Barcellona, giovedì 3 ottobre 2019 – Stavamo precipitando nel baratro, ma una infinitesimale differenza a nostro vantaggio nella somma dei tempi ci permette di continuare a sognare sia in prospettiva olimpica sia in prospettiva di classifica. La prima prova della finale mondiale di Coppa delle Nazioni oggi a Barcellona ci ha tenuto sulla graticola fino all’ultimissimo istante. Quando Lorenzo de Luca su Dinky Toy van het Kranenburg ha tagliato il traguardo con il carico di 9 penalità il conto totale è stato semplice da fare: 12 per noi, 12 per la Spagna, parità di penalità all’8° posto. Ma solo una delle due avrebbe avuto accesso alla finalissima di domenica, riservata appunto alle migliori otto squadre della classifica di oggi. Dunque somma dei tempi dei tre migliori percorsi: Italia 233.12, Spagna 233.57. Siamo passati per un vantaggio di 0.45 secondi… Ma meno di un centesimo di secondo dopo esserne divenuti consapevoli, tutto questo non ha contato più nulla: domenica si riparte da zero, quello che importava più di tutto era raggiungere questa benedetta finalissima, l’abbiamo raggiunta, quindi obiettivo centrato.
Il percorso predisposto in campo oggi da Santiago Varela Ullastres si è immediatamente dimostrato molto difficile ma molto giusto, visto il livello e il prestigio dell’impegno. Difficoltà data non solo da tracciato e dimensioni degli ostacoli, ma anche da un tempo massimo che non ha concesso nemmeno un attimo di respiro: e la giuria dopo i primi tre percorsi – dei quali solo uno concluso senza eccedere il tempo accordato – bene ha fatto a non modificarlo, rendendo così il cocktail velocità/precisione saporito più che mai, oltre che determinante più che mai.
Luca Marziani ha avuto un compito delicatissimo e fondamentale: partire per primo con l’obiettivo di dare subito alla squadra un risultato di certezza positiva, di consistente sicurezza. Facile a dirsi, difficilissimo a farsi… Ma il campione d’Italia portava a termine una prestazione magistrale in sella al portentoso Tokyo du Soleil: nessun errore e 76.40 contro i 79.00 del tempo massimo. In quel momento si esauriva la serie del primo binomio delle diciotto squadre, essendo l’Italia ultima a partire: ebbene, solo cinque percorsi oltre a quello del nostro cavaliere terminavano senza penalità sul tempo massimo, ma soprattutto solo altri due erano i percorsi senza errori agli ostacoli! Questo meraviglioso risultato di Luca Marziani e Tokyo scaldava gli entusiasmi azzurri: se non altro non ci siamo trovati a dover subito rincorrere, e nel contempo abbiamo messo le cose immediatamente in chiaro con gli avversari, in particolare quelli che come noi lottano per la qualifica olimpica. Ma soprattutto questo meraviglioso risultato si rivelava sempre più fondamentale man mano che passavano i cavalli in campo. I cavalli azzurri, ovviamente: perché Massimo Grossato su Lazzaro delle Schiave pur facendo una bellissima prestazione chiudeva con due errori (entrambi su ostacolo verticale), e Paolo Paini con Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio con 4 penalità al termine di un percorso che meritava assolutamente lo zero. A quel punto tutto sulle spalle di Lorenzo de Luca con Dinky Toy van het Kranenburg: ma subito errore al numero uno! Ecco i brividi cominciare a scorrere sulla schiena come un torrente di montagna… Con 8 penalità siamo ancora salvi… Arriva un altro errore… no! Siamo a 12, pari con la Spagna… Lorenzo lo saprà, se ne renderà conto, sarà consapevole che deve accelerare perché a parità di penalità conta la somma dei tempi… ? Come può un cavaliere impegnato in campo in una cosa così difficile pensare a tutto questo, nell’arco di pochi decimi di secondo… ? Capire che deve modificare la strategia al volo e tutto nell’arco di un battito di ciglia? Galoppa Lorenzo… ! Ecco il traguardo… ma esce dal tempo massimo… !!! Oh no, no, no… Le penalità sono 9, quindi si scarta proprio questo risultato, quindi bisogna fare la somma dei tempi degli altri tre… Istanti di concitazione e angoscia… e poi finalmente l’esito liberatorio: è la Spagna che soccombe, per 0.45 di differenza…
Siamo in finale. Insieme a Belgio, Francia, Svezia, Colombia, Irlanda, Germania e Svizzera. Ma non abbiamo ancora conquistato nulla, se non il diritto a giocare per conquistare qualcosa. Domenica le squadre finaliste ripartono da zero. Tra le otto qualificate ci sono anche Irlanda e Colombia, che come noi puntano a questa benedetta qualifica olimpica. La battaglia non è affatto finita: anzi, inizia adesso. O meglio: domenica pomeriggio.
LA CLASSIFICA DELLA PRIMA PROVA
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