Bologna, 22 marzo 2017 – Lo sport equestre, e in particolare il salto ostacoli, sta vivendo un momento di dibattito davvero intenso e molto delicato come raramente si è visto in passato. Un dibattito allargato che riguarda regole, regolamenti, obiettivi, etica, meccanismi costitutivi. Siamo probabilmente nel cuore di una fase di cambiamento destinata a influenzare in modo determinante – nel bene e nel male: questo si vedrà – il futuro della specialità. Sul tavolo del confronto tra istituzione di governo dello sport e mondo degli addetti ai lavori i temi ‘caldi’ sono molti. Lunedì scorso una delegazione dell’International Jumping Riders Club ha incontrato a Losanna i vertici della Fei in una riunione durata ben cinque ore. Da una parte i cavalieri internazionali Steve Guerdat, Kevin Staut, Clarissa Crotta, François Mathy e la direttrice dell’Ijrc Eleonora Ottaviani; dall’altra il presidente e il primo vicepresidente della Fei Ingmar De Vos e John Madden (quest’ultimo anche presidente della commissione salto ostacoli), Maria Gretzer (componente dell’Executive Board della Fei e presidente della commissione atleti), John Roche (direttore del dipartimento salto ostacoli), Mikael Rentsch (direttore dell’ufficio legale). Gli argomenti affrontati sono stati molti e tutti di grandissima importanza: le proposte circa quella che ormai è stata universalmente definita come ‘armonizzazione’ tra Europa e America dei criteri di accesso agli Csi; proporzione delle sanzioni dovute alla presenza di sangue sui cavalli; il rischio di contaminazione durante le manifestazioni agonistiche e i criteri di analisi in relazione al doping; i criteri per divenire membri della Fei da parte delle federazioni nazionali e il loro diritto di voto (non vogliamo essere nelle mani di federazioni che hanno pochissimi cavalli e cavalieri registrati, e in qualche caso perfino nemmeno uno, dicono i cavalieri); revisione del criterio per l’elaborazione della computer list di salto ostacoli; modalità per rendere le Coppe delle Nazioni più attraenti come ‘prodotto’ sportivo; il problema delle paycard alla luce delle innovazioni introdotte dal circuito della Global Champions League dopo l’approvazione da parte della Fei. Come si vede, tanta carne al fuoco…
Ha detto Kevin Staut: “Vogliamo difendere i valori del nostro sport perché lo amiamo. Ma viviamo in un mondo governato dal denaro e dalla politica. Certamente il denaro porta con sé molte cose positive: noi non siamo contro il Global, vogliamo semplicemente difendere gli altri circuiti e trovare un equilibrio salutare, avere uno sport che sia accessibile a tutti ed evitare di dare pieno potere a un circuito nel quale gli aspetti finanziari ed economici sollevano molte preoccupazioni”. Da sottolineare il fatto che Steve Guerdat, Penelope Leprevost e lo stesso Kevin Staut hanno deciso di non far parte di alcuna delle squadre impegnate nella prossima Global Champions League, nonostante questo fatalmente impedirà loro di guadagnare molti punti utili per la computer list Fei escludendoli con buone probabilità anche dalle gare del Global Champions Tour.
Ha detto Steve Guerdat a proposito dei temi relativi alle sanzioni circa la positività al doping a seguito di contaminazione (Guerdat stesso ne è rimasto vittima) e circa l’evidenza di sangue sui cavalli in gara: “Per entrambe queste situazioni i cavalieri vivono in uno stato di grande ansia, sapendo di poter essere accusati di qualcosa dalla quale essere assolutamente estranei con tutto quel che ne consegue in termini di immagine pubblica e impatto mediatico. Quindi è assolutamente necessario trovare un buon equilibrio con la commissione salto ostacoli e il dipartimento legale della Fei per stabilire regole eque e giuste. E’ ovvio che il benessere dei cavalli viene sopra tutto e che i comportamenti scorretti debbano essere sanzionati, ma le sanzioni devono essere differenziate e graduali secondo la gravità e l’intenzionalità della violazione delle regole”.
Ha commentato infine Eleonora Ottaviani: “Abbiamo parlato di tutto, apertamente e francamente, e questa è stata veramente una buona cosa. I cavalieri hanno potuto esprimere completamente il loro pensiero e tutte le loro domande hanno ricevuto una risposta. Speriamo quindi di poter continuare ad avere rapporti in questo clima positivo. Dopo l’assemblea generale della Fei a Tokyo, quando il nuovo format per le Olimpiadi e il Campionato del Mondo è stato adottato nonostante il totale disaccordo dei cavalieri, la tensione è stata reale e non abbiamo avuto alcun bisogno né desiderio di nasconderla. Però credo che siamo riusciti a convincere la Fei su alcuni punti: vedremo. In ogni caso ci saranno ulteriori momenti di dibattito al prossimo Sport Forum (10 e 11 aprile, n.d.r.) circa il criterio di applicazione delle iscrizioni ai concorsi internazionali e circa la compilazione della computer list. Speriamo di ottenere quei risultati concreti necessari per il benessere e il futuro del nostro sport”.
Ha concluso il presidente della Fei, Ingmar De Vos: “Questo è stato un incontro di cui si sentiva davvero il bisogno perché c’erano molti punti da chiarire. Entrambe le parti hanno avuto modo di esprimere il proprio punto di vista e abbiamo stabilito un dialogo davvero costruttivo. Noi siamo costantemente alla ricerca di migliorare la comunicazione con il mondo degli addetti ai lavori e l’incontro di Losanna va visto in questa prospettiva: l’International Jumping Riders Club è un’associazione molto importante e per noi è stato molto utile accogliere il suo punto di vista”.