Bologna, 18 agosto 2018 – Raggiunto un traguardo, ora per l’Italia del salto ostacoli se ne profila all’orizzonte un altro. Dopo aver messo in cassaforte la partecipazione alla Prima Divisione di Coppa delle Nazioni per il 2019, adesso la sfida è conquistare la qualifica alle Olimpiadi nell’imminente Campionato del Mondo di Tryon. L’Italia da quando è stato istituito l’obbligo di qualificarsi (1996) ce l’ha fatta una sola volta: per Atene 2004. Quindi andremo negli Stati Uniti con un duplice obiettivo: classifica mondiale e biglietto da conquistare per Tokyo 2020. Il commissario tecnico azzurro Duccio Bartalucci ha selezionato sette cavalieri, che poi al momento delle iscrizioni definitive dovranno diventare – come per tutte le squadre – cinque. Nell’ufficializzare i nomi dei sette siamo rimasti tutti sorpresi vedendo il nome di Alberto Zorzi: il campione veneto che monta a Valkenswaard per i colori della scuderia di Jan Tops aveva infatti escluso la sua presenza a Tryon, dichiarandolo anche a Cavallo Magazine in un’intervista pubblicata su queste stesse pagine solo qualche settimana fa.
«Sì è vero», conferma Duccio Bartalucci, «in un primo momento Alberto mi aveva detto di non avere un cavallo per poter affrontare il Campionato del Mondo in maniera adeguata. Il fatto è che nei piani originari avevamo puntato tutti su Ego van Orti, ma poi il cavallo è rimasto fuori per infortunio e non è ancora rientrato in gara. Questo era il quadro».
Poi però è cambiato qualcosa: forse dopo i due favolosi Gran Premi che Fair Light van het Heike ha fatto a Berlino e Valkenswaard?
«Beh, sì, certo. Risultati fantastici alla luce dei quali io sono tornato all’attacco… Dopo Valkenswaard Alberto stesso mi ha confermato che la situazione era mutata e quindi io ho ritenuto di doverlo inserire senz’altro nella lista dei sette da ufficializzare proprio il lunedì successivo al concorso di Valkenswaard».
Solo che…
«Esatto, solo che… Perché come si usa dire la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo… Dopo solo ventiquattr’ore dal nostro colloquio Alberto mi ha richiamato per dirmi che Fair Light aveva evidenziato un piccolo problema a una gamba… Niente di grave, un lieve infortunio, ma non sappiamo se potrà risolversi nei tempi sufficienti per poter garantire la partecipazione del binomio alla tappa del Global Champions Tour di Roma e di conseguenza al Campionato del Mondo. Non si possono correre rischi in questi casi: sono quelle cose che con un po’ di tempo si risolvono senza conseguenze, se invece ci si lavora sopra si rischia di fare molto peggio, e poi magari si arriva al mondiale per scoprire che abbiamo un cavallo in meno».
E quindi?
«E quindi niente. Aspettiamo comunque il giorno 10 settembre, cioè il lunedì successivo al concorso di Roma, per dare le definitive. Ci prendiamo tutto il tempo necessario. Vedremo cosa succede, ma in tutta sincerità non sono affatto ottimista… ».
Lasciando quindi per il momento da parte Alberto Zorzi, la definizione del quintetto a cosa è subordinata?
«Al momento abbiamo due certezze che sono Luca Marziani con Tokyo du Soleil e Lorenzo De Luca. Per Lorenzo l’unica incognita è il nome del cavallo da scegliere tra Halifax van het Kluizebos, Ensor de Litrange e Irenice Horta. Lorenzo farà il concorso a cinque stelle di Bruxelles la prossima settimana e poi faremo le dovute valutazioni, anche di carattere veterinario nel caso di Ensor: il cavallo è rientrato dopo un infortunio, sta saltando benissimo e sta anche molto bene in salute toccando ferro, però è una situazione da monitorare. Certo, più andiamo avanti e più aumentano le possibilità di definire le cose al meglio ma con Lorenzo proprio non mi preoccupo: si tratta di un cavaliere straordinario con tre soluzioni che dal punto di vista sportivo vanno benissimo in egual modo. Poi se non avremo Alberto Zorzi con Fair Light, come purtroppo sembra quasi certo, gli altri tre saranno Emanuele Gaudiano, Bruno Chimirri e Piergiorgio Bucci. Tutti e tre hanno un riscontro sportivo: Gaudiano con Chalou è impegnato durante questo fine settimana nel cinque stelle di Valence in Francia, mentre la settimana prossima a Bruxelles ci saranno anche Bucci con Diesel GP du Bois Madame e Bruno Chimirri con Tower Mouche. Mentre Luca Marziani con Tokyo du Soleil farà due giri di training pre-mondiale a Roma nel concorso del Global Champions Tour».
E Giulia Martinengo Marquet?
«Lei diventa la sesta nella lista. È impegnata con Verdine a Valence in questi giorni. Io l’avevo destinata in seguito allo Csio di Gijon, però a questo punto proprio per avere tutte le precauzioni possibili e immaginabili non la mando in Spagna a saltare sull’erba dopo aver fatto migliaia di chilometri: la porto invece a Roma per il concorso Global. Siccome il giorno dopo Roma devo dare le iscrizioni definitive preferisco avere anche lei a portata di mano… Aspetto l’ultimo giorno proprio per non precludere nulla, ma la situazione è abbastanza definita, anche se ci può sempre essere un miracolo, non si sa mai… parlo di Fair Light, naturalmente. O magari ci possono anche essere altre sfortune: speriamo ovviamente di no, ma tutto è possibile con i cavalli… ».
Il Campionato del Mondo arriva a stagione di Coppa delle Nazioni conclusa: come valuta il cammino della nostra squadra nella Prima Divisione d’Europa 2018?
«Certamente abbiamo fatto fatica, e che sarebbe stato così mi è apparso chiarissimo fin dalla prima gara a Samorin quando abbiamo dovuto affrontare una situazione di emergenza rispetto a quelli che erano gli intendimenti e i progetti iniziali. Certamente avrei potuto utilizzare di più alcuni binomi tra quelli più testati, quelli che ci hanno tenuto a galla, però è anche vero che avrei corso il rischio di portarli poi fuori forma a Tryon. E quindi ho preso un rischio forte, il rischio di non farcela, però ho anche pensato che poteva essere un’occasione per far crescere nuovi binomi… Quindi la stagione devo dire che l’abbiamo gestita quasi sempre in emergenza, ma con alcune belle soddisfazioni perché dobbiamo riconoscere che quando abbiamo schierato quella che poteva essere considerata la nostra squadra migliore del momento abbiamo fatto sempre bene, come a Roma, a Falsterbo e a Dublino dove il risultato è stato soddisfacente».
Il tutto senza praticamente impegnare mai Alberto Zorzi e Lorenzo De Luca, tra l’altro…
«Infatti. Lorenzo De Luca l’abbiamo schierato solo a Dublino dopo un test ad Aquisgrana di assoluta sperimentazione con Irenice Horta. Alberto Zorzi l’abbiamo avuto una volta sola a Samorin con un cavallo d’emergenza perché Ego si era fatto male alla vigilia: non l’ho sostituito anche perché non avevo in quel momento alternative affidabili, e quindi ho sperato che le cose potessero andare bene, ma era una speranza… ».
Nel 2019 soffriremo di meno?
«Credo che l’anno prossimo avremo qualche prospettiva in più. Vedo un 2019 più sereno e roseo… Qualche cavallo che quest’anno ha fatto esperienza lo avremo più sicuro e consolidato, poi speriamo in alcuni rientri importanti come per esempio quello di Gianni Govoni con Antonio… Insomma, penso che potremo fare bene. Ma poi, ripeto: quest’anno quando siamo andati in gara con il meglio disponibile abbiamo sempre avuto risposte confortanti».
In effetti anche a Tryon andiamo consapevoli delle nostre possibilità…
«Assolutamente sì. A questo proposito voglio cogliere l’opportunità per fare un elogio di cuore a tutti e sette i cavalieri che ho messo nella long list, e quindi Giulia Martinengo Marquet, Emanuele Gaudiano, Piergiorgio Bucci, Luca Marziani, Lorenzo De Luca, Alberto Zorzi e Bruno Chimirri. Perché hanno manifestato un atteggiamento nei confronti della squadra che è veramente il massimo che un c.t. possa sperare. Tutti sono assolutamente e totalmente disponibili ad accettare decisioni sia che li privilegino sia che li escludano, tutti hanno un senso della squadra altissimo, c’è una grande compattezza, una grande voglia di fare bene… Adesso dipende da come arriveremo a Tryon: speriamo senza intoppi, contrattempi o incidenti di percorso. Se andrà tutto bene, arriveremo lì consapevoli di potercela giocare».
E cercare di ottenere questa benedetta qualifica olimpica…
«Eh sì. Da quando è stata inserita la qualifica olimpica, e quindi dal 1996, siamo riusciti ad andare ai Giochi solo nel 2004 ad Atene, senza calcolare il ripescaggio proprio dello stesso ‘96… Quindi sarebbe magnifico riuscirci, anche perché così affronteremmo l’anno prossimo il Campionato d’Europa con maggiore serenità. Noi abbiamo una buonissima potenzialità di squadra e credo che questa potenzialità possa svilupparsi e crescere. Dobbiamo provare a prendere la qualifica subito, però sono anche consapevole che abbiamo comunque delle risorse e che la nostra corsa non finisce a Tryon. Potremmo avere ulteriori possibilità nell’europeo dell’anno prossimo, avendo consolidato delle situazioni di binomi e parco cavalli che possono essere in crescita. Ne abbiamo parlato molto a Dublino tra noi e siamo tutti consapevoli di poter arrivare a ottenere questo risultato».