Siena, 21 settembre 2017 – È uno dei migliori cavalieri italiani a livello internazionale. È toscano. È un vincitore.
Chi più e meglio di Emilio Bicocchi (40 anni) potrebbe dunque essere associato all’immagine del concorso di Bagnaia?
Un cavaliere che nel suo curriculum raccoglie la partecipazione a due edizioni del Campionato del Mondo e una di quello d’Europa, e che per ben tre volte si è laureato campione d’Italia assoluto.
«A Bagnaia sono legatissimo, fin quasi dalla mia infanzia equestre. Mi ricordo di aver vinto un Derby quando il concorso era ancora nazionale, al principio, non so più nemmeno quanti anni fa, forse venticinque. Sono sempre venuto quindi molto volentieri a Bagnaia, e ho sempre avuto la fortuna di andare bene».
I ricordi sono dunque molti, ma alcuni sono più chiari nella mente e nel cuore rispetto ad altri: «Beh, certo, direi che quelli più belli sono la mia prima medaglia in assoluto in un Campionato d’Italia: quella di bronzo young rider nel 1995 su Samurai du Pelon. Poi la vittoria nel Campionato d’Italia assoluto nel 2009 su Kapitol d’Argonne. E infine nell’ultima edizione, quella internazionale del 2015, la vittoria del Gran Premio con Ares e del Derby con Rockman de l’Abbaye. Una bella soddisfazione vincere le due gare più importanti nello stesso concorso».
Però Bagnaia lo si ricorda anche per altre ragioni, oltre alle vittorie: «Sì, è vero. Quello che colpisce è il fascino dell’evento, lo charme così caratteristico e particolare che lo contraddistingue. E poi la massiccia affluenza di spettatori: un pubblico di dimensioni davvero stupefacenti, una cosa alla quale in Italia non siamo abituati».
Dopo un anno di pausa nel 2016, adesso il concorso di Bagnaia ha ripreso il suo posto in calendario: «Per fortuna! Nel 2016 ha lasciato un grande vuoto… Adesso siamo tutti contentissimi di riaverlo. E speriamo di non perderlo più!».