Bologna, lunedì 6 novembre 2023 – La sua medaglia d’oro individuale (e oro a squadre) alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 racchiude in sé un valore simbolico, oltre che – naturalmente – quello di un grandioso successo sportivo e agonistico.
Quella medaglia, infatti, è venuta a seguito di una serie di prestazioni che hanno riaffermato il valore (appunto) di un concetto di equitazione, di uno stile di equitazione, di un modello di equitazione che fin dagli anni Settanta era stato messo in ombra dalla potenza tedesca che faceva della forza e dell’imposizione dell’uomo sul cavallo la sua arma di successo (e quindi cavalli fisicamente grandi e possenti, muscolosi e ‘freddi’).
Joe Fargis invece si è presentato a Los Angeles in sella a Touch of Class, una cavallina purosangue minuta e agile, nevrile e scattante, montando in leggerezza, in avanti, fluido e scorrevole: secondo i dettami più tipici dell’equitazione caprilliana e quindi italiana. Come vero e proprio ri-valorizzatore di ciò che una volta uscito dai confini italiani era stato battezzato ‘forward-riding’: monta in avanti, che in Piero e Raimondo d’Inzeo aveva avuto i rappresentanti più significativi.
Proprio da quel trionfo è partito un processo di diffusione di un’equitazione più moderna rispetto al macchinoso armamentario tedesco: e se oggi quasi tutto il mondo pratica proprio quel tipo di equitazione lo si deve in buona parte a lui, a Joe Fargis, oltre che – naturalmente – ai padri fondatori della cosiddetta equitazione naturale che sono tutti italiani, partendo dal numero uno, Federico Caprilli.
Dopo la vittoria di Los Angeles, Joe Fargis è stato richiesto un po’ dappertutto per incontri didattici, lezioni, approfondimenti, dimostrazioni. Anche in Italia, ovviamente: ed è rimasta ormai famosa la battuta che lui fece allora (era forse lo stesso 1984, o poco dopo… ), quando disse “Ma come, venite a cercare me quando avete in casa Raimondo d’Inzeo?”.
Tutto questo per dire che l’incontro organizzato da Mauro Atzeri e da Gianluca Lupinetti con Joe Fargis domani e mercoledì rappresenta un’occasione favolosa per approfittare della sapienza tecnica di questo personaggio straordinario. L’appuntamento è al Circolo Ippico Il Ghiro che si trova a Busto Arsizio (Varese), molto vicino all’aeroporto di Malpensa, ospiti la proprietaria del centro Valentina Carbonelli e suo marito Massimo Gianello. Tre riprese al giorno, due al mattino e una al pomeriggio, evento aperto al pubblico e riservato a cavalieri con autorizzazione a montare di 1° e 2° grado (i partecipanti sono in totale quindici, cinque per ripresa).
L’idea di questo incontro con Fargis è venuta a Mauro Atzeri (cavaliere di alto livello internazionale, allievo di Raimondo d’Inzeo al Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro, poi trasferitosi negli Stati Uniti dove ha potuto lavorare molto con Fargis) e a Gianluca Lupinetti (cavaliere e istruttore a sua volta, grande estimatore di ‘quel’ tipo di equitazione trasmessagli da suo padre Uberto), semplicemente chiacchierando. Dal dire al fare: ed ecco che domani comincerà tutto.
Comincerà, sì: perché l’idea di Gianluca Lupinetti e di Mauro Atzeri, condivisa con lo stesso Joe Fargis ovviamente, sarebbe quella di dare continuità nel tempo a questi incontri, spostandoli in varie località d’Italia per dar modo alla più gran parte di persone di poterne approfittare. Intanto si parte da qui: dal Circolo Ippico Il Ghiro. Occasione imperdibile anche solo per starsene seduti su una sedia, se non proprio su una sella, ad ascoltare e guardare.