Bologna, mercoledì 13 maggio 2020 – Se la Germania sta al mondo come uno dei Paesi in cui si producono alcuni tra i migliori cavalli sportivi dell’intero pianeta, l’Holstein sta alla Germania come una vera e propria miniera di campioni. Da quelle pianure sdraiate lassù a nord, al confine con la Danimarca, sono provenuti e continuano a provenire magnifici fuoriclasse a quattro gambe che hanno scritto, scrivono e scriveranno la storia del salto ostacoli internazionale. E non sempre a favore della Germania, ovviamente: basti pensare a quel Lianos vincitore con il brasiliano Rodrigo Pessoa del Campionato del Mondo 1998, o al maestoso Calvaro che con lo svizzero Willi Melliger ha composto un binomio leggendario, o ancora al baio Libero H e al grigio Carthago che sotto la sella del cavaliere prima olandese e poi belga Jos Lansink sono stati grandissimi vincitori. E l’elenco potrebbe allungarsi di molto ancora.
Naturalmente nulla accade per caso. Senza dire delle favorevolissime condizioni ambientali di quell’area geografica (peraltro comuni anche ad altre località che non producono cavalli di pari livello, a dimostrazione del fatto che non bastano erba buona, ampi pascoli e giuste temperature per far nascere i campioni), la politica allevatoriale dell’Holstein è sempre stata improntata alla continua ricerca del miglioramento attraverso la selezione delle linee genealogiche e soprattutto rivolgendo la massima attenzione all’attitudine sportiva sia degli stalloni sia delle fattrici.
Tutto ciò ha fatto sì che con l’andare del tempo nell’ambito di una produzione comunque di altissimo livello per ciò che riguarda il rapporto quantità/qualità si siano distinte in particolar modo due linee genealogiche: quelle contrassegnate dalle lettere “C” e “L”. Due lettere scelte non a caso: sono infatti quelle iniziali dei nomi degli stalloni considerati capostipiti di ciascuna linea. Per la “L” il purosangue Ladykiller (1961-1979, Sailing Light x Loaningdale): i suoi figli Landgraf I (1966-1996) e Lord (1967-1993) hanno prodotto una quantità impressionante di grandi campioni divenendo veri e propri simboli dell’Holstein nel mondo, seguiti in seconda battuta dai fratelli Largo, Ladalco, Lagos, Liostro, Lorenz.
Per la “C” in realtà si dovrebbe parlare di un doppio capostipite: il francese Cor de la Bryère (1968-2000, Rantzau xx x Lurioso) e il purosangue Cottage Son (1944-1964, Young Lover x Cottage). Il primo ha avuto una produzione straordinaria sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo, generando una vera e propria schiera di stalloni destinati a loro volta a divenire padri molto prolifici di grandi campioni. Cottage Son, invece, presenta un numero decisamente inferiore di figli stalloni (sebbene di grande importanza come Codex, Consul, Corporal), ma nella sua discendenza – attraverso nipoti e pronipoti – ci si imbatte in alcuni tra i più prestigiosi campioni della storia dell’allevamento mondiale. È da una sua figlia, Valine, che nel 1965 nasce il grandissimo Ramiro; è sempre da una sua figlia, Viola, che nel 1967 nasce lo stesso Lord; ma soprattutto da suo nipote Capitano (nato nel 1968 da Corporal, quest’ultimo nato nel ’63) nasce nel 1975 un puledro grigio il cui nome, pronunciato oggi, suscita il rispetto e l’ammirazione che si riservano solo ai veri fuoriclasse: Capitol I.
È proprio Capitol I il discendente di Cottage Son in grado di illustrare al meglio quel ramo della linea “C”: la sua produzione riunisce qualità e quantità in percentuali elevatissime. Anzi, è probabile che nessun altro stallone al mondo sia stato capace di generare un così gran numero di figli che si siano distinti ai massimi livelli sia come atleti in campo gara sia come padri in allevamento: Carthago, Cardento, Cassini, Celano, Cento non solo hanno già messo al mondo dei vincitori, ma hanno ottenuto risultati sportivi di assoluta eccellenza in Olimpiadi, Campionati del Mondo e d’Europa, finali di Coppa del Mondo.
Capitol I nasce il 2 maggio 1975 nell’allevamento della famiglia Thormählen e viene acquistato a un anno dall’allora direttore dell’Holsteiner Verband, Maas Johannes Hell, personaggio di grande spicco nel mondo dell’allevamento tedesco: tra i suoi tanti ‘colpi di genio’ l’acquisto in Francia di Cor de la Bryère. La genealogia di Capitol I è favolosa. Se il ramo paterno conduce a Cottage Son via Capitano (il padre) e Corporal (il nonno), quello materno non è da meno: Folia, sua madre (nata nel 1967), ha messo al mondo con Landgraf I anche gli stalloni Latus I e II, e ancora con Capitano la femmina U-Capitola, a sua volta madre degli stalloni approvati Landcapitol, Lord Capitol e Cevin. La madre di Folia, Vase (1961), è sorella piena di quel Romanus (Ramzes x Heinzelmann) che tra il ’61 e il ’63 sotto la sella di Hans Gunther Winkler ha mietuto grandi successi internazionali (e bisogna ricordare che Ramzes è un altro dei veri grandi: da suo figlio Raimond è nato il famoso Ramiro… ). Mentre il padre di Folia, Maximus (1963), ha prodotto anche lo stallone Moltke I.
Nel 1978 al Performance Test Capitol I non si distingue particolarmente: risulta 26° su trenta giovani stalloni, nonostante il suo stile sul salto sia già impressionante. Ciò che lo penalizza, probabilmente, è una cavalcabilità che viene valutata inferiore alla media. Ottenuta l’approvazione, il giovane stallone viene inviato nella zona orientale dell’Holstein, presso la stazione di monta di Langenhagen, fondata nel 1938, una delle tre più antiche del Verband. Dalla sua prima stagione di monta nascono nel 1979 trentacinque puledri, venti maschi e quindici femmine. «Grazie al suo eccellente pedigree e alla sua straordinaria capacità dimostrata sul salto», ricorda Hans Fehr, proprietario della stazione di monta di Langenhagen, «Capitol I è stato accolto subito con grande favore dagli allevatori».
Con la piena maturità Capitol I definisce completamente le proprie caratteristiche morfologiche: si presenta all’occhio come un cavallo piuttosto massiccio senza però risultare pesante. Muscoloso, potente, ancorché elastico sul salto. Per migliorare il livello della sua produzione risulta chiaro che la fattrice ideale deve essere di forme gentili e leggere: con il tempo si noterà che le figlie di Cor de la Bryère (il quale nasce da un purosangue, Rantzau) daranno con lui prodotti eccezionali.
Il primo figlio di grande fama di Capitol I si trova proprio in quel gruppo di nati nel 1979: si tratta del grigio Corso, destinato a una grande carriera sportiva tra l’86 e l’89 sotto la sella dell’elvetico Willi Melliger (due medaglie di bronzo a squadre nel Campionato d’Europa ’87 e ’89, rispettivamente con il 7° e 14° posto individuale). «Dopo l’esplosione di Corso ci fu una richiesta notevolissima di figli di Capitol da parte del mondo sportivo», ricorda Norbert Bolay, dirigente di spicco dell’Holsteiner Verband.
Da Corso inizia una schiera di figli che rendono onore e merito a un vero grande padre: i campioni in campo ostacoli e in allevamento non si contano… Nel 2000 si registra un evento davvero unico, perfettamente rappresentativo del valore di Capitol I: il Gran Premio dello Csio più importante del mondo – quello tedesco di Aquisgrana – vede al primo e secondo posto due suoi figli, Cento e Carthago, rispettivamente montati dal tedesco Otto Becker e dall’olandese Jos Lansink. Un fatto straordinario al quale tuttavia Capitol non può assistere: il 28 settembre 1999 era stata presa la dolorosa decisione di sottoporlo a eutanasia a seguito di problemi di salute che lo stavano facendo soffrire troppo… Quasi impossibile accettare l’idea che perfino un fisico possente e poderoso come il suo si sia dovuto arrendere al corso del tempo. Tuttavia, come si vede, ventun anni dopo la sua scomparsa stiamo ancora parlando di lui…