Bologna, martedì 29 ottobre 2024 – Massimo Grossato è uno dei cavalieri di eccellenza sulla scena del salto ostacoli azzurro degli ultimi trent’anni. Adesso lui di anni ne ha 49 e fin da quando era un giovane allievo le sue qualità sono risultate evidenti. Ma come accade nel caso di tutti i cavalieri del mondo – a maggior ragione nel caso dei più bravi – anche per lui c’è stato il cavallo della vita, quello che ha contribuito in modo determinante a valorizzare al massimo e al meglio le sue qualità… il cavallo che ha rappresentato il crocevia della sua carriera aiutandolo a trasformarsi da giovane brillante promessa in accertata e consistente realtà, vale a dire ciò che Massimo Grossato è oggi e che continuerà a essere domani. Questo cavallo è Elkintot.
Questa mattina Elkintot ci ha lasciato: fisicamente per sempre, ma spiritualmente destinato a rimanere vivo senza soluzione di continuità nell’anima e nel cuore di Massimo Grossato e di tutti coloro i quali hanno condiviso con lui il suo magnifico percorso sportivo e agonistico sotto la sella del cavaliere torinese. E se per Massimo Grossato Elkintot è stato il cavallo della vita, per Elkintot il cavaliere della vita è stato Massimo Grossato…
Nato nel 1992, stallone baio francese figlio di Le Tot de Semilly e di una figlia di Jalisco B (come si vede un distillato di due tra le migliori linee genealogiche francesi), Elkintot è arrivato sotto la sella di Massimo Grossato ai suoi cinque anni di età. Come se non bastasse ciò che in campo ha rappresentato per il campione azzurro, Elkintot racchiude in sé un valore ulteriore proiettato sulla vita emotiva e sentimentale di Massimo: perché l’uomo che lo ha acquistato è Giuseppe Grossato, padre di Massimo, figura determinante nella storia ovviamente di famiglia ma anche sportiva di tutti i suoi figli e che ci ha lasciato troppo presto…
Massimo Grossato ed Elkintot avviano insieme un cammino sportivo che dalle prove riservate ai cavalli giovani li conduce rapidamente sulla ribalta delle più importanti gare del mondo: fanno parte della squadra italiana che affronta le Coppe delle Nazioni di Aquisgrana, Roma, Dublino, La Baule, Rotterdam, Gijon, Falsterbo, le finali del circuito mondiale sempre di Coppa delle Nazioni di Madrid 2001 e di Barcellona 2003 (Italia rispettivamente al 6° e 3° posto). Ma soprattutto il Campionato del Mondo di Jerez de la Frontera nel 2002 dove risultano il miglior binomio azzurro dopo Gianni Govoni e Havinia (5° posto) classificandosi in diciottesima posizione sul totale di 97 partecipanti portando a termine una serie di magnifiche prestazioni. E poi il Campionato d’Europa di Donaueschingen nel 2003, fondamentale per l’Italia poiché lì la rappresentativa azzurra con il 6° posto su diciotto squadre conquista la qualificazione alle Olimpiadi di Atene 2004, le ultime cui l’Italia ha preso parte: purtroppo un infortunio negherà poi a cavallo e cavaliere la partecipazione olimpica…
Massimo Grossato su El Kintot in totale conta ventisette presenze nella squadra azzurra: venticinque in Coppa delle Nazioni più le due nei campionati internazionali. Un dato eloquente dell’importanza e del valore che questo binomio ha costituito per l’Italia nell’arco di tempo compreso tra il 1999 (anno dei primi concorsi internazionali) e il 2006, ultima stagione di gare per il figlio di Le Tot de Semilly.
“Elkintot è stato con me 28 anni, di cui 18 a casa mia a riposo, era davvero uno dei componenti della mia famiglia”, dice Massimo Grossato. “Spero di avergli dato la miglior vecchiaia possibile perché se non ci fosse stato lui probabilmente io oggi farei tutt’altro nella vita! Sarà per sempre il cavallo del mio cuore”.