Aquisgrana, 21 luglio 2017 – Bisogna essere sinceri: avevamo accarezzato l’idea di un risultato… sì, insomma, di un risultato simile a quelli cui i nostri cavalieri e cavalli ci hanno abituato grazie a prestazioni favolose in gare da sogno. Aquisgrana, il tempio del salto ostacoli, sarebbe stato il coronamento perfetto e migliore di un cammino fin qui magnifico. Adesso dire che è andata male è vero e non è vero nello stesso tempo. E’ vero perché la classifica dice sesto posto su otto squadre con un totale di 22 penalità contro le zero di una stratosferica Germania vincitrice. Ok, questo è un dato di fatto. Non è vero perché… beh, guardiamo la prima manche: Italia al quarto posto con 5 penalità e perfettamente in corsa per un piazzamento di vertice. Ora: se i nostri cavalli e cavalieri hanno fatto una prima manche così vuol dire che quello è il loro livello. Non si fa una prima manche così ad Aquisgrana per fortuna, per estemporaneità o per chissà quale altro sballato motivo. No. La si fa solo se in quella gara ci si sta in modo giusto, pertinente, coerente e adeguato. Naturalmente la gara si fa su due manche e non su una: qualcosa nella seconda è andato storto, ovvio, sennò il risultato sarebbe stato diverso. Ma è qualcosa che ci deve spingere a fare dei ragionamenti, non a dire che… è andata male, perché in realtà Juan Carlos Garcia su Gitano ha fatto una prestazione favolosa (4/0), Lorenzo de Luca su Ensor de Litrange (4/4) idem, mentre Piergiorgio Bucci su Casallo Z e Luca Marziani su Tokyo du Soleil hanno fatto due zeri nella prima manche! Due percorsi netti fantastici (Marziani penalizzato di un punto sul tempo, ma barriere zero), quindi due prestazioni che migliori non sarebbero potute essere. Purtroppo non ripetute… Piergiorgio Bucci conferma di aver sentito Casallo sforzare molto sulla doppia gabbia nel primo giro e quindi poi averne pagato il dazio nel secondo. Luca Marziani… beh, sono venuti degli errori che sicuramente hanno una loro giustificazione tecnica, anche se in questi casi torna sempre alla memoria la favolosa risposta che parecchi anni fa John Whitaker diede a un giornalista durante una conferenza stampa: il giornalista facendo una domanda che sottintendeva la richiesta di una profonda e circostanziata analisi tecnica, evoluta e raffinata, chiese il perché di alcuni errori del cavallo Welham, e Whitaker senza muovere un muscolo del volto rispose così: “Perché ha saltato troppo basso”. Esplosione di risate… In realtà Tokyo ha fatto due giri bellissimi: anche il secondo, certo, nonostante gli errori. Non dimentichiamo che quello composto con Marziani è un binomio in divenire sulle grandi gare, un binomio che prima di San Gallo non aveva mai affrontato Coppe delle Nazioni così impegnative, e soprattutto non dimentichiamo che cavaliere e cavallo stanno crescendo insieme: non bisogna mai trascurare l’importanza delle prestazioni che conducono a un risultato negativo, perché si impara più dagli insuccessi che dai successi, il miglioramento e il perfezionamento sono indotti più facilmente da qualcosa che non ha funzionato piuttosto che da tutto quello che va a meraviglia. In salto ostacoli si perde molto più di quanto si vinca, ma senza le tante sconfitte non ci sarebbero nemmeno le poche vittorie. Diciamo quindi che se Aquisgrana non ci ha dato l’esaltazione di Roma e San Gallo, e parzialmente anche di Rotterdam e Falsterbo, una volta superato il primo attimo di naturale e umana delusione ci offre comunque una grande opportunità per riflettere. Sapendo che siamo forti (non ci sarebbe stata nemmeno quella prima manche, altrimenti) e che proprio per questo dobbiamo muoverci alla ricerca di un continuo miglioramento. Ma su questo… percorso siamo già molto avanti, quindi…