Barcellona, 5 ottobre 2018 – Missione compiuta: l’Italia questa sera a Barcellona ha conquistato il biglietto per partecipare alla finale del circuito mondiale di Coppa delle Nazioni di domenica. La finalissima, diciamo: quella riservata alle prime otto della classifica di questa sera; le rimanenti sette domani si sfideranno nella prova di consolazione.
I nostri azzurri hanno fornito una prestazione magistrale, quello che ci voleva per evitare una chiusura di stagione in fase depressiva. Sono stati favolosi, bravissimi, capaci di sopportare il peso di una responsabilità schiacciante. Luca Marziani su Tokyo du Soleil, Riccardo Pisani su Chaclot, Bruno Chimirri su Tower Mouche hanno chiuso con 0/0/1, mettendo Lorenzo de Luca su Ensor de Litrange nella condizione di dare lo zero totale, peraltro inutile ai fini dell’accesso alla finalissima di domenica già matematicamente conquistato anche con 1 punto di penalità. Per Ensor però ci sono state 4 penalità: del tutto indolori, quindi.
Non era facile, questa sera: più per le situazioni di carattere diciamo psicologico, che tecnico e agonistico. Ricordiamoci dell’anno scorso: nel 2017 abbiamo mancato il piazzamento nelle prime otto e poi nella consolazione siamo stati desolatamente ultimi. E poi ricordiamoci di Tryon, memoria ancora freschissima: la sfortuna ha avuto un peso enorme negli Stati Uniti, resta il fatto che il risultato nel Campionato del Mondo è stato fallimentare. Non era quindi per niente facile entrare in campo questa sera: tra l’altro con un solo percorso a disposizione di ciascun binomio, quindi senza la possibilità di rimediare con un secondo giro a una situazione eventualmente compromessa. No: un colpo in canna da mandare direttamente a bersaglio senza possibilità di errore. L’errore sarebbe stato irrecuperabile.
Il primo a partire è stato Luca Marziani con Tokyo du Soleil: nove percorsi netti consecutivi in Coppa delle Nazioni quest’anno, ma l’ultima volta che lo abbiamo visto in campo ostacoli era fermo due volte su quel maledetto muro a Tryon. Poi Luca Marziani ha eloquentemente spiegato cosa è accaduto quel giorno disgraziato in un’intervista su queste stesse pagine del nostro giornale… ma si riesce a immaginare cosa può aver voluto dire un’esperienza del genere per un cavaliere? Cosa deve esserci stato dentro il suo animo? Ebbene, questa sera la prestazione di Luca Marziani e di Tokyo du Soleil è stata meravigliosa: ma… più meravigliosa del solito, date le premesse. Volevamo tutti questo percorso netto: per rassicurarci, per scacciare gli incubi, per essere sicuri che Tokyo fosse sempre il solito formidabile Tokyo. E Tokyo è il solito formidabile Tokyo montato dal suo solito bravissimo cavaliere. Tutto ok.
Poi Riccardo Pisani su Chaclot: per lui quasi un debutto, in una gara di tale livello. Con la consapevolezza di non poter sbagliare, di dover dimostrare che Duccio Bartalucci aveva fatto bene a schierarlo nel quartetto di partenza. E il suo risultato è stato doppiamente magnifico proprio per questa serie di ragioni. Infine quel Bruno Chimirri per il quale ormai gli aggettivi si sprecano, quando bisogna descriverlo nelle gare in cui gioca la squadra, l’Italia. Lui è l’anima e il sangue, carne e spirito della nostra nazionale.
Però adesso, tutto ciò detto, calma e nervi saldi: siamo solo a metà del cammino. Abbiamo compiuto il passo fondamentale per arrivare a domenica (e non ci sono arrivate squadre del calibro degli Stati Uniti campioni del mondo, della Germania, della Gran Bretagna… ), ed è dunque su domenica che devono concentrarsi tutte le nostre energie: il lavoro è iniziato nella maniera migliore, domani ci sarà modo di ricaricare le pile in vista dello sprint finale. Ma intanto un primo importantissimo traguardo è stato conquistato: non quello dell’accesso alla finalissima di domenica, bensì quello che serviva per dimostrare che la nostra competitività rimane viva più che mai. Da questo punto di vista possiamo dirlo: missione compiuta.
LA CLASSIFICA DELLA PRIMA PROVA