Bologna, 26 settembre 2017 – Ormai va così: non si fa in tempo a finire il Campionato d’Europa di Goteborg che siamo già tutti a Calgary; non facciamo in tempo a gustare l’esito del Gran Premio dello Csio di Calgary che siamo già tutti a Roma per il Longines Global Champions Tour; e mentre sta finendo il LGCT allo Stadio dei Marmi, ecco Barcellona con la finale del circuito mondiale di Coppa delle Nazioni… Che ritmo!
Barcellona, quindi. Una Barcellona dal sapore forte per noi italiani: vi arriviamo dopo aver chiuso la Prima Divisione al secondo posto della classifica generale, dopo aver vinto Coppe delle Nazioni di importanza massima e prestigio assoluto. Se nel mondo dello sport e del salto ostacoli in particolare non esistessero delle variabili molto variabili dovremmo dire che arriviamo a Barcellona da favoriti… ma le variabili esistono eccome: basti ricordare l’accaduto del Campionato d’Europa di Goteborg al quale ci siamo presentati come candidati (non lo dicevamo solo noi: lo diceva tutta Europa) al podio e poi… Inoltre andiamo in Spagna senza un binomio del valore di Piergiorgio Bucci e Casallo Z, e soprattutto senza Lorenzo de Luca: i cavalli di punta del numero due del mondo hanno bisogno di rifiatare un po’ dopo una stagione davvero intensa e stressante. E aggiungiamoci anche un Alberto Zorzi che non ha più la disponibilità di Cornetto: né di Fair Light van het Heike con la quale il cavaliere veneto ha partecipato al concorso Global di Roma.
GLI AZZURRI
Partiamo battuti quindi? Ma nemmeno per idea! Il bello della nostra squadra quest’anno è che esiste la possibilità di un certo ricambio, anche se è ovvio che un Zorzi/Cornetto e un de Luca/Ensor sono binomi che nessuna squadra al mondo potrebbe regalare agli avversari senza risentirne in qualche modo.
Alberto Zorzi monterà Ego van Orti (e nelle gare di… contorno impegnerà Vannan, un cavallo del quale lui stesso dice un gran bene), soggetto di notevoli mezzi, molto adatto alle grandi gare di precisione più che a quelle di velocità e quindi sulla carta perfetto per Barcellona; ma è la prima volta però che il cavaliere veneto lo sperimenta in un impegno così importante, e naturalmente ciò rappresenta pur sempre una minima percentuale di incognita. Sulla bravura di Zorzi… beh, non vale la pena di sprecare nemmeno una sillaba.
La qualità di Ares sotto la sella di Emilio Bicocchi è risultata evidente in molteplici occasioni, l’ultima delle quali il Gran Premio dello Csio di Calgary (4° posto): il cavallo però non è semplicissimo e talvolta rende le cose complicate al suo bravissimo cavaliere. Ma quando tutto funziona al meglio non c’è percorso che possa mettere in difficoltà l’uno e l’altro.
Bruno Chimirri ha un handicap: Tower Mouche è il suo unico cavallo per le grandi gare. Ma lui lo ha calibrato bene in vista dell’impegno spagnolo e quindi c’è da giurare che vi arriverà al meglio della condizione sia fisica sia tecnica. C’è un valore aggiunto: Chimirri stesso. La sua forza d’animo e la sua determinazione spesso gli consentono di andare oltre difficoltà oggettive, a prescindere dal cavallo che gli sta sotto la sella. In ogni caso il Tower Mouche visto a Dublino, per esempio, è uno spettacolo.
Luca Marziani e Tokyo du Soleil sono stati la ‘quasi’ rivelazione dell’anno. Quasi tra virgolette perché si conosceva bene il valore sia del cavallo sia del cavaliere anche prima: ma la conferma nelle gare più grandi e importanti del mondo non è mai una cosa automatica e scontata. Loro si sono invece confermati con eloquenza, divenendo una bellissima realtà del nostro salto ostacoli di alto livello.
Juan Carlos Garcia è infine un cavaliere fenomenale. Aggiunge valore a qualunque cavallo monti. Nel caso di Gitano basti pensare alle quattro Coppe delle Nazioni di quest’anno dove su due percorsi uno è sempre stato chiuso a zero (tranne a Lummen dove c’è stata una anomala eliminazione nel primo giro… ) e l’altro in tre casi a 4 e in uno a 8. Cioè un rendimento ideale per il risultato di una squadra.
LA GARA
La formula di gara è sempre la stessa. Giovedì 28 settembre alle 14.30 tutte le diciotto squadre affrontano la prova di qualifica (un solo percorso): una categoria di precisione, ma per le rappresentative che si dovessero trovare ex aequo per l’attribuzione dell’ottavo posto si calcolerà la somma dei tempi dei tre migliori percorsi di ciascuna. Le prime otto vanno in finale, le restanti dieci vanno a fare la Challenge Cup (che si potrebbe definire consolazione, cosa che renderebbe però meno nobile la sfida… ).
Venerdì 29 settembre alle 21.00 la Challenge Cup con le squadre classificate dal nono al diciottesimo posto della prima prova. Si riparte da zero. Un solo percorso. Si può cambiare uno dei binomi della squadra (le squadre arrivano a Barcellona composte da cinque binomi). In caso di parità di penalità per il solo primo posto tra due o più squadre si disputa un barrage al quale partecipa un solo binomio per squadra (ma non può essere quello immesso ‘fresco’: deve essere uno di quelli che hanno fatto entrambe le prove). Le squadre non partecipanti all’eventuale barrage sono classificate ex aequo secondo le penalità dei tre migliori percorsi di ciascuna.
Sabato 30 settembre alle 21.00 la finalissima mondiale. Regolamento identico a quello della Challenge Cup con una sola eccezione: le squadre non qualificate per l’eventuale barrage sono classificate secondo le penalità e la somma dei tempi dei tre migliori percorsi di ciascuna.