Barcellona, 7 ottobre 2018 – Dopo aver chiuso la Prima Divisione 2018 al primo posto, il Belgio ha vinto oggi a Barcellona anche la finale mondiale del circuito di Coppa delle Nazioni. Sembrerebbe esserci una certa logica in tutto questo, naturalmente: anche se in campo la situazione è stata in bilico fino alla fine, aperta a qualunque possibile risultato. Fino alla fine in senso letterale, perché l’ultimo cavaliere a entrare in campo avrebbe determinato l’esito finale dell’intera competizione: e l’ultimo a entrare è stato Lorenzo de Luca su Ensor de Litrange. E man mano che Ensor superava gli ostacoli del percorso disposto in campo da Santiago Varela Ullastres – sul quale le barriere sono fioccate a gran ritmo per tutti… – il sogno prendeva forma: con zero vittoria, con 4 barrage con il Belgio, con più di 4… niente. Quando Lorenzo de Luca e Ensor de Litrange hanno saltato il passaggio di sentiero di entrata della gabbia n. 12 senza aver toccato una sola barriera degli undici ostacoli precedenti sembrava ormai fatta. Davvero. E sembrava che il destino avesse scritto il copione perfetto: la vittoria – storica – ce l’avrebbe data il nostro cavaliere più rappresentativo, quel cavaliere che a Tryon due settimane or sono ha perduto il podio del Campionato del Mondo per pochissimo… Sarebbe bastato saltare altri due ostacoli, gli ultimi due: il verticale di uscita di quella gabbia e il largo finale n. 13 in dirittura. Ebbene, quei due ostacoli hanno concentrato il cento per cento del peggio che sarebbe potuto accadere: perché quelle due barriere sono cadute. Sono cadute. Prima una e poi l’altra. Tutte e due. Dunque addio vittoria, addio barrage e quindi… niente, 4° posto con le stesse penalità – 16 – di Francia (2°), Irlanda (3°) e Olanda (5°), con le posizioni scandite dal cronometro.
Tuttavia sarebbe criminale addossare a Lorenzo de Luca e a Ensor de Litrange la responsabilità della mancata vittoria. Loro si sono trovati nella situazione di dover sopportare quella responsabilità perché purtroppo in precedenza avevamo avuto le 8 penalità sia di Luca Marziani su Tokyo du Soleil, sia di Bruno Chimirri con Tower Mouche, mentre chi ci ha tenuto in corsa è stato lo spettacolare Riccardo Pisani che su Chaclot chiudeva ancora una volta (dopo venerdì sera) a zero con un percorso sbalorditivo per calma, freddezza, precisione, oltre che naturalmente per efficacia. Riccardo Pisani – dopo i due errori di Luca Marziani con Tokyo – è stato lo ‘snodo’ decisivo per noi: da lui dipendeva l’indirizzo della nostra gara. Il suo percorso netto ha fornito a Bruno Chimirri prima e a Lorenzo de Luca poi la possibilità del ko sugli avversari. Alla fine non è andata come ci auguravamo tutti e come a un certo punto sembrava davvero possibile: pazienza, la mancata vittoria non corrisponde a un risultato negativo, anzi, tutt’altro. Prima di tutto il successo vero è stato quello di venerdì, quando con una prestazione magistrale i nostri quattro azzurri hanno assicurato all’Italia la presenza tra le otto finaliste di oggi. Quella è stata la gara fondamentale: alla quale siamo arrivati con un bel carico di ansia e di aspettative e di preoccupazioni. Oggi… beh, non si vuol certo dire che non vincere avendone avuto l’opportunità sia stato indifferente, però non avevamo più nulla da dimostrare, da rincorrere, da ribadire. Oggi la nostra è stata una vittoria mancata, non una sconfitta subita: il che vuol dire molto.
LA CLASSIFICA DELLA FINALISSIMA
LA CLASSIFICA DELLA PROVA DI CONSOLAZIONE