Bologna, 25 gennaio 2018 – Del futuro del concetto ‘Coppa delle Nazioni’ ormai si discute da tempo. In molti ambiti del mondo del salto ostacoli internazionale si teme che la più antica e classica e prestigiosa gara a squadre dello sport equestre (eccezion fatta per quelle dei campionati internazionali) venga messa in crisi dall’avanzare incalzante dei circuiti privati nei quali il denaro circola in percentuale infinitamente maggiore, e i cui calendari e numero degli appuntamenti agonistici si stanno dilatando sempre più. Tale timore è sempre più forte e sentito, nonostante sia i cavalieri sia la stessa Fei cerchino in tutti i modi di ribadire la loro ferma intenzione di non voler affatto penalizzare la gara a squadre di ogni Csio. Eppure i motivi per essere oggettivamente preoccupati ci sono tutti. Quello economico, prima di tutto: il montepremi di ciascuna Coppa delle Nazioni non è così accattivante, e in più il cavaliere che faccia anche un doppio zero non ha affatto la certezza di vederlo adeguatamente remunerato se i suoi compagni di squadra non fanno altrettanto; in una gara che – tra l’altro – richiede un impegno fisico ai cavalli notevole. In più i concorsi direttamente concorrenti degli Csio nel calendario internazionale, segnatamente quelli del circuito Global Champions Tour e Global Champions League, stanno aumentando di numero divenendo tra l’altro sempre più ‘ricchi’ e tutto sommato poco faticosi per i cavalli coinvolti. Il problema però non è e non deve essere quello di contrastare il passo ai circuiti diversi da quello degli Csio: anche perché lo sport e i cavalieri professionisti e gli sponsor ne hanno bisogno. Il problema è come potenziare sempre di più gli Csio e le rispettive Coppe delle Nazioni: questo è il tema. Sono state avanzate tante ipotesi: sopprimere dal programma degli Csio il Gran Premio individuale e cumularne il montepremi con quello della Coppa delle Nazioni in modo da rendere quella cifra davvero notevole; rendere le Coppe delle Nazioni prove qualificanti per i campionati internazionali; aumentare il numero di punti distribuiti dalla Coppa delle Nazioni per la computer list dei cavalieri di salto ostacoli… Idee e proposte che però fino a oggi non hanno visto alcuna applicazione pratica e concreta.
Un’azione forse piccola ma molto concreta è stata invece fatta dal comitato organizzatore dello Csio della Gran Bretagna, quello di Hickstead, luogo in cui dal 1992 si disputa l’evento. Come in tutti gli Csio moderni, anche Hickstead fino a oggi aveva proposto la Coppa delle Nazioni il venerdì (ci sono delle eccezioni: Calgary la fa sabato, Aquisgrana il giovedì con il concorso che però inizia il martedì) e il Gran Premio la domenica. Da quest’anno invece l’ordine delle due gare maggiori sarà invertito: Gran Premio – la antica e prestigiosa Coppa d’Oro di Re Giorgio V, la King George V Gold Cup – venerdì e Coppa delle Nazioni come evento conclusivo la domenica pomeriggio. Cosa cambia, si dirà… Beh, qualcosa cambia. Cambia soprattutto la quantità di spettatori al cospetto dei quali si disputa la gara: tutto il mondo è paese, e sappiamo bene come il venerdì pomeriggio il pubblico (con la maestosa eccezione di Aquisgrana… ) sia sempre più scarso rispetto alla domenica. Più pubblico significa maggiore appeal per sponsor e televisioni e media in genere. Ma al di là di questa considerazione di pratica concretezza, proporre la gara la domenica significa investirla di una maggiore evidenza e risonanza, significa offrire ai tifosi locali maggiori possibilità di seguire i propri beniamini alimentando ulteriormente quei valori che stanno alla base del rapporto tra spettatore e attore. Certo, non basta un semplice spostamento nel calendario del concorso per risolvere tutti i problemi. Ma quello lanciato da Hickstead è un segnale eloquente: del resto nello storico passato del salto ostacoli internazionale la Coppa delle Nazioni prevaleva su qualunque altra prova, Gran Premio compreso, e veniva effettivamente disputata per questo la domenica, talvolta il sabato, ma comunque sempre dopo il Gran Premio. Che sia necessario guardare al passato per ridisegnare il futuro… ?