Bologna, sabato 9 marzo 2019 – Bionda e con gli occhi azzurri: Weihaiwej sarà per sempre ricordata grazie a questo particolare di grande suggestione, oltre che per i suoi successi sportivi. Alla ragguardevole età di 35 anni ci ha lasciato una cavalla che ha attraversato la storia del salto ostacoli con il portamento della grande e affascinante protagonista, legata nel cosiddetto immaginario collettivo a due nomi in modo quasi indissolubile: Franke Sloothaak e San Patrignano.
La storia comincia nel 1993 ovviamente grazie a Vincenzo Muccioli, il quale aveva le idee molto chiare: per far conoscere San Patrignano a livello internazionale nel mondo dello sport equestre abbiamo bisogno di un grande cavaliere, di un grande cavallo (più di uno, in realtà… ) e di un grande risultato. Si dirà: bella forza, chiunque sa fare un ragionamento del genere. Vero, chiunque: ma pochi, pochissimi, sanno poi metterlo in pratica e far così corrispondere al 100% l’idea con la realizzazione. Vincenzo Muccioli è tra i pochi che ci sono riusciti. Il grande cavaliere? Franke Sloothaak. Il grande cavallo? Weihaiwej. Il grande risultato? Oro individuale e a squadre nel Campionato del Mondo, a L’Aia nel 1994. Il massimo del massimo. Che poi nella stessa occasione anche la medaglia d’argento sia andata a un cavallo di San Patrignano montato da un grande cavaliere (Sissi de la Lande – al tempo ribattezzata Miss di San Patrignano – con Michel Robert) rende formidabile il successo della comunità riminese, ma nulla aggiunge alla portata mediatica del trionfo di Sloothaak, che anche senza il grande risultato di Robert avrebbe comunque illustrato al meglio l’immagine di San Patrignano.
A ben vedere poi la storia di Weihaiwej è stata scritta in un senso grazie soprattutto a pochi centesimi di secondo. Quelli che Michel Robert ha impiegato in più proprio in sella a Weihaiwej nella finale con lo scambio dei cavalli: se il francese in quell’occasione non fosse stato penalizzato sul tempo massimo, avrebbe chiuso la finale a pari penalità con Sloothaak e allora ci sarebbe stato un barrage nel quale i due compagni/avversari si sarebbero riaffrontati in sella ai propri cavalli. E come sarebbe andata a finire? Magari oggi saremmo qui a raccontare le epiche gesta di Sissi de la Lande. Ma si sa, spesso la storia, anche quella più importante e non solo sportiva, è fatta di sincronie apparentemente minime i cui esiti si rivelano però di enorme portata. In questo caso, poi, potremmo aggiungere anche un pizzico di romanticismo: Weihaiwej ha penalizzato Robert per regalare il trionfo al suo cavaliere…
Insomma, la si può rigirare come si vuole, ma alla fine la protagonista assoluta è rimasta pur sempre lei, Weihaiwej. E giustamente, bisogna dire. Anzi, illustrando al meglio un concetto fondamentale dello sport equestre: per vincere non è indispensabile essere in assoluto i più forti, è indispensabile al contrario programmare bene l’attività agonistica in vista di un appuntamento e cercare di arrivarvi al meglio della propria forma fisica. Anche questo è un ragionamento elementare da fare in teoria, ma davvero molto difficile da mettere in pratica: la storia del salto ostacoli è piena di grandi cavalli e di grandi cavalieri che non hanno mai vinto una medaglia solo perché al momento del dunque non hanno saputo o potuto rendere secondo le loro reali qualità.
Dunque non è necessario essere i più forti. E infatti Weihaiwej in quel 1994 non era la più forte. Pur a un livello di eccellenza assoluta, non la si poteva tuttavia considerare tecnicamente superiore a una Ratina Z o a una Dollar Girl, solo per citare altre due formidabili cavalle che in quel mondiale le sono rimaste alle spalle. E nemmeno nell’ambito della propria scuderia Weihaiwej poteva essere considerata la più forte in assoluto: era infatti ben chiaro già da allora che il numero uno di San Patrignano era il due anni più giovane (classe 1986) Joli Coeur. Oggi, a distanza di tempo e risultati alla mano, non si può che confermare tale gerarchia. Ma Joli Coeur non ha mai vinto un mondiale, Weihaiwej sì. E – torniamo a dire – del tutto meritatamente: perché in quei cinque giorni di gare a L’Aia la compagna di gara di Sloothaak è stata uno spettacolo per gli occhi. Praticamente un perfetto meccanismo fatto di sangue, muscoli e cervello, calibrato e registrato per ottenere il successo finale: la medaglia d’oro. E sappiamo bene come nello sport siano i grandi risultati quelli che rimangono ben chiari nel ricordo collettivo: un cavallo che vince il Campionato del Mondo sarà sempre più ‘importante’ di uno che vince venti Gran Premi.
Weihaiwej in più aveva due caratteristiche che l’hanno ben contraddistinta fin dall’inizio: gli occhi azzurri e un nome davvero particolare. Gli occhi di quel colore su di un mantello sauro biondo addosso a una cavalla che vince una medaglia d’oro (anzi due) hanno suggerito le immagini più suggestive e favolose, come è normale che sia. Il nome, invece, di origine cinese, ha dato modo a tutti gli speaker del mondo di esibirsi nelle pronunce più disparate e – talvolta – esilaranti: in Spagna Ueauè, in Germania Faiaifai, in Francia Uesciauei, solo per dirne alcune. Ma qual è la pronuncia corretta? Mistero… Sta di fatto però che a San Patrignano, dove la cavalla è tornata a fine carriera agonistica per fare la mamma (sempre e solo in embryo-transfer), hanno deciso di dare a tutti i suoi figli nomi di origine cinese, tanto per mantenere la continuità materna, a partire dalla primogenita, Taj di San Patrignano, nata nel 2001.
Weihaiwej era una cavalla saura di razza Oldenburg nata nel 1984. Il padre Westminster (morello Hannover nato nel 1980) è un figlio di Weltmeister (1973, Hannover da Wedekind x Don Carlos), stallone famoso per aver dato i natali a Welt As, a sua volta padre di quel Bonfire che con l’amazzone olandese Anky van Grunsven ha vinto tutto il vincibile in dressage. Sicuramente Weihaiwej è il prodotto migliore e più importante di Westminster in salto ostacoli. La mamma di Weihaiwej è Andaechtige, figlia del grande capostipite Grannus (1972-1993, Hannover da Graphit x Ozean), stallone dal quale sono provenuti direttamente e indirettamente alcuni tra i più grandi campioni e padri di campioni degli ultimi vent’anni. Ecco come lo stesso Franke Sloothaak ha raccontato l’arrivo di Weihaiwej a San Patrignano: «L’abbiamo comperata nel 1993, e al primo concorso con me, lo Csio di Roma, ha subito fatto un doppio netto in Coppa delle Nazioni, cosa che mi ha ulteriormente confermato la sua grande qualità. Anche i suoi occhi azzurri la rendevano speciale: un cavallo fuoriclasse, fuori dalla norma, deve avere anche alcune caratteristiche particolari. Se Milton fosse stato sauro, per esempio, non sarebbe stata la stessa cosa: il suo mantello e la sua criniera, unitamente alle sue eccezionali doti tecniche, lo hanno reso assolutamente unico. Lo stesso penso sia accaduto per Weihaiwej e i suoi occhi azzurri. Anche la sua storia è abbastanza particolare. Prima che la comprasse Vincenzo Muccioli era di proprietà di un cavaliere che in Germania faceva gare di livello nazionale; in effetti la cavalla era richiesta da più parti, ma non era in vendita dato che il suo proprietario non aveva alcun problema di ordine economico e in più la considerava un soggetto troppo speciale. Anche a me la cavalla piaceva, ovviamente, così mentre stavo lasciando Paul Schockemöhle per andare a San Patrignano ebbi un contatto con questo proprietario tramite una terza persona: venni a sapere che io ero considerato l’unico cavaliere al quale lui avrebbe eventualmente acconsentito di affidare la cavalla. Quando ci parlammo di persona lui mi disse: “Tu sei il migliore quindi devi montare il cavallo migliore”. Proponemmo la cosa a Vincenzo Muccioli e l’affare si concluse, anche se con qualche difficoltà legata al perfezionamento del contratto nel quale furono inserite alcune clausole particolari tipo quella per cui Weihaiwej avrebbe potuto avere solo me come cavaliere».
Da lì l’inizio di questa storia bellissima… Nel 1993 vittoria del Gran Premio dello Csio di Francia a La Baule e della Coppa delle Nazioni di Roma, nel 1994 il 2° posto nella finale della Coppa del Mondo e poi il trionfo favoloso nel Campionato del Mondo di L’Aia con l’oro individuale e a squadre. Poi altri risultati importanti in Gran Premi e Coppe delle Nazioni ma senza più raggiungere quel vertice scintillante del biennio 1993-1994. Weihaiwej ha quindi trascorso tutto il resto della sua vita a San Patrignano, trattata e considerata come una vera e propria principessa. Per giunta dagli occhi blu…