Bologna, martedì 30 giugno 2020 – La fine di un incubo per Nadja Steiner: ma anche la dimostrazione più eloquente possibile di quanto al giorno d’oggi il comportamento di chiunque abbia a che fare con cavalli sportivi d’alto livello debba essere controllato e consapevole in ogni singolo istante della giornata trascorsa a contatto con loro. Rapido riassunto dei fatti. Nel mese di febbraio di quest’anno il Tribunale della Fei aveva sospeso Nadja Peter Steiner per un periodo di due anni; la sospensione sarebbe terminata il 23 maggio del 2021, tenendo conto dei mesi già scontati in precedenza dall’amazzone elvetica tra novembre 2017 e agosto 2018 a seguito della sospensione provvisoria. Nel mese di marzo 2020 Nadja Steiner ha fatto appello al Tribunale Arbitrale dello Sport a seguito del quale la sanzione del Tribunale della Fei è stata cancellata con effetto immediato. Questa la successione dei fatti.
Ma perché tutto questo? Doping. A seguito di un test effettuato in occasione dello Csi di Coppa del Mondo di Tetouan (Marocco) nell’ottobre del 2017, la cavalla Saura de Fondcombe di Nadja Steiner era risultata positiva all’O-Desmethyltramadol (sostanza compresa nell’elenco di quelle vietate dalla Fei), metabolita del Tramadol, un oppioide analgesico che viene utilizzato come antidolorifico in medicina umana in casi di dolore acuto. Nadja Steiner, certa di non aver mai somministrato tale sostanza alla sua cavalla e certa anche di aver sempre rigorosamente rispettato tutte le norme antidoping, non si è rassegnata di fronte a tutto ciò e non ha smesso un istante di cercare di capire come potesse essere realmente accaduto. Adesso la verità è emersa: una… pipì! Esatto, proprio così. Un uomo che aveva viaggiato in van con la cavalla verso il Marocco ha confessato di aver urinato nel van una volta giunti a destinazione: il box della cavalla non era ancora pronto, così Saura de Fondcombe è stata lasciata libera di muoversi e di alimentarsi dentro il van in attesa di poter essere alloggiata nella sua scuderia. Inoltre il fieno presente all’interno del van è stato poi trasferito nel box… La persona in questione ha ammesso di aver assunto il Tramadol a causa di forti dolori alla schiena prima di intraprendere il viaggio, o durante il viaggio stesso, confessando di non aver mai avuto il coraggio di dichiararlo una volta resosi conto del danno procurato a Nadja Steiner nel timore di perdere il posto di lavoro.
Fine dell’incubo per Nadja Steiner, sì: ma dopo aver perduto un buon periodo di attività agonistica e soprattutto dopo aver patito un bel po’ di sofferenza… Come si vede, la preoccupazione che il Club internazionale dei cavalieri di salto ostacoli ha sempre manifestato giustamente nei confronti di casi di doping da contaminazione da adesso in poi deve considerare anche un altro caso possibile…
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE ARBITRALE DELLO SPORT
https://inside.fei.org/system/files/4%20THURSDAY%20-%20CAS_2020_A_6853_NadjaPeterSteiner%20v.%20FEI.pdf