Reggio Emilia, 27 giugno 2019 – Filippo Bologni lo conoscete tutti, nella sua veste di cavaliere – anzi nella sua divisa dovremmo dire, visto che monta per l’Arma dei Carabinieri da quando ha smesso di indossare i panni dell’enfant prodige dell’equitazione italiana, confermandosi da adulto come un professionista dell’equitazione e protagonista dello show jumping world.
E’ un po’ meno nota la sua versione colta: si è infatti laureato in storia nel 2017 all’Università di Bologna, con una tesi sul tema: “L’equitazione durante il fascismo”.
Sarà per questo suo amore per la cultura che Filippo ha espresso un commento a parere di chi scrive molto, molto condivisibile sull’importanza di quella equestre, anche teorica, per i cavalieri di domani: l’occasione è stata data da alcune polemiche successive alla premiazione organizzata dal comitato regionale Fise Lombardia per la sua Festa dei Vincitori, dedicata a cavalieri ed amazzoni che si sono distinti nelle varie discipline equestri durante l’anno 2018.
Da parte di alcuni si era infatti lamentato che ai ragazzi premiati fossero stati dati in premio anche libri, nello specifico i due volumi monografici sui fratelli D’Inzeo di Umberto Martuscelli, in quanto a loro giudizio i giovani cavalieri avrebbero preferito vedersi consegnare altro al prize giving.
Filippo Bologni, che non è tanto più grande dei ragazzi premiati e immaginiamo ricordi ancora bene come ci si sente a quell’età, così ha commentato il fatto:
«Voglio soffermarmi in particolare su una polemica: “Il libro dei d’Inzeo è bello ma i ragazzi non lo possono apprezzare quindi era meglio dare loro una targa o altro”.
Da cavaliere di 25 anni e da laureato in Storia, ci tengo a fare una riflessione con voi tutti: davvero dei ragazzi di 10/15 anni non possono apprezzare un libro che racconta la storia di due leggende del nostro sport? Io credo che possano farlo benissimo, i genitori di questi ragazzi devono capire che se vogliono far crescere i propri figli in questo sport, e aggiungo nella vita, devono indirizzarli verso una cultura tecnica e storica, per comprendere ogni sfaccettatura della gestione di un cavallo e per comprendere quanto l’equitazione italiana abbia radici importantissime. In sostanza i ragazzi più sanno, e più possono ambire a grandi mete! Anzi vi dirò di più, è proprio l’occasione giusta per invogliare i ragazzi a leggere, un’usanza purtroppo sempre meno praticata, visto che si tratta di un romanzo su due eroi del nostro mondo. Sappiate che la FISE Lombardia farà di tutto per far crescere i vostri ragazzi, grazie a stage con tecnici professionisti, ai campionati di stile e appunto alla divulgazione della cultura equestre e non. Oggi un vero cavaliere a 5* deve essere anche manager di se stesso, non basta più essere semplici “piloti”.
C’è chi vi aiuta, quindi cogliete l’occasione: il vostro futuro dipende da voi».
Per parte nostra, che siamo abbastanza vecchi da ricordare bene un polveroso proverbio che recita “A caval donato non si guarda in bocca“, condividiamo e sottoscriviamo: ben detto, Filippo.
Non sappiamo però se Bologni Senior amerà poi così tanto considerarsi ormai un pezzo di storia dell’equitazione, visto che certamente (anche) le radici equestri di Bologni Junior affondano nel fertile terreno sul quale l’hanno fatto crescere papà Arnaldo e mamma Antonella…attendiamo smentite!