Bologna, 12 ottobre 2017 – I cavalli muoiono. Certo. Come tutto ciò che è vivo. Come anche noi, del resto. Però i cavalli hanno una vita più breve della nostra, e quindi noi abbiamo il potere di assistere a una cosa meravigliosa e tremenda allo stesso tempo: la loro nascita, la loro crescita, il loro sviluppo di atleti, la loro esplosione, i loro trionfi, poi il loro declino, poi la loro vecchiaia, quindi la loro morte. Quando un cavallo muore siamo sempre sorpresi, pur nella piena e totale consapevolezza del fatto che questo è il ritmo della natura: ma come morto, se mi sembra ieri che l’ho visto vincere quel Gran Premio, quella Coppa delle Nazioni… o anche molto più semplicemente che l’ho montato, o accarezzato, o portato a mano a mangiare una boccata d’erba… Clinton, per esempio, stallone grigio Holstein (Corrado I x Masetto) che ci ha lasciato questa mattina all’età di ventiquattro anni. Un cavallo che in campo ostacoli ha rappresentato il meglio del meglio del meglio. Classe purissima, stile favoloso, bellezza sublime, risultati formidabili… e montato sempre e solo dallo stesso cavaliere fin dai cinque anni d’età, un cavaliere tra l’altro non molto… glamour, non da copertina, non di quelli richiesti da tv e giornali, cioè Dirk Demeersman, belga, espressione sempre un po’ incupita, taciturno, apparentemente solitario (non di quelli che fanno le ricognizioni del percorso parlando con duecento persone, insomma), non particolarmente bello in sella… E però Clinton è una creatura di Dirk Demeersman: dal Campionato del Mondo dei cavalli di cinque anni nel 1998 fino al Campionato del Mondo ‘assoluto’ ad Aquisgrana nel 2006, passando per il 4° posto individuale alle Olimpiadi di Atene 2004 e per il 2° posto nel Gran Premio dello Csio di Aquisgrana 2005… Dirk Demeersman e Clinton: una coppia che sarà per sempre ricordata come uno dei grandi binomi del salto ostacoli mondiale. E poi Clinton come stallone? Beh, un’infinità di figli importantissimi ma uno su tutti: Cornet Obolensky, campione in gara ma ancor più campione come padre a sua volta. E così…E’ stato bello, bellissimo vedere Clinton saltare e galoppare e vincere e anche non vincere: sembra proprio ieri, tutto questo…