Barcellona, 3 ottobre 2018 – Finale mondiale del circuito di Coppa delle Nazioni: domani si comincia. Barcellona, o meglio il Real Club de Polo è pronto a ospitare le quindici squadre che si contenderanno il titolo di campione di Coppa delle Nazioni per la stagione 2018: Austria, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Emirati Arabi Uniti, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Svezia. Regolamento della gara invariato: domani la sessione di allenamento, venerdì alle 20 la prima prova (un percorso di precisione, ma per le rappresentative che si dovessero trovare ex aequo per l’attribuzione dell’ottavo posto si calcolerà la somma dei tempi dei tre migliori percorsi di ciascuna) che servirà a selezionare le otto squadre che domenica affronteranno la finalissima (alle 15) e quelle che invece sabato disputeranno la consolazione (alle 21). Sia nella finale sia nella consolazione – un solo percorso – le squadre ripartono da zero: in caso di parità di penalità per il solo primo posto ci sarà un barrage al quale parteciperà un solo binomio per squadra; i non qualificati per il barrage nella consolazione saranno classificati sulla base delle sole penalità (e dunque ex aequo i pari penalità), i non qualificati per il barrage nella finale saranno classificati sulla base delle penalità e – nel caso di parità – con la somma dei tempi dei tre migliori percorsi.
Come arriva l’Italia a questa finale? Prima di tutto diciamo che non ci saremmo proprio arrivati, rispetto alla classifica stabilita dalla Prima Divisione (il girone dell’Europa al quale ovviamente partecipiamo noi), e come noi anche la Germania e la Spagna. A proposito della Spagna, facciamo una parentesi: la squadra iberica è presente in qualità di Paese organizzatore, ma troviamo profondamente ingiusto da un punto di vista sportivo che mentre tutte le altre squadre si devono qualificare attraverso un cammino agonistico una abbia invece il posto garantito in finale semplicemente in qualità di rappresentante il Paese organizzatore dell’evento, e a maggior ragione visto che l’organizzazione dell’evento è sempre stata assegnata a Barcellona… praticamente la Spagna ha il posto garantito da sempre. Chiusa parentesi. Perché Italia e Germania che stando alla classifica della Prima Divisione 2018 – rispettivamente nono e ottavo posto: si qualificano le prime sette – non si sono qualificate per Barcellona invece a Barcellona ci sono? Questa la motivazione della Fei, riportata qui testualmente: “Le divisioni di Asia/Australasia e Sud America non sono state in grado di colmare i due posti disponibili per la finale pertanto questi, rimasti vacanti, sono stati rimessi a disposizione delle squadre della Prima Divisione Europea. La Germania, ottava classificata, si qualifica, dunque, prendendo il posto del girone Asia/Australasia e l’Italia, nona, quello disponibile per il Sud America”. Siamo stati dunque ripescati.
Gli azzurri arrivano a Barcellona con una responsabilità quasi schiacciante sulle spalle: riscattare il totale fallimento dello scorso anno (non ci siamo qualificati per la finalissima e nella consolazione ci siamo classificati all’ultimo posto… ), e riscattare il risultato ugualmente fallimentare del Campionato del Mondo di Tryon di due settimane fa nel quale peraltro la sfortuna ha giocato un ruolo determinante. Non è cosa da poco. Anche perché – come abbiamo sempre sostenuto – la finale di Barcellona è una gara nella quale si ha molto da perdere e poco da guadagnare: l’esito negativo o anche solo modesto infatti lascia sempre e comunque l’amaro in bocca con tutte le conseguenze sgradevoli del caso, mentre perfino la stessa vittoria – al di là della soddisfazione contingente – non offre in concreto nulla di utile (la finale del 2019 invece sì: un posto alle Olimpiadi del 2020 per chi non sia riuscito nel frattempo a conquistarlo nel Campionato del Mondo 2018 o in quello d’Europa 2019). La gloria? Beh… diciamo che tutti ricordiamo che l’Irlanda ha vinto il Campionato d’Europa a Goteborg lo scorso anno, e tutti ricorderemo per i prossimi quattro anni che gli Stati Uniti hanno vinto il Campionato del Mondo a Tryon qualche giorno fa: ma chi ricorda che la finale di Barcellona lo scorso anno l’ha vinta l’Olanda?
Detto ciò, quella che inizia domani è comunque una gara prestigiosa e dai contenuti tecnici oltre che agonistici di tutto rilievo: va quindi affrontata e vissuta al meglio, come è giusto che sia nello sport. Il selezionatore Duccio Bartalucci ha convocato per la trasferta in Spagna un binomio che era presente anche l’anno scorso, Bruno Chimirri e Tower Mouche; un binomio reduce dal Campionato del Mondo di Tryon, Luca Marziani e Tokyo du Soleil; il binomio campione d’Italia in carica (e vincitore della Coppa delle Nazioni di Roma insieme ai due binomi già citati), Giulia Martinengo Marquet e Verdine SZ; un binomio che ha vissuto tutto il 2018 in ripresa sia fisica sia agonistica, i formidabili Lorenzo de Luca ed Ensor de Litrange; un binomio che nel 2018 ha fatto una crescita spettacolare e che affronta la prima vera grande gara della propria vita, Riccardo Pisani e Chaclot. Probabile che tutti e cinque siano impegnati nelle due gare che dovremo affrontare: la finale di Barcellona infatti è l’unica competizione nella quale un binomio può essere sostituito dopo la disputa della prima manche. Nel caso, vedremo quali saranno le scelte di Duccio Bartalucci circa il quartetto di partenza e poi l’eventuale avvicendamento. In ogni caso l’obiettivo non può che essere uno: fare bene. Dopo un Campionato del Mondo come quello disputato a Tryon abbiamo bisogno di sorridere… !
TUTTI I PARTECIPANTI
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IL PROGRAMMA
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