Bologna, 12 novembre 2022 – A Verona Fiere, tra una gara vista dalle tribune e un salto tra gli stand espositivi per fare gli ultimi acquisti, ci sarà una piccola “chicca” da visitare all’interno dei padiglioni del Futurity: l’Irha, in questo caso tramite l’efficiente braccio organizzativo del Vicepresidente Alessandro Meconi, ha deciso di muovere un primo emozionante passo verso la riconquista della propria storia allestendo una vera e propria Champions Parade, in cui verranno esposte le foto dei Campioni Open e Non Pro del Futurity italiano (titoli pieni/L4) dal 1985 fino all’edizione 2021.
A Verona Fiere, tra una gara vista dalle tribune e un salto tra gli stand espositivi per fare gli ultimi acquisti, ci sarà una piccola “chicca” da visitare all’interno dei padiglioni: l’Irha, in questo caso tramite l’efficiente braccio organizzativo del Vicepresidente Alessandro Meconi, ha deciso di muovere un primo emozionante passo verso la riconquista della propria storia allestendo una vera e propria Champions Parade, in cui verranno esposte le foto dei Campioni Open e Non Pro del Futurity italiano(titoli pieni/L4) dal 1985 fino all’edizione 2021.
Una rassegna dedicata a chi in sella – giorno dopo giorno – ha messo i primi capelli bianchi e magari qualche chilo in più, ma anche ai giovanissimi. Anzi, il percorso è forse rivolto a loro più di tutti, per ricordare ai ragazzi di oggi che questo angolo dorato fatto di spin e sliding stop, di copertine patinate e campioni da imitare, è nato molti anni fa sui sogni improbabili e sulla fatica immensa di un manipolo di eroici entusiasti (visionari?) che hanno portato uno spicchio di mondo western fin qui in Italia.
Chi si avvicina oggi al nostro mondo e magari dà per scontate le grandi kermesse e i grandi montepremi, gli stand luccicanti e i mille accessori da gara, avrà modo di guardarsi indietro e cogliere forse, in quelle prime foto sbiadite e dalle luci incerte, quello che è stato un lungo cammino sostenuto unicamente da una cosa: la passione di chi ci ha preceduti.
Sarà un vero e proprio tuffo nella storia, un percorso della memoria per ritornare agli albori del nostro sport quando un manipolo di pionieri appassionati iniziarono a importare gli sconosciuti Quarter dagli States creando quella piccola comunità western style che diede vita al primissimo Futurity AICR del 1985, vinto allora dal compianto Peppo Quaini.
Dichiarazioni e intenti dei vertici Irha
«Con il consiglio Irha e il presidente Arcese tenevano a creare questa sorta di “museo”, di Hall of Fame, comunque vogliamo chiamarla» ha spiegato Alessandro Meconi. «Abbiamo iniziato dalle immagini del Futurity, come avevamo promesso in assemblea, ma l’idea è nel tempo di allargare e “fissare” questo recupero della nostra memoria attraverso vari mezzi. Che vanno dall’esposizione durante le nostre gare come sta avvenendo al Futurity, ad altri supporti di comunicazione compreso il web. Vorremmo raccontare tutta la storia del reining italiano e dei suoi protagonisti, arrivando a parlare dei vari passaggi e trasformazioni cui l’Associazione è andata incontro, dei suoi Campioni non solo Futurity ma anche Derby – ci stiamo già lavorando – e Maturity, dei suoi più grandi cavalli, di milestones come la nascita dell’Irhba, l’entrata in Fise o la nascita delle Associazioni regionali, del rapporto con Nrha e Fei. Ci sono mille momenti in questa lunga storia di successo fondata sull’impegno di tante persone a titolo gratuito, che vale la pena ricordare e mettere finalmente “nero su bianco”. Perciò quello cui tendiamo è una Hall of Fame “inclusiva” come si direbbe oggi. Che non si basi come quella americana più che altro sul contributo che i suoi membri hanno dato al business ma sul contributo che hanno dato alla storia, alla “cultura” del reining nel nostro Paese. Per me è veramente motivo d’orgoglio sapere che tutti coloro che verranno a Verona potranno iniziare a comprendere le pagine che l’Italia ha scritto per il nostro sport».
«Il mio ringraziamento va a Cochi Allegri – ha proseguito Meconi – che ci ha messo a disposizione il materiale del suo archivio e il prezioso lavoro del suo team, in particolare Betti Canei e Igor Rovatti, e naturalmente ad Andrea Bonaga che con le sue foto ha documentato la storia del reining negli ultimi vent’anni, così come fece Paolo Ferraboschi prima di lui. Tutte persone che negli anni si sono dedicate all’Associazione, in prima linea o dietro le quinte, e che sono state sempre disponibili e presenti».
Fonte: Mauro Penza