Cagliari, 6 settembre 2023 – Una notizia che arriva dall’Ungheria, ma potrebbe arrivare anche dalla Sardegna.
Riguarda l’utilizzo dei droni per l’identificazione dei cavalli che vivono in libertà: come i cavalli di Przewalski in Ungheria per esempio, ma anche come i cavalli del Sarcidano (e non solo) in Sardegna.
Lo suggerisce uno studio pubblicato su Nature Communications.
Queste ricerche migliorano la nostra comprensione dell’ultima sottospecie di cavalli selvatici sopravvissuti e della struttura delle loro complesse societa’.
I cavalli di Przewalski vivono in branchi, ciascuno dei quali e’ composto da un singolo maschio riproduttore, diverse femmine adulte e i loro piccoli.
I maschi adulti non riproduttivi possono anche formare gruppi di ‘scapoli’ fino a quando non possono competere con uno stallone dominante per accaparrarsi un branco.
In alcune aree, puo’ addirittura formarsi una societa’ multi-livello in cui diversi branchi si uniscono per formare un branco piu’ grande.
Tuttavia, la struttura dettagliata delle societa’ di questi cavalli, compresi i legami che portano alla formazione del branco, rimane ancora poco chiara.
Katalin Ozoga’ny e i suoi colleghi della Universita’ di Debrecen in Ungheria hanno utilizzato droni per tracciare i movimenti di quasi 280 cavalli di Przewalski nel Parco Nazionale di Hortoba’gy, in Ungheria.
I ricercatori hanno abbinato le riprese aeree dei droni a due decenni di dati sulla struttura genetica e sociale dei branchi per comprendere la connessione tra il comportamento a breve termine e le relazioni sociali a lungo termine.
Gli autori hanno scoperto che i branchi rimanevano raggruppati all’interno del branco piu’ grande, ma anche che la vicinanza dei branchi dipendeva dalla loro parentela genetica e dalle relazioni passate.
Sorprendentemente, la somiglianza nei movimenti delle femmine provenienti da diversi branchi e’ stata un predittore significativo della loro unione nello stesso branco negli anni successivi.
Queste scoperte dimostrano come le osservazioni dettagliate a breve termine dei movimenti collettivi possano fornire informazioni sulle complesse dinamiche sociali delle popolazioni nel passato, nel presente e nel futuro.
La ricerca futura, utilizzando metodi di tracciamento come l’apprendimento automatico, potrebbe offrire nuove prospettive nello studio dei sistemi sociali complessi e del comportamento collettivo degli animali selvatici, suggeriscono gli autori.
Ricordiamo, ma ne avevamo già parlato qui, che per quanto riguarda l’Italia la Sardegna può essere la capofila della tecnologia.
Gianluca Marcialis, della Università di Cagliari, in occasione del convegno sul cavallo del Sarcidano ha condiviso i risultati del suo lavoro sul riconoscimento e identificazione degli animali con tecniche di visione computerizzata.
Un campo, quello del riconoscimento e della identificazione delle forme (in questo caso equine) nel quale la Sardegna può essere all’avanguardia nazionale.
Tramite un opportuno ‘estrattore di caratteristiche’, infatti è possibile distinguere ogni singolo individuo e quindi monitorarlo.
(Integrando una agenzia Agi per Ungheria)