Siviglia, 28 settembre 2019 – Un quadro che fa persino tenerezza: una bimba dai capelli d’oro, il cappottino azzurro confetto e le scarpine di vernice nera, un pony (Tommy il suo nome) delizioso e un bassotto adorabile, qualche peluche amatissimo a completare la scena: certo, piacerebbe a tutti noi essere state quella bimba fortunata, evidentemente molto amata e vezzeggiata.
Ma crescendo, cosa ne sarà stato di quella bimba? Si sarà forse persa nella normalità del vivere, una tra le tante persone che hanno avuto come compagno di giochi – vero o immaginario – un cavallino pezzato che poteva quasi sembrare a dondolo…macché: quella bambina, ritratta nel 1930 dal pittore spagnolo Ignacio Zuloaga, diventò nientemeno che la XVIII duchessa d’Alba de Tormes, per la precisione araldica Donna María del Rosario Cayetana Alfonsa Victoria Eugenia Francisca Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y Gurtubay (1926-2014).
Grande di Spagna, aveva più titoli nobiliari di qualunque altra donna al mondo – Elisabetta II di gran Bretagna compresa e un patrimonio personale tra i più ricchi della Spagna, oltre al diritto di entrare nella cattedrale di Siviglia a cavallo, volendolo.
Unica figlia del XVII duca d’Alba, Don Jacobo, e della marchesa Maria di San Vicente del Barco crebbe tra l’amore del padre (la mamma morì quando lei aveva solo 8 anni) e le passioni spagnole per eccellenza, l’amore per i cavalli e per la musica flamenca, anche se durante l’infenzia (ai tempi della Guerra Civile spagnola) visse con il padre in Inghilterra.
Fu qui che prese le prime lezioni di equitazione, e continuò per tutta la vita a montare con classe estrema a cavallo, nonostante un grave incidente occorsole quando aveva 14 anni.
Zuloaga le fece un altro bellissimo ritratto da ragazza, mentre monta al campo, e ci sono molte fotografie sue che ancora ci mostrano chairamente l’assetto impeccabile, l’eleganza di una amazzone abituata alla raffinatezza dei cavalli adusi al lavoro con il bestiame, che è così vicina a quella dell’equitazione accademica.
Poi per le cronache mondane, specialmente le più vicine a noi nel tempo, la duchessa d’Alba è stata al centro dell’attenzione a causa del suo ultimo matrimonio (il terzo, con un uomo di 26 anni più giovane di lei), e anche per la impietosa curiosità che provocava il suo aspetto negli ultimi anni, quando aveva forse esagerato con gli interventi di chirurgia plastica che avrebbero dovuto conservare, nelle sue intenzioni, la squisita bellezza dei suoi lineamenti giovanili.
Ma per noi rimane sempre l’amazzone elegantissima, la ballerina scatenata di flamenco felice di condividerne i fascino andaluso in ogni momento, la bambina con il cappottino azzurro e il pony pezzato che si chiamava Tommy e un cagnolino fedele proprio lì di fianco, che aspettava smontasse di sella per giocare con lei.