Bologna, venerdì 1 maggio 2020 – Cosa avrà pensato esattamente? Quale sarà stato il motivo per cui la sua attenzione è andata proprio lì? Cosa avrà visto in quel cavallo che secondo i più influenti rappresentanti degli Haras francesi sarebbe stato meglio castrare e non lasciare intero, vista la sua costruzione non particolarmente imponente? Maas Johannes Hell – responsabile dello studbook tedesco dell’Holstein dal 1971 al 1982 – quel giorno di gennaio del 1971 (dunque proprio nella fase iniziale del suo compito) si trova in Normandia e rimane colpito nel vedere questo puledro anglo-normanno baio scuro di tre anni: lì in Francia lo avrebbero castrato, lui invece decide di portarselo in Germania lasciandolo ovviamente intero. Il classico colpo di fulmine, insomma. Particolarmente significativo se si considera che durante quel periodo storico nel mondo dello sport equestre si riteneva che le dimensioni e l’imponenza della costruzione morfologica di un cavallo fossero presupposti irrinunciabili per garantire forza e prestanza: gli anni Settanta sono contraddistinti da soggetti potenti e atletici, dalle grandi dimensioni, in particolare proprio in Germania. E quindi l’arrivo di questo giovane stallone francese, insanguato e non… gigantesco, fece inizialmente storcere il naso agli allevatori dell’Holstein… Inizialmente, sì, solo inizialmente: perché in seguito nel corso del tempo questo giovane stallone francese sarebbe stato prima apprezzato, poi amato, quindi adorato, per essere infine consacrato come vera e propria leggenda dell’allevamento mondiale. Oggi noi sappiamo bene chi sia stato questo stallone francese baio scuro: un capostipite fondamentale per la storia dello sport equestre. Cor de la Bryère: un nome meraviglioso che evoca identiche meraviglie, sotto forma di una infinita schiera di fuoriclasse magnifici sia nello sport sia nell’allevamento.
Quel giorno di gennaio 1971 Maas Johannes Hell accompagna Alwin Schockemoehle in Francia: il futuro campione olimpico di Montreal 1976 è già allevatore, oltre che grande fuoriclasse nello sport, e si reca in Normandia per ritirare uno stallone che aveva affittato, Urioso. Schockemoehle e Hell raggiungono quindi la scuderia di Xavier Ribard, allevatore e stalloniere, il quale ricorda: «Mi domandarono se avevo qualche altro stallone da fargli vedere. Gliene presentai altri quattro, tra i quali Cor de la Bryère: vedendolo mi chiesero se il cavallo era in vendita. Dal momento che in Francia non lo avrebbero mai approvato, consigliandone addirittura la castrazione, risposi affermativamente e così Cor partì alla volta della Germania insieme a Urioso».
Ribard aveva acquistato Cor de la Bryère quando il cavallo era ancora un piccolo puledro. Cor era nato nel 1968 nelle scuderie di un’allevatrice nel nord della Francia, figlio di una cavalla – Quenotte – il cui nonno paterno era il grande e famoso purosangue Furioso (padre di Lutteur B e Pomone B, cavalli che sotto la sella del fuoriclasse francese Pierre Jonqueres d’Oriola avevano vinto la medaglia d’oro individuale rispettivamente alle Olimpiadi di Tokyo 1964 e nel Campionato del Mondo di Buenos Aires 1966); il padre di Cor era invece il purosangue Rantzau (nato nel 1946 da Foxlight x Cavalier d’Arpino), uno stallone molto apprezzato solo in tarda età ma che Ribard aveva nelle sue grazie: «Ho sempre amato molto i figli di Rantzau, quelli che avevo avuto mi avevano dato soddisfazione, per questo motivo non ho esitato ad acquistare Cor de la Bryère».
Ma quando Ribard sottopone Cor de la Bryère come stallone all’attenzione dei responsabili dell’Haras du Pin, rimane molto deluso: «La commissione venne da me solo una decina di giorni prima dell’arrivo di Schoeckemoehle e Hell. Mi suggerirono di castrarlo perché secondo loro sarebbe stato un ottimo cavallo da sport, e non invece interessante come stallone dato il suo fisico leggero ed elegante. In effetti stavo per castrarlo seguendo l’opinione dei responsabili dell’Haras du Pin. Ma intanto arrivarono Schockemoehle e Hell: quel giorno Cor de la Bryère tra l’altro non si presentava certo al suo meglio, era gennaio, aveva il pelo lungo, non era ferrato, era in pessime condizioni… ». Pessime condizioni: non abbastanza però da rendere cieco l’occhio competente e lungimirante di Maas Johannes Hell… !
Anche in Germania tuttavia l’inizio per Cor de la Bryère non è facile. C’è chi non apprezza il fatto che sia francese temendo l’inquinamento del patrimonio genetico dell’Holstein, chi non lo ritiene fisicamente interessante… Ma è una diffidenza che dura poco: appena la qualità della sua produzione risulta evidente, tutti i pregiudizi su di lui evaporano come neve al sole… Nella seconda generazione dei suoi figli compaiono i primi grandi successi: nascono infatti il primo dei cinque Calypso (dal secondo nasce il formidabile stallone Contender, solo per dire uno dei gioielli che provengono da questa ‘famiglia’), il primo dei due Calvados, il primo dei cinque Calando, il primo dei tre Caletto (dal primo nasce il grande stallone Cantus, dal secondo la Classic Touch oro olimpico a Barcellona 1992, oltre al famoso stallone Caretino padre del portentoso Casall, vincitore sotto la sella di Rolf-Goran Bengtsson e padre di una quantità enorme di campioni tra i quali il ‘nostro’ Casallo Z di Piergiorgio Bucci).
Lo si dice sempre dei grandi stalloni, ma nel caso di Cor de la Bryère è vero più che mai: impossibile render conto tra la sua progenie di tutti i fuoriclasse stupendi che si sono distinti in allevamento e nello sport… sarebbe un elenco interminabile (lo stallone performer Corrado però va citato senz’altro: spettacolo puro!). Basti dire che la stragrande maggioranza dei cavalli prodotti in Holstein il cui nome inizia con la lettera C risale a lui, così come quelli caratterizzati dalla L risalgono a Landgraf I (o a suo padre Ladykiller). Cor de la Bryère e il purosangue Cottage Son (il cui più famoso discendente è il favoloso pronipote Capitol I) sono infatti i fondatori della linea C che insieme alla L ha fatto la fortuna dello studbook dell’Holstein e di buona parte dell’intero salto ostacoli tedesco (e un anno, il 1985, Cor è a Zangersheide: nascono gli stalloni performer Cordalmé Z e Cor d’Almé Z). Ma non solo salto ostacoli, e non solo tedesco: Cor de la Bryère infatti è il padre anche di Corlandus, cavallo che sotto la sella dell’amazzone tedesca di nascita ma francese di matrimonio Margit Otto Crepin (purtroppo recentemente scomparsa) è stato grande protagonista in dressage alla fine degli anni Ottanta, con la conquista – per i colori della Francia – dell’oro individuale nel Campionato d’Europa nell’87, dell’argento individuale olimpico a Seul ’88 e della Coppa del Mondo nell’89.
Una grande storia, insomma, a cui nemmeno la morte pone la parola fine: Cor de la Byère scompare alla veneranda età di 32 anni il 26 aprile del 2000, ma la sua vita è presente più che mai in una discendenza che alla quantità unisce una qualità davvero favolosa. Una grande storia, sì: una di quelle grandi storie che intrecciano allevamento e sport rendendo così appassionante e coinvolgente il loro cammino lungo l’esistenza non solo dei cavalli ma anche degli uomini. Oggi noi ammiriamo campioni stupendi in campo ostacoli: è importante sapere che dietro molti di loro c’è un passato fatto di tutto questo.