Milano, sabato 2 settembre 2023 – Il giorno dopo la delusione è sempre grande ma si riesce a vedere il tutto con più raziocinio e minor condizionamento degli impulsi dettati dal momento.
Il Campionato d’Europa di Milano ci ha detto cose negative: ma per quanto paradossale possa sembrare, anche qualcuna positiva. Mettiamo dunque sul tavolo tutto e vediamo di isolare argomento per argomento.
La cosa più negativa tra tutte ovviamente è la mancata qualificazione alle Olimpiadi. O per meglio dire: aver mancato quello che ci eravamo prefissati di ottenere. La possibilità di qualificarci l’avremo anche a Barcellona nella finale del circuito di Coppa delle Nazioni, mentre il risultato che volevamo ottenere a Milano non l’abbiamo ottenuto: questa è la differenza sostanziale. Quindi sul fronte Olimpiadi non è ancora detta l’ultima parola: tenendo ben presente che da quando il Cio ha stabilito l’obbligo di qualificazione per il salto ostacoli (in vista di Atlanta 1996) noi abbiamo raggiunto l’obiettivo soltanto una volta, per Atene 2004. Abbiamo quindi mancato Atlanta 1996 (abbiamo partecipato pur senza aver qualificato la squadra, grazie a un ripescaggio stabilito dalle classifiche individuali), Sydney 2000, Pechino 2008, Londra 2012, Rio de Janeiro 2016 e Tokyo 2020.
Ma oltre alla qualifica olimpica, c’è anche la classifica del Campionato d’Europa… Ieri abbiamo chiuso al 10° posto, su un totale di quindici rappresentative. In assoluto il nostro miglior risultato da quando è stata introdotta la classifica a squadre (1975) è stato il 2° posto di Windsor 2009: ottenuto al termine di una stagione disastrosa in Coppa delle Nazioni culminata con la retrocessione dalla Prima alla Seconda Divisione (nonostante la vittoria della finale a Dublino!). Da allora qual è stato il nostro cammino nella manifestazione continentale fino a ieri? A Riesenbeck 2021 il 12° posto, a Rotterdam 2019 (qualificante per le Olimpiadi) il 9°, a Goteborg 2017 l’8°, ad Aquisgrana 2015 (qualificante per le Olimpiadi) il 12°, a Herning 2013 il 7°, a Madrid 2011 (qualificante per le Olimpiadi) l’11°, a Windsor 2009 appunto il 2°. Quindi – con l’eccezione di Windsor – il nostro ‘posto’ in Europa è più o meno sempre stato lo stesso: metà classifica. Dal 2009 a oggi.
Detto ciò, alcune cose positive a Milano ci sono state: e vanno viste, nell’ottica di un’analisi obiettiva, sebbene lo sguardo del momento sia tendenzialmente portato a considerare solo ciò che appare negativo in modo preponderante.
Inevitabile una premessa. Per quanto possa sembrare una ‘scusante’ in realtà si tratta di un dato di fatto oggettivo: il nostro commissario tecnico Marco Porro nel corso dell’ultimo anno si è trovato a non poter disporre di una quantità impressionante di cavalli che a pieno titolo sarebbero rientrati nella selezione per l’appuntamento di Milano. Tanto per ricordare: Carpe Diem (Piergiorgio Bucci), Chadellano (Emanuele Camilli), F One Usa (Lorenzo de Luca), Chaclot (Riccardo Pisani), Your Lord d’Acheronte (Bruno Chimirri), Conquestador (Antonio Garofalo), e da ultima Cape Coral (Francesca Ciriesi). Una cosa è certa: nessuna squadra di quelle in gara a Milano ha subito un’emorragia di primi cavalli pari a questa.
Detto ciò, il Campionato d’Europa a squadre si gioca su tre percorsi che compongono le due prove (la seconda è appunto a due manches). Ebbene, noi abbiamo terminato molto bene i primi due, meno bene il terzo. Certo, il terzo è stato quello determinante: ma il valore delle prestazioni nei primi due non diminuisce, né si svaluta. Anzi: la sensazione generale tra tutti gli addetti ai lavori al termine del secondo percorso era quella per cui il traguardo finale – cioè la qualificazione alle Olimpiadi – sarebbe stato raggiunto con facilità. Di certo non è mai stato così vicino come questa volta… E a questo proposito va considerata anche la prestazione davvero formidabile di Austria e Spagna (come noi in corsa per la qualifica olimpica) che in parte ha determinato il nostro insuccesso: ma d’altro canto questo è il sale dello sport, ovviamente.
Un’altra cosa positiva è rappresentata dal rendimento davvero eccellente del binomio composto da Odense Odeveld ed Emanuele Camilli. Il cavaliere romano (ma residente in Germania) ancora una volta dopo il Campionato del Mondo del 2022 ha dimostrato di essere un fior di atleta: e soprattutto di poter arrivare a due appuntamenti internazionali come un mondiale e un europeo consecutivi con due cavalli diversi ed entrambi dal rendimento di alto livello. Odense Odeveld poi è ancora piuttosto giovane, ha 9 anni, probabilmente se ci fossero state delle alternative di pari consistenza non sarebbe nemmeno stato impegnato a Milano.
Alberto Zorzi è un’altra ‘cosa’ positiva. Cioè, non lui: bensì il suo ritorno in squadra in un campionato internazionale. Zorzi è un capitale prezioso del salto ostacoli azzurro, di valore incalcolabile: ma dopo aver abbandonato Valkenswaard non è mai stato utilizzato in gare importanti a causa della mancanza di cavalli. Ora finalmente c’è chi lo ha messo in condizione di poter mettere a disposizione della squadra nazionale tutta la sua bravura affidandogli un cavallo importante, Highlight W. E il risultato si è visto a Milano: la sua prestazione individuale in sella a un soggetto che ha affrontato per la prima volta un impegno così difficile è stata del tutto eloquente.
Francesco Turturiello (in gara a titolo individuale) è un’altra nota positiva. Esordiente assoluto: primo campionato internazionale per lui. Made In’T Ruytershof è cavalla che lui ha costruito nel tempo gara dopo gara fino a portarla a un appuntamento del genere. Potremmo dire che il risultato in termini di piazzamento (39°) non è ovviamente di vertice, ma le prestazioni sono state senza dubbio positive. Infatti Francesco Turturiello è indubbiamente felice della sua esperienza vissuta a Milano.
I casi di Giampiero Garofalo ed Emanuele Gaudiano sono un po’ particolari. Il primo in sella a Max van Lentz Schrans ha dimostrato più volte il valore del binomio. Il cavallo non è certo un velocista quindi nella prima prova non ha risaltato più di tanto, nel secondo percorso è stato ottimo, nel terzo… probabilmente condizionato dal fatto che il suo cavaliere ormai ben sapeva che il risultato di squadra era del tutto compromesso. Ma il loro valore non è certo in discussione.
Emanuele Gaudiano è il caso più delicato di questo nostro campionato. Il cavaliere è il nostro numero uno nella computer list di salto ostacoli: la consistenza del suo rendimento agonistico è fuori discussione, al di là del fatto che possa piacere o non piacere questo è un dato oggettivo e indiscutibile. Crack Balou nel corso della sua carriera fino a oggi ha fatto vedere cose bellissime e altre meno belle. In alcune circostanze sembra che tra lui e il suo cavaliere si creino delle situazioni di difficoltà irrisolvibili. Questo è di certo il tema su cui si dovrà lavorare per evitare di perdere una risorsa importante come quella costituita dal binomio che formano insieme.
Tutto ciò detto, adesso circa la qualificazione alle Olimpiadi rimane la possibilità offerta tra pochissimo dalla finale del circuito di Coppa delle Nazioni di Barcellona (28 settembre-1 ottobre). Non sarà facile, anzi, sarà più difficile che a Milano perché la concorrenza è più numerosa e… pericolosa, e perché c’è un solo posto a disposizione (riservato alla migliore squadra in classifica tra quelle che non sono già qualificate). Ma la sfida proprio per questo è ancora più affascinante e stimolante. Ricordate il 2009 di cui s’è detto? Battuti ovunque e retrocessi, gli azzurri hanno vinto la finale del circuito di Coppa delle Nazioni a Dublino e poi conquistato la medaglia d’argento nel Campionato d’Europa: nessuno avrebbe scommesso un centesimo su quei due risultati. Eppure…