Piacenza, 9 aprile 2019 – Se c’è una cosa che piace a chi fa il nostro mestiere è riuscire a raccontare le storie belle, quelle che ti fa bene conoscere.
Che sono per lo più fatte di materia così delicata che non riesci nemmeno a farle risaltare come dovrebbero, in un mondo dove ormai la comunicazione si affida più all’appeal delle polemiche che a quello dei contenuti ma a volte succede il miracolo o – se preferite – la botta di fortuna: trovarsi al momento giusto, nel posto giusto e riuscire a cogliere l’attimo, il gesto e l’epressione che da soli raccontano tutto.
Come è capitato a me pochi giorni fa mentre seguivo mio marito veterinario in uno dei suoi giri di visite: una bella scuderia in un posto pieno di pace, un vecchio cavallo amatissimo nel suo box iperconfortevole, i suoi proprietari attenti e affettuosi che lo curano come una persona di famiglia e conoscono tutte le sue manie, le sue abitudini.
Charrell Tattie ha 35 anni, è ancora in forma per la sua età ma ha qualche difficoltà a rialzarsi quando si sdraia. Ma nonostante questo lui si sdraia sempre quando gli rifanno il box: la tentazione di rotolarsi nel truciolo pulito è troppa per resistere, anche se ogni volta ha bisogno di un aiutino per tirarsi su.
Si è abituato ad aspettare che papà e mamma Pallara o Silvia lo aiutino: li aspetta tranquillo perché lui sa che arriveranno e poi insieme, con calma, si coordinano e uniscono gli sforzi. Ed ecco che il vecchio gentiluomo baio si rimette in piedi e, facendo elegantemente finta di nulla, si dirige veso la rete del fieno.
Mentre ero lì e succedeva tutto questo ho fatto in tempo a tirare fuori il cellulare e riprendere la scena; c’era una bellissima luce e la calma fiduciosa di tutto il gruppo era così coinvolgente, deve essere per questo che il video su Instagram e Facebook ha avuto tanto successo ed è bello che, grazie a questo video, sia conosciuto e riconosciuto tutto l’amore e la cura che queste persone mettono nell’occuparsi dei cavalli che hanno in scuderia.
Poi c’è la storia di Charrell Tettie in particolare, ovviamente: un cavallo molto caldo come ci racconta Silvia Pallara, specialmente sul salto.
«Tutte le gare a tempo erano sue», ricorda Silvia, «in passeggiata era quasi impossibile tenerlo al passo: praticamente trottava sul posto e non stava mai dietro, doveva sempre essere davanti. Ma a terra era il cavallo più bravo di questo mondo: lo portava in giro Giorgia, la figlia piccola di Bormioli che all’epoca aveva 3/4 anni e lui la seguiva a testa bassa, per controllare bene di non pestarla. Era caldo ma con una gran testa, non si è mai messo in una situazione di pericolo in gara: una ragazza che montava con me diceva che aveva qualche cosa di umano, era un po’ umanoide come diceva lei».
E alla fine fa stare meglio un po’ tutti sapere che c’è anche gente così, al mondo: come la famiglia Pallara del Centro Ippico San Lorenzo, a Castell’Arquato.