Tokyo, 21 novembre 2016 – Oggi a Tokyo durante l’assemblea generale della Fei ci sono stati gli ultimi momenti di dibattito prima del voto decisivo di domani, quando i circa 300 delegati rappresentanti 76 delle 134 federazioni nazionali raccolte dalla Fei (31 federazioni voteranno per procura, quindi si arriverà a 107) decideranno se accogliere o respingere la proposta di cambiamenti da sottoporre al Cio in previsione delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Sappiamo bene di cosa si tratta: riduzione del numero dei componenti ciascuna squadra per salto, completo e dressage da quattro a tre, eliminazione del drop-score (lo scarto del peggior risultato), possibilità dell’utilizzo della riserva così da poter incrementare il numero delle squadre partecipanti e da rendere più semplice il meccanismo di gara agli occhi del pubblico dei non addetti ai lavori.
Il voto di domani arriva dopo due anni di discussioni, dibattiti, convegni, assemblee: sembra inevitabile che si voterà a favore del cambiamento, nonostante l’opinione contraria sia dei cavalieri internazionali sia di alcune federazioni particolarmente influenti come la Germania. Ha detto infatti il segretario generale della federazione tedesca, Soenke Lauterbach: “Capiamo il desiderio di divenire più universali, ma tale desiderio deve bilanciarsi correttamente rispetto ai principi essenziali del nostro sport, quelli di avere atleti di massimo livello e sport di massimo livello nel massimo rispetto del benessere dei cavalli. Riteniamo che con tre cavalieri per squadra questi principi non vengano rispettati e per questa ragione noi domani voteremo contro i cambiamenti proposti: naturalmente accetteremo e collaboreremo qualunque sia la decisione presa”.
Di ben diverso parere Natalia Kalesnikava, direttore sportivo della federazione della Bielorussia: “Siamo totalmente a favore del cambiamento. Darebbe una grande opportunità al nostro Paese che è enormemente cresciuto nel corso degli ultimi vent’anni. Per lo sport di qualunque Paese la possibilità di partecipare alle Olimpiadi significa avere il sostegno del governo, degli sponsor, significa promuoversi meglio e attirare nuovi giovani praticanti”. Anche Ulf Helgstrand, presidente della federazione della Danimarca, è fortemente favorevole al cambiamento: “Vogliamo più emozioni e più bandiere, e dobbiamo rendere il nostro sport più comprensibile. Quale altro sport può avere una medaglia con un atleta eliminato?”.
Il presidente della Fei, Ingmar De Vos, ha concluso dicendo: “Siamo uno sport con 134 federazioni nazionali, ed è giusto che non tutte competano ai massimi livelli, ma la crescita del nostro sport nel corso delle ultime decine d’anni è andata di pari passo con le raccomandazioni che l’agenda olimpica ci ha rivolto in vista dell’appuntamento del 2020, cioè quelle di preoccuparci di incrementare il numero delle nazioni partecipanti rimanendo comunque all’interno dei limiti numerici prefissati. Naturalmente fa parte del nostro ruolo cercare di portare il maggior numero di nazioni possibile a gareggiare ad alto livello offrendo loro l’opportunità di crescere. La decisione è ora nelle mani delle nostre federazioni nazionali: qualunque dovesse essere saremo capaci di trasformarla in un successo”.
Questo l’iter previsto: dopo il voto di domani le proposte della Fei andranno nel febbraio del 2017 al consiglio del Cio; nel maggio del 2017 la commissione incaricata di esaminarle riferirà nuovamente al consiglio del Cio; nel luglio del 2017 il consiglio del Cio deciderà circa i numeri e gli eventi olimpici; nel novembre del 2017 l’assemblea generale della Fei a Montevideo (Uruguay) definirà le procedure di qualificazione, vale a dire chi e come si qualificherà alle Olimpiadi del 2020. Intanto vedremo quale sarà l’esito del voto di domani.