Bologna, 17 novembre 2021 – Si è svolta martedì 16 novembre, la prima giornata dedicata alle finali del Campionato Italiano di reining Fise-Irha programmate nell’ovale di CremonaFiere in concomitanza con la settimana del Futurity 3YO Irha/Nrha.
I primi Campioni italiani federali 2021 sono stati incoronati proprio all’indomani della temuta decisione Fei di estromettere la disciplina dai propri ranghi, a seguito di una lunga serie di incomprensioni con la americana Nrha. In un modo o nell’altro, dunque, queste persone e questi cavalli saranno in Italia gli ultimi testimoni, insieme a quelli che raggiungeranno il podio da qui al prossimo sabato, della grande avventura del reining nel salotto buono dell’equitazione mondiale.
La Federazione Italiana Sport Equestri, che negli anni aveva giocato più di ogni altra un ruolo decisivo per innalzare questa disciplina al rango delle “grandi”, continuerà certamente il suo lavoro in questo senso ma, ora, con uno stop molto più che significativo alle spalle. O meglio, come alcuni hanno definito la circostanza, con una vera e propria capriola all’indietro di vent’anni.
Italian Champions Non Pro, Intermediate Non Pro e Limited Non pro
I primi a calcare la sabbia del Campionato sono stati i qualificati per le categorie Non Pro, Intermediate Non Pro e Limited Non Pro, disputate class in class anche con una Nrha Non Pro dedicata a Matteo Bonzano, il capitano della Nazionale giovanile scomparso nel 2020 a soli 19 anni. Quasi per un destino segnato, come anche nella scorsa edizione – quando coincideva con il titolo italiano – questo Trofeo è stato vinto dal migliore amico di Matteo, anche lui al tempo membro del team giovanile: Carlo Ambrosini. In entrambe le occasioni Carlo ha montato Jerry Show Step, castrone di sei anni nato nell’allevamento di famiglia da My Showbiz Whiz e Wimpys Surprised Chex.
Il titolo di Campione Italiano Non Pro del 2021, invece, così come quello Intermediate (ex aequo) e quello Limited, vanno a Mirco Rossi in coppia con Toolatetoapologies.
26 anni, fiero contadino – come lui stesso si definisce – che coltiva le mele a Revò in Val di Non, Mirco monta, per il Trentino Alto Adige, nella scuderia di Maurizio Ferrarol a Zambana e il suo trainer è Giacomo Re.
La sua storia con i cavalli nasce in famiglia, quando il papà, che gli trasmette la sua stessa passione, lo mette in sella fin da piccolo, anzi piccolissimo. Nel 2004 esordisce nelle prime gare regionali e interregionali. In quegli anni montava ‘in casa’ con lo zio, ma la continua ricerca del miglioramento lo spingeva – ogni volta che c’erano delle vacanze – a spostarsi con il suo cavallo… Prima da Pierre e Guylaine Ouellet e poi da Adriano Meacci e Dario Carminiani. A circa 20 anni, Mirco per comodità e per lavoro si sposta con il cavallo a Zambana, a circa dieci chilometri da Trento. E nei sei anni che seguono, ha la possibilità di lavorare con i diversi trainer di ‘casa Ferrarol’, a cominciare da Andrea Bonadomane, Max Ruggeri, Tommaso Beltramini e, ora, Giacomo Re. Ed è proprio a quest’ultimo che Mirco esprime un ringraziamento speciale, per l’aiuto fornitogli in preparazione agli show-pen del 2021.
«Nel mondo del reining, sarò sincero, non ho un grande show record», spiega Mirco con grande modestia, «ma nei lontani 2005, 2006 avevo vinto dei Campionati italiani Aiqh. Allora c’era anche il circuito della Siew nei cui Campionati italiani avevo vinto qualche garetta di performance e di reining. Per quanto riguarda Irha-Nrha, nel 2013 avevo ottenuto il terzo posto ex aequo nel Non Pro Futurity 3YO L1 con Dun Magnetic Delmaso, un cavallo che avevo addestrato da solo. Poi ci sono state partecipazioni ad altri Futurity 3 e 4 anni, a qualche Derby… Magari non sempre arrivando in finale, ma provandoci ogni volta con impegno. Certo negli ultimi anni le cose sono un po’ cambiate. Ma soprattutto è cambiato il cavallo».
Qualche gara in più, qualche piazzamento in più, qualche soddisfazione in più… Fino al secondo posto nella Limited Non Pro delle 2019 Italian Finals. Lo scorso maggio, durante il recupero del Campionato Italiano 2020, Mirco mette a segno insieme a Toolatetoapologies il terzo posto ex aequo nella finale Limited Non Pro ed è sesto nella Intermediate. E ora l’esploit del triplo titolo 2021, conquistato con uno score di 214.
«Per me i cavalli devono essere molto tra e redini e usare bene il corpo per fare tutte le manovre. Di solito mi faccio seguire nel lavoro dai vari trainer ma – salvo eccezioni rare e questioni di tempo legate al mio lavoro – non amo farmi montare i cavalli. Preferisco che spieghino a me come fare dato che poi in gara ci andrò io!».
Mirco spiega che la principale differenza che lui e il suo cavallo hanno registrato tra l’appuntamento dello scorso maggio e questo ha riguardato l’arena, che in questa occasione era certamente molto migliore. A maggio inoltre, nonostante il cavallo fosse stato bravo e sereno, erano incappati in una piccola sbavatura sugli spin che gli era costata una penalità.
Il soprannome di Toolatetoapologies è Apollino. Sauro, castrone del 2014, è figlio Gun Star e di Sheisthechecktocash. Allevato all’azienda agricola Forty Two di Massimo Rudari lo ha iniziato e addestrato Max Ruggeri. Mirco lo monta da aprile 2019, ed è l’autore di tutto il suo show record, compreso il terzo posto ex aequo nell’Irha Derby di luglio 2021, gara nella quale i due sono anche entrati nella top ten per il level 3 e il 2.
«Apollino è un cavallo molto bello. Con un fisico adatto alle gare di reining. Ma soprattutto è un cavallo con un cuore enorme», spiega pacatamente ma con un tono di enorme gratitudine nei confronti del compagno di gara. «A volte, nel pre-gara non sembra che dia tutto… Ma nell’attimo in cui passa il cancello tira fuori sempre qualche cosa in più. In arena è come se accendesse il secondo motore!».
Riguardo alla gara appena conclusa, Mirco analizza i sì e i ‘nì’ della sua prestazione.
«Cambierei pochissime cose di questo go. Non sono stato contento del cerchio piccolo di destra, il primo, che non sono riuscito a disegnare nel modo corretto. Inoltre c’è stata una sbavatura sul primo stop laterale al galoppo destro… Colpa mia che non sono entrato nella manovra con abbastanza convinzione. Il cavallo ha fatto quello che ha potuto… La cosa che mi è piaciuta di più, invece, è stato il run-in, dove, lo ammetto, di solito non sono proprio un fenomeno. Inoltre l’arena nella parte centrale non era propriamente fantastica, perciò ho cercato di fare del mio meglio e ne è uscito un buono stop centrale».
Co-Champion insieme con Mirco Rossi per la categoria Intermediate Non Pro è Silvia Biagini, 28 anni, che risponde forte e chiaro all’appello del 2021. Dopo il titolo di Novice Riders Italian Champion del 2019 e quello di Limited Non Pro nel 2020, quest’anno centra, con il suo 214, il gradino alto delle finali italiane Intermediate Non Pro.
La consistente amazzone emiliana, che proviene da Monticelli d’Ogina nella provincia piacentina, monta al River T Ranch di Giovanna Marazzi e alterna il tempo di qualità tra i cavalli con l’attività in un negozio di prodotti per animali a Milano. Silvia, che monta dall’età di 11 anni, prepara le gare con Moreno Sacchi ‘in regia’ e scende nello show-pen per la Lombardia ormai da molti anni.
La sua storia nel reining inizia con una super cavalla allevata da Roberto Prevosti, Who Whiz Kid, con la quale partecipa al suo primo campionato Rookie. Dopo di lei, nel 2017, quella che definisce una magnifica opportunità: comprare Ruf Little Chex dal trainer Nicola Sergio.
I primi anni non sono stati facilissimi perché Ruffy, questo il nome di scuderia di Ruf Little Chex è un cavallo abbastanza particolare, con carattere… Ci è voluto un po’ al binomio per mettersi insieme. Una volta trovata la chiave grazie all’aiuto dello stesso Prevosti, dal 2019 in poi è stato un percorso a segno più.
Il must di Silvia è cercare di rispettare il più possibile le esigenze del suo cavallo, stando molto attenta a ciò che lui comunica durante le sessioni di allenamento e in gara. «È un cavallo molto vero, che ti trasmette il suo stato d’animo. Così più lo ascolto più i risultati migliorano».
Dalla pur vincente finale di Campionato dello scorso maggio «Il cavallo è decisamente migliorato», spiega l’amazzone. «Con Moreno abbiamo cercato di capire come facilitargli ogni manovra e come poterlo mettere più a suo agio in gara. Ruffy è un cavallo che ha la necessità di sentire fiducia nel proprio cavaliere. È un cavallo empatico e come tale va rassicurato soprattutto in gara. Sotto il profilo tecnico, a livello di manovre, abbiamo lavorato principalmente sui cerchi, che sono decisamente migliorati. Oltre a questo Moreno ha fatto un grande lavoro anche su di me, portandomi ad avere, a mia volta, totale fiducia nel mio cavallo. Credo sia stato questo il cambiamento più importante».
Ruf Little Chex è soprannominato anche Raffaele. Sauro, 11 anni, figlio di Lil Ruf Trouble e Nu Dynamite Chex, è stato allevato da Luigi Parise. Nella sua vita è passato sotto la sella di trainer come Andrea Manucci, Francesco Martinotti, Nicola Sergio, con il quale ha vinto il Derby livello 1 nel 2016.
Secondo Silvia, Ruffy è un “bello, impossibile”. «Il classico ragazzaccio di cui tutte le donne si innamorerebbero. Atleticamente e fisicamente non c’è nulla da aggiungere. È perfetto. Mentalmente lo definirei “impegnativo”. Non molla un secondo la presa e tu devi essere sempre presente sia a casa in allenamento sia in gara».
Pensando alla sua gara, infine, Silvia commenta: «Se potessi tornare indietro probabilmente cercherei di valorizzarlo di più negli spin. La cosa che invece mi è piaciuta sono stati i cerchi. Ma nel complesso, quando finisco una gara con lui sono sempre soddisfatta, perché se qualcosa non va di solito è per colpa mia e lui spesso la “rimedia”. Posso solo dire di essere tremendamente fortunata e perdutamente innamorata di lui!».
Il secondo e il terzo gradino del podio Non Pro vanno rispettivamente a Simone Sbrighi in sella a Splitmartin (score 212,5), già Intermediate Non Pro Champions 2020, e a Diana Nanni con MP Gun It To Go Mars (210,5).
Nella Intermediate Non Pro, il secondo miglior punteggio e il terzo posto dopo il co-championship sono di Luca Ottaviani con Im A Snappy Dunit (211,5), mentre il podio medio e basso nella Limited Non Pro vanno a Rebecca Padrini con Conquistador Money e un 212,5 e Silvia Cioli che in sella al suo Splendit As Gump BB si aggiudica un buon 210.
Italian Champions Over 50: Domenico Giannitti e Osvaldo Sperotto
Anche nella finale dei senior troviamo una riconferma rispetto ai titoli 2020. È quella di Domenico Giannitti, che a maggio aveva guadagnato il podio della categoria Over 50 Non Pro insieme a Saturday Loves Wimpy (nickname Valentina, una bella femmina saura allevata all’Ambrosini QH e figlia di Saturdaynight Custom e Wimpys Surprise Chex). Giannitti ha ora ripetuto la sua impresa a quota 141 con un nuovo compagno: Doc Genuine Taris, per gli amici semplicemente “Doc”, uno stallone sauro di 8 anni figlio di Cyberchip per Cutter Holiday Jacs.
Per Domenico questo è stato davvero un grande Futurity, come cavaliere ma soprattutto come allevatore. Provengono infatti dal suo piccolo breeding center sia Doc sia, e nientemeno che, il 2021 Nrha European Futurity e Irha 4YO Futurity Champion GD Peptos Olena Blue, incoronato solo sabato scorso nella grande finale dei 4 anni. «Questo cavallo ci ha regalato veramente tantissimo. Devo ringraziare per primo Stefano Cerutti che lo ha iniziato e a contribuito alla sua formazione agonistica. Un substrato sul quale Mirko Midili ha potuto lavorare per farlo esprimere al massimo del suo valore», spiega il già Novice Riders Italian Champion 2018 (in quel caso in sella a Sailor Boom). «Diciamo che quella di allevare cavalli è una passione che mi ha trasmesso mio padre. Inizialmente lo facevamo per gioco, ma ora sto cercando di darmi un criterio, ricercando negli stalloni quello che manca alle mie fattrici e puntando al miglioramento continuo. Con un po’ di fortuna sembra che stia funzionando!». A latere di questa grande passione, Domenico è un imprenditore, e la sua azienda produce cavi e cablaggi che sono il sistema nervoso di moltissimi tra gli oggetti di uso comune o professionale che utilizziamo ogni giorno, dalla macchina del caffè all’automobile ai computer e molto altro. Vive a Frassinello Monferrato, in provincia di Alessandria, monta a cavallo dal 1990 e in reining dal 2016, normalmente nella propria scuderia. Completa la sua preparazione alle gare recandosi, quando riesce a trovarne il tempo, in due delle più note strutture piemontesi: La Peschiera e il 23 QH. Si affida quindi a più di un trainer. Cita Stefano Cerutti, Federico Del Zoppo e Lorenzo De Simone oltre a collaborazioni con Mirko Midili e Gennaro Lendi.
Se deve paragonare la bella femmina con cui ha vinto il titolo Italiano a maggio e Doc, dice che sono piuttosto simili: «La loro lealtà in gara è fantastica. Doc ha una marcia in più solo grazie alla sua precedente carriera agonistica e quindi esperienza». Con un Lte di oltre 11.500 dollari, infatti, lo stallone ha dalla sua il Futurity Championship Open level 2 nel 2016 insieme a Stefano Cerutti, le finali del Derby Open L2/1 nel 2018 con Alex Tomè e poi, passato alle Non Pro insieme al proprietario, ha guadagnato le finali del Derby 2019 e 2020, anno per il quale è anche (ex aequo) sul terzo gradino del podio nel Campionato Italiano Intermediate Non Pro.
“A volte tornano” vale anche per il Fise-Irha Italian Champion Over 50 Open, titolo per il quale si ripropone un binomio che lo aveva già vinto nel 2019. Ovvero quello composto da Osvaldo Sperotto e dal suo Les Whimpys. 56 anni, qualificato in Veneto dove vive e lavora gestendo insieme a sua moglie un Centro Ippico a Sant’Orso in provincia di Vicenza, la storia di Osvaldo con i cavalli inizia, negli anni Novanta, con le gare di performance in cui gareggiava e in cui ha portato al successo tanti allievi. «Il mio ruolo preferito e principale è quello di istruttore», spiega, «e anche il mio show record è più come istruttore che come cavaliere». Quello del 2019 è stato in effetti il primo titolo importante per Osvaldo, sfiorato nuovamente nell’edizione 2020 dove la coppia si è classificata terza, e bissato con il successo in questa edizione 2021 “All Futurity” grazie a un punteggio di 140. Il professionista veneto, che per quanto riguarda il reining ha come punto di riferimento Nicola Cordioli, aggiunge: «Fra la gara del 2019 e questa il cavallo è cambiato solo in solidità… è forse un po’ più facile da gestire, anche perché ci conosciamo meglio. Ma le sue buone doti erano già tutte presenti due anni fa. Lui non fa mai sorprese: come è fuori è dentro. Sempre un po’ sull’occhio, ma gestibilissimo. Tecnicamente credo che abbia uno spin degno di merito».
Les Whimpys è un castrone di 8 anni soprannominato “Il Biondo”, figlio di Wimpy Little Remedy e What Ruf Peppy e allevato da Roberto Gatti. È stato addestrato personalmente da Osvaldo con l’aiuto di Cordioli.
Il podio delle Over 50 si completa con i Reserve Champions Open e Non Pro che sono rispettivamente Giacomo Carminati insieme a Frost Of Century 21 e Domenico Di Biase con Arc Walla Snap, e con le terze piazze: Mauro Vittorelli in sella a Call Me Spook di Carola Toia e, per la Non Pro, un ex aequo tra lo stesso Carminati, che ha corso in entrambe le categorie, e Fabrizio Magni con Gunner Likestoboggie.
Ladies Italian Champion: Pia Boonstoppel
È lei la Lady d’Italia 2021. Alla diciottenne di Lommel, in forze a Elementa, va il titolo del reining in rosa con uno score di 142,5, conquistato in sella a Kn Made My Whiz.
Ma riavvolgiamo un attimo il nastro e facciamo conoscenza con questa giovane reiner.
Pia è originaria di un comune della provincia fiamminga del Limburgo belga. La prima volta che ha montato a cavallo aveva 7 anni e, come spesso accade nel nord Europa, l’approccio è stato con il salto ostacoli e quindi con il dressage. Le ci sono voluti quattro anni – che a quell’età non sono assolutamente nulla – per comprendere che il suo cuore batteva sì per la precisione imparata con il dressage, ma in una forma un po’ diversa. E con cavalli altrettanto diversi. A 11 anni Pia si avvicina quindi al reining e da allora non l’ha più abbandonato. In Olanda, Anne Grether è stata la sua prima trainer, quella che l’ha formata. E l’ha fatta crescere come una giovane donna di cavalli, in grado, a soli 18 anni, di trasferirsi ‘armi e bagagli’ a Bracciano e di entrare a testa alta in una scuderia di prestigio come quella di Maria Cecilia Fiorucci, con il ruolo di assistant trainer dell’iconica Cira Beack.
Per Pia, non esistono due cavalli uguali. Ciascuno ha una propria precipuità e quindi gli si deve ‘cucire addosso’ un addestramento totalmente sartoriale. Un addestramento pensato proprio per lui.
Di più. Per Pia, la cosa più importante è addestrare sempre i propri cavalli in maniera rispettosa e leale, e il suo partner in questo titolo, Kn Made My Whiz sicuramente gliene è grato. E ricambia con dolcezza… Tanto da portare il soprannome di Kinder… «Proprio come il cioccolato» scherza Pia.
Castrone sauro di 6 anni, Kinder è figlio di Hesa Mega Whiz x Made To Surprise. Allevato da Andrea Castrucci, è stato montato da Luca Dossetto per poi passare sotto la sella della Boonstoppel circa 7 mesi fa. «Trovo che sia un cavallo estremamente generoso. Pronto a darti l’anima senza forse e senza ma, in qualsiasi circostanza. Mi è piaciuto moltissimo montarlo in questo Campionato. Francamente sono stata strafelice di avere avuto l’opportunità di partecipare a queste finali. Mi ha colpito l’enorme sforzo compiuto quest’anno: una premiazione stupenda e premi eccezionali. Nella mia prova ci sono stati dei punti in cui avrei potuto fare meglio… Come gli stop per esempio. Sicuramente ci lavorerò su prima di venerdì». Quando la coppia, nella penultima giornata di gare a Cremona, calcherà nuovamente lo show-pen per cercare di aggiudicarsi il titolo nella finale Limited Open.
A podio nella Ladies anche la Reserve Champion Lavinia Padrini con il suo Mc Smoking Lupin e il binomio Lisa Bianchi/Fnl Marilyn Gun che si piazza in terza posizione ex aequo con Viola Bruscagli e Colonel Jaba.
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Fonte: Italian Futurity press office by Horsesense