ci vivo e ci resto: le montagne sono sempre bellissime e quelle nessuno ce le porta via» ci dice Andrea con la sua voce tranquilla.
Il 22 dicembre Andrea e un cavallo che ha in addestramento, Olimpo, sono scesi da San Marco (altro paesino distrutto che chissà quando rinascerà) sino a Frascaro di Norcia per accompagnare nella transumanza verso valle una mandria di vacche Marchigiane, le ultime rimaste lassù.
Anzi, due: «Sono due gruppi di due diversi proprietari, era ora che scendessero dai pascoli alle strutture che le accoglieranno durante l’inverno sostituendo le loro stalle abituali, distrutte dal terremoto. Non è stato semplice: erano 130 bovine Marchigiane tra vitelle, vacche e manze. Tutte nate brade, e l’uomo queste lo vedono molto poco: è una cosa molto diversa che condurre un branco di cavalli da sella, abituati ad essere regolarmente maneggiati e montati. E’ stato difficile convincerle a lasciare il pascolo e tenerle unite, anche perché l’erba era ancora abbondante e il clima mite per la stagione.
Tra l’altro ero l’unico a cavallo, mi hanno dato supporto alcuni amici a piedi: ma grazie a Olimpo, Cavallo Romano proveniente dal Branco Nero di Manio Fani, ce l’abbiamo fatta ugualmente. E’ stata una esperienza bellissima perché Olimpo è un giovane cavallo che mi hanno affidato per l’addestramento e questo è stato il suo battesimo del fuoco, abbiamo messo in pratica sul campo tutta la teoria che gli ho messo dentro in questi mesi di lavoro.
E si è dimostrato un soggetto eccezionale, come del resto devono essere tutti i cavalli che si preparano per quella disciplina raffinata che è l‘equitazione di campagna. Devono essere pronti a tutti gli imprevisti, e Olimpo si è dimostrato veramente all’altezza di una situazione difficile: abbiamo percorso una ventina di chilometri in giornata, tra sentieri e boschi, scendendo da 1200 metri di quota sino ai 650 della struttura che è stata riadattata (era abbandonata da alcuni anni) per ricoverare le vacche degli allevatori dopo i disagi del terremoto. Grazie a lui, a tutta la famiglia Funari, alla mia fidanzata Gloria Silvestri e a Ottavio e Michele, i due proprietari delle mandrie siamo riusciti a portarle tutte al caldo – anche se loro, come tutte le bestie brade, avrebbero preferito starsene sui loro pascoli».
E d’altra parte anche le persone che ci sono nate, lassù a Norcia, fanno fatica a distaccarsene anche dopo che le loro case sono state tirate giù dal terremoto: chissà cos’è che hanno di speciale, Norcia e Castelluccio.
Dovremo andare sin lì e poi cercare di raccontarvelo, non trovate?
Ma intanto, anche grazie ad Olimpo, tutti gli allevatori della zona sono riusciti a mettere al riparo le loro bestie, vacche o cavalli che siano: che l’inverno arrivi pure adesso, a primavera si ritornerà lassù.