Bologna, 9 aprile 2017 – Con la disputa ieri del primo Gran Premio del Longines Global Champions Tour 2017 a Città del Messico è iniziata la corsa che si articolerà su altre quattordici tappe, compresa quella di Roma che sarà la penultima dal 21 al 24 settembre. Un’edizione un po’ particolare, questa, perché è la prima da dopo che la Global Champions League (la gara a squadre inventata e voluta da Jan Tops e da Mark McCourt) è diventata a tutti gli effetti un circuito Fei. E dal momento in cui la federazione internazionale ha dato la sua benedizione sono cambiate moltissime cose. Sono anche nate parecchie critiche e polemiche soprattutto nei confronti della Fei, dovute al fatto che una squadra per partecipare alla GCL (e le squadre sono diciotto) deve pagare un’iscrizione di due milioni di euro… Le gare della GCL adesso in ogni concorso Global sono due ed entrambe assegnano punti per la computer list mondiale di salto ostacoli: la seconda inoltre è valida anche come qualifica per i soli venticinque concorrenti che vanno a fare il Gran Premio del GCT, gara che è diventata una categoria a barrage (da due manche e barrage) e che si disputa nello stesso giorno della seconda gara della GCL. Molti si chiedono: è giusto che alcuni cavalieri abbiano accesso ai punti per la computer list esclusivamente sulla base di una discriminante economica? A differenza di quelli che non fanno parte delle squadre della GCL? Il problema è… caldo e certamente se ne discuterà a lungo.
Ma per adesso qui rimaniamo agli argomenti di carattere squisitamente sportivo. Potrebbe fare una certa impressione il fatto che la seconda prova della GCL si disputi solo poche ore prima del Gran Premio del GCT. In realtà la situazione è… quasi simile a prima: praticamente la gara della GCL è come se fosse la prima manche del Gran Premio ‘vecchia formula’. Tant’è vero che il GP è adesso aperto solo a venticinque concorrenti (nella vecchia formula la seconda manche ai migliori diciotto), ma con la possibilità di montare eventualmente un cavallo diverso da quello impegnato nella gara di qualifica (e ripartendo da zero penalità). Anche questo fatto potrebbe fare una certa impressione: ma come, solo venticinque concorrenti? In realtà – appunto – il conto va fatto sui cavalieri che prendono parte alla seconda prova della GCL: a Città del Messico cinquantaquattro. Sarebbe dunque questo il numero dei partenti… in Gran Premio, se consideriamo appunto la seconda gara della GCL come prima manche del GP. Fatto sta che il primo a fare le… spese di questa nuova formula è stato proprio Alberto Zorzi, che classificandosi su Cornetto K al 26° posto della seconda gara GCL (con un errore) è risultato di fatto il primo degli esclusi dal GP… Che disdetta! Ma solo da un punto di vista matematico, poiché in realtà la prestazione del nostro cavaliere è stata ammirevole: come lo sono state tutte quelle da lui offerte sia con Cornetto K sia con il nuovissimo Going Global. Anzi, la stampa internazionale è rimasta ammirata di come Zorzi sia riuscito nel giro dei soli due percorsi fatti a Città del Messico a raggiungere un tale livello di intesa con il cavallo di Athina Onassis (rimasta come è noto vittima di un infortunio proprio alla vigilia del concorso). Ormai Alberto Zorzi – e non da oggi certo – ha conquistato una consistenza e una riconoscibilità a livello internazionale davvero entusiasmanti: non è più ‘l’italiano’ che fa il secondo cavaliere nella scuderia di Jan Tops, adesso è un campione ammirato e considerato universalmente. Ha bruciato le tappe? Sì: le ha bruciate eccome. Un fenomeno.
Poi c’è Lorenzo de Luca. Che dire ormai di lui? E’ una meraviglia. Nel giro di pochi giorni ha incantato in sella a Ensor de Litrange nella finale della Coppa del Mondo di Omaha, è arrivato 2° nel Gran Premio del concorso di Omaha in sella a Limestone Grey, poi è volato a Città del Messico per conquistare una favolosa vittoria in sella ad Halifax van het Kluizebos, e quindi chiudere in bellezza con un 4° posto nel GP del GCT con due percorsi netti (tre, se calcoliamo quello nella seconda gara della GCL che gli è servito come qualifica per il GP) in sella a un esplosivo Armitages Boy. Lorenzo de Luca monta sempre meglio, perché gara dopo gara acquista disinvoltura, sicurezza, certezza della propria forza e di quella dei suoi cavalli; perché adesso sta facendo esattamente quello che fanno tutti i più grandi campioni internazionali e che noi abbiamo sempre lamentato – giustamente – come carenza determinante per i nostri cavalieri: un concorso dopo l’altro al massimo livello e con un elevatissimo standard di competitività dovuto ad avversari formidabili. Una routine che rende tutto possibile, scorrevole, fluido. Certo: nulla di questo sarebbe possibile senza i cavalli favolosi e i mezzi favolosi che Stephan Conter mette a disposizione del nostro cavaliere: mai dimenticarlo, questo aspetto della questione. Ma è la bravura di Lorenzo de Luca l’elemento che serve per il salto di qualità a quel livello: questo è innegabile. E dunque da qualunque parte lo si guardi, il fenomeno-de Luca è entusiasmante: eccitante anche, se si considera quanto e per quanto la nostra equitazione abbia patito la mancanza di un campione di riferimento, di una star riconosciuta, di un simbolo rappresentativo.
Adesso Lorenzo de Luca e Alberto Zorzi sono veri e propri ambasciatori del salto ostacoli azzurro nel mondo: senza dimenticare naturalmente Piergiorgio Bucci, Gianni Govoni, Emilio Bicocchi, Bruno Chimirri, Juan Carlos Garcia, Emanuele Gaudiano, Paolo Paini, tutti molto competitivi grazie a cavalli di altissimo livello. E senza dimenticare gli altri eccellenti cavalieri di cui disponiamo che però in questo preciso momento non hanno cavalli pronti (o, purtroppo, non ne hanno proprio). Insomma: farsi prendere dall’entusiasmo parlando del nostro salto ostacoli non è mai cosa prudente… ma qualche volta bisogna farlo, semplicemente perché è bellissimo! Quindi facciamolo (per le delusioni c’è sempre tempo… ).