Bologna, mercoledì 31 gennaio 2024 – Se ne parlava da tempo lungo i corridoi del mondo del salto ostacoli internazionale, ma adesso la notizia è ufficiale: anche lo Csio di Dublino è entrato a far parte della ‘famiglia’ dei grandi concorsi Rolex.
Il prestigioso evento irlandese dunque si unisce agli Csio di Roma, Aquisgrana, La Baule, Calgary, Wellington, Bruxelles e agli Csi di Ginevra, Den Bosch, Dinard, Windsor, Knokke: tutti contraddistinti dal marchio verde oro della prestigiosa casa di orologeria internazionale (e tra questi, quelli di Ginevra, Aquisgrana, Calgary e Den Bosch formano il Rolex Grand Slam of Showjumping).
Dunque si definisce la situazione della quale si era parlato nello scorso mese di agosto, quando la Fei aveva lanciato con una grande operazione di comunicazione sui propri canali mediatici la Longines League of Nations, il nuovo circuito di Coppa delle Nazioni.
Aveva detto allora il presidente della Fei, Ingmar De Vos: “Abbiamo preso una storica decisione per il futuro dello sport equestre. Questa serie sarà destinata a ispirare squadre e individuali circa i valori fondanti del nostro sport – cameratismo, spirito di squadra, eccellenza sportiva e horsemanship – avendo giocato per più di un secolo un ruolo di valore incalcolabile per la crescita globale dell’equitazione”.
Quindi oggi questo è il panorama internazionale relativo alla gara di Coppa delle Nazioni: da una parte la Longines League of Nations con gli Csio di Abu Dhabi (Emirati Arabi), Ocala (Stati Uniti), San Gallo (Svizzera) e Rotterdam (Olanda) per arrivare poi alla finale di Barcellona; dall’altra i concorsi Rolex con gli Csio di Roma (Italia), Aquisgrana (Germania), Dublino (Irlanda), La Baule (Francia), Bruxelles (Belgio), Wellington (Stati Uniti), Calgary (Canada).
Con tutto il rispetto per l’opinione del presidente Ingmar De Vos, ci pare che non esista confronto sotto alcun punto di vista tra le due realtà. Del resto questo è l’effetto della politica della Fei che invece di porsi nei confronti del mondo dello sport per quello che istituzionalmente dovrebbe essere – cioè la ‘madre’ di tutto lo sport – ha fatto in modo che si arrivasse a questa situazione. Il proverbio d’altro canto lo dice: chi è causa del suo mal pianga sé stesso…