Bologna, 13 luglio 2023 – Senza grossi timori di smentita, possiamo tranquillamente affermare che il reining azzurro ha messo a segno un record che difficilmente potrà essere eguagliato negli sport equestri. In un’unica trasferta, quella del Campionato del Mondo di Givrins, in Svizzera, i nostri atleti e le loro squadre hanno conquistato 11 medaglie. Il che significa che dagli Open fino al parareining, passando per tutte le varie suddivisioni per età, i nostri atleti, con squadre in tutte le categorie, sono andati a podio. In molti casi conquistando il metallo più prezioso. Per essere precisi, 5 ori, 3 argenti, 3 bronzi.
Una performance che ha fatto saltare sulle sedie dalla gioia l’intera Fise e che ha regalato a tecnici, atleti e ai loro supporter momenti davvero indimenticabili.
Al di là dei risultati in termini di numeri e percentuali (che comunque possono essere consultati QUI ) abbiamo cercato di capire qual è stato il clima complessivo di una trasferta tanto positiva.
«Una trasferta stupenda. Straordinaria» ha commentato Adriano Meacci, selezionatore senior e tra quei reiner che hanno ‘assaggiato’ nella loro carriera il sapore di quando il reining parlava anche di bandiere. Ovvero prima dell’esodo dalla Fei e dal ‘divorzio’ con l’Nrha.
«Il giorno della consegna delle camicie, a Casa Fise, ai ragazzi brillavano gli occhi… E ancora non avevamo vinto niente!».
Già, il senso di appartenenza nazionale… quel quid in più che da sempre anima le Coppe delle Nazioni di tutto il mondo e che nel reining oramai non è che un cocente rimpianto.
«A Givrins è stato tutto perfetto. Dall’ospitalità di Corinna (ndr, gli impianti ospitanti di questo mondiale appartengono a Corinna Schumacher) all’armonia goliardica di Casa Fise. Davvero una bella sensazione. Una grande famiglia allargata fatta di atleti, genitori, tecnici… Tutti si sono dati una mano. I più esperti si sono messi a disposizione dei più giovani che hanno ricambiato portando tutta la loro esuberanza e freschezza. E le cose sono andate davvero bene. Con così tanti successi, ovviamente la prima soddisfazione viene da tutti i nostri atleti che hanno lavorato sodo per arrivare fino a qui. Ma mi piace sottolineare anche la positività rappresentata dall’essere in gara per i ‘colori nazionali’. I reiner più giovani non hanno avuto come me la fortuna di scendere in arena per l’Italia in occasioni importanti e questo senso della bandiera manca un po’ alla nostra disciplina. Senza addentarsi in un discorso politico, posso solo testimoniare di quanto fosse bello il clima dei CRI e poi dei Mondiali (Weg). Ripensare oggi a una formula sulla falsariga dei CRI potrebbe offrire più di un vantaggio».
Alla domanda su quale sarà dopo questo mondiale il futuro del reining azzurro, Meacci lascia tutte le porte aperte.
«Grazie al supporto della Fise e del Dipartimento continueremo con le nostre gare e i nostri circuiti. Il reining è una disciplina molto seguita e continua a produrre numeri estremamente lusinghieri. Per quanto riguarda la nostra qualità… Beh, questo mondiale ci ha dato delle belle conferme. Tutto il resto lo lasciamo nelle mani di chi decide. Rimanendo fermi sulla nostra disponibilità a dare sempre il massimo».
A dimostrazione di quanto la competizione in rappresentanza per la propria nazione sia sentita, a Givrins si sono contate otto compagini (Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Svizzera) oltre ad Austria e Olanda con binomi a titolo individuale.
Una nuova stella che si chiama Martina
Dopo aver tanto applaudito titoli e medaglie per il paradressage di Sara Morganti, da Givrins arriva anche il magnifico successo di un’altra amazzone ‘speciale’, la parareiner Martina Panizza, campionessa del mondo a 14 anni.
«Non posso descrivere i miei sentimenti in questo momento – ha detto Martina al termine della gara – tutto quello che posso dire è che sono al settimo cielo! Il livello della competizione oggi era davvero alto ed è incredibile aver vinto la medaglia d’oro, ma la cosa più bella di questo evento è che è molto divertente e il lavoro di squadra trasmette una grande sensazione che ti fa capire realmente il valore del Team».
Parole piene di emozione quelle di Martina, almeno quanto quelle di Alessandro Pavoni, selezionatore del parareinig azzurro e ‘papà’ di tante delle iniziative che hanno consentito a questa disciplina emergente di decollare con risultati eccellenti.
«Il clima che si è respirato dall’inizio alla fine di questa trasferta è stato quello di una festa in una grande famiglia. C’è stato il massimo coinvolgimento e tutti gli atleti sono stati sempre insieme. I ragazzi erano tutti ben preparati, pronti e agguerriti. L’oro a squadre ci è sfuggito davvero per un soffio ma alla fine anche la medaglia d’argento sottolinea il nostro successo» racconta Pavoni.
«Il parareining si è trasformato da progetto a realtà in pochissimo tempo: in quattro anni siamo riusciti ad arrivare a un Mondiale come questo di Givrins e portare a casa un oro e un argento. Sono risultati importanti, per i quali un ringraziamento particolare va alla Fise che ha creduto in noi e ci ha supportato con ogni mezzo. Il nostro parareining conta oggi 15 atleti già confermati, ma i numeri stanno crescendo in fretta».
Alla doverosa domanda sul prossimo futuro, Alessandro Pavoni ha le idee chiare. «Per quanto riguarda noi italiani, il prossimo appuntamento sarà con le finali del Campionato Italiano. Se invece volessimo pensare anche oltre… qualche Special Event per il parareining sarebbe un bell’obiettivo da raggiungere… Vedremo… Intanto ci godiamo queste medaglie».
La lettera dell’Irha
Il Consiglio Direttivo IRHA orgoglioso dei risultati ottenuti ringrazia infinitamente i Coach Adriano Meacci, Alessandro Meconi e Alessandro Pavoni, la Federazione Italiana Sport Equestri, il referente FISE Stefano Serni, lo Chef D’equipe Andrea White, la Psicologa Sportiva Dott.ssa Elena Giulia Montorsi e tutti i cavalieri partecipanti, i proprietari, e i genitori per aver contribuito alla riuscita di questa meravigliosa trasferta.
Viva l’Italia!
Il Direttivo IRHA