Dublino, 10 agosto 2018 – Bianco rosso verde: ma non Italia, no. Un fenomenale Messico ha vinto oggi pomeriggio la Coppa delle Nazioni dello Csio di Dublino, il prestigioso Aga Khan Trophy. Una vittoria entusiasmante per i cavalieri americani guidati dal c.t. belga Stanny van Paesschen, ottenuta con una rimonta favolosa nella seconda manche chiusa a zero penalità.
Ma naturalmente il tricolore che interessa maggiormente a noi è… il nostro. Ebbene, siamo stati in gara fino alla fine per la vittoria e – noi come l’Irlanda, e alla fine la stessa Francia che sembrava inizialmente tagliata fuori – abbiamo mancato il barrage per il primo posto con il Messico solo di una barriera. A dire il vero per buona parte della gara era sembrato che solo Italia e Irlanda avrebbero combattuto per il primo posto (ci era venuta l’acquolina in bocca… ), e bisogna riconoscere che la delusione maggiore è proprio per i padroni di casa che avevano iniziato chiudendo la prima manche a zero e con tutte le intenzioni di ‘divorare’ la Coppa delle Nazioni di fronte al proprio pubblico caldo ed entusiasta come solo gli irlandesi sanno essere a quelle latitudini…
Noi ci giocavamo la possibilità di guadagnare il biglietto per la finale del circuito di Coppa delle Nazioni di Barcellona. Abbiamo mancato l’obiettivo, chiudendo la classifica della Prima Divisione d’Europa al penultimo posto, cioè il nono su dieci squadre (per andare a Barcellona ci voleva come minimo il settimo posto). Male? Bene? Facendo un ragionamento molto cinico e molto poco sportivo bisogna dire che non è certo una tragedia: a Barcellona nella finale mondiale c’è molto più da perdere che da guadagnare… (poi ci sarebbe molto ma molto ma molto da discutere sul regolamento dell’intera Prima Divisione, ma non è questa la sede: ci sarà tempo e modo per farlo). Ma il ragionamento sportivo è diverso: sarebbe stato bello essere insieme alle migliori squadre del mondo per cercare (magari) di ottenere un risultato che nobilitasse ulteriormente il diritto – conquistato sul terreno di gara – di disputare la Prima Divisione anche nel 2019. Alla fine però il verdetto del campo – soprattutto su tornei di lunga durata – è sempre quello giusto. Quindi stop alle recriminazioni.
Mettiamo dunque una croce su Barcellona, godiamoci ancora una volta la certezza di essere in Prima Divisione nel 2019 (questo è un fatto di capitale importanza: ricordiamocelo) e vediamo cosa ci ha detto la gara di Dublino. Prima di tutto una cosa: un binomio come quello composto da Luca Marziani e Tokyo du Soleil dobbiamo godercelo al massimo della nostra consapevolezza perché si tratta di una vera rarità preziosa ed esclusiva. Oggi poi come mai in precedenza, poiché Luca Marziani è partito per primo di tutta la gara. Non è facile. Dice: sì, ma si tratta pur sempre di andare in campo e saltare… No, non è così. Farlo senza aver visto un solo percorso, farlo senza avere l’animo scaldato nel bene o nel male, farlo senza aver sentito il suono delle barriere altrui cadere, farlo senza aver visto le facce degli altri cavalieri al ritorno in campo prova, farlo senza aver sentito la voce dello speaker annunciare qualche risultato… non è affatto la stessa cosa. E’ completamente diverso. E’ infinitamente più difficile. E Luca Marziani oggi ha fatto un capolavoro nel capolavoro: l’ennesimo doppio netto spettacolare ed emozionante, con un Tokyo du Soleil che ormai in Coppa delle Nazioni è una certezza assoluta e certificata. Vale la pena ripeterlo: esaltiamoci per questo, perché per una squadra è un capitale di valore incalcolabile un binomio che fa quello che stanno facendo adesso Luca Marziani e Tokyo. Per il resto… beh, diciamo che ci è mancato il colpo del ko (sugli avversari): potevano darlo sia Piergiorgio Bucci sia Lorenzo De Luca, ma se anche la differenza tra uno 0 e un 4 può essere enorme in senso agonistico (come purtroppo oggi) è ben vero che è quasi infinitesimale dal punto di vista tecnico. Oggi a noi interessa più questo secondo aspetto, in previsione del Campionato del Mondo di Tryon che da questa sera deve diventare il nostro obiettivo numero uno, essendoci in ballo la qualifica alle Olimpiadi. Su questo deve lavorare il c.t. azzurro Duccio Bartalucci: e non sarà un lavoro facile perché al di là di Tokyo du Soleil ci troviamo con molti cavalli papabili ma tutti con qualche piccola criticità: che augurabilmente dovrebbe essere scongiurata – o scongiurabile – in vista di Tryon.
Comunque: anche oggi abbiamo dimostrato che schierando la migliore squadra possibile siamo competitivi, pur se in una gara che non vedeva tra i partecipanti l’élite mondiale. Ma al giorno d’oggi non esistono gare facili, a questo livello di competitività: quello che importava più di ogni altra cosa era verificare la risposta dei nostri cavalli. Tokyo favoloso. Irenice Horta molto incoraggiante, anche perché uscita dalla scuderia di Stephan Conter come il classico coniglio dal cilindro, per essere poi interpretata da un cavaliere magnifico come Lorenzo De Luca e offrire un rendimento eccellente sia ad Aquisgrana sia qui a Dublino. Diesel GP du Bois Madame è certamente cavallo di grandi potenzialità forse espresse non ancora compiutamente: probabile che abbia bisogno di tutta questa stagione (ha solo 9 anni, del resto) per consolidare il proprio rendimento e poi concretizzare al meglio l’anno prossimo. Tower Mouche che tante volte si è rivelato determinante se non addirittura decisivo oggi non è stato messo come ultimo a partire (un segno?): ma il valore di Bruno Chimirri prevale su qualunque considerazione.
Ebbene, archiviata la gara di Dublino, archiviata la Prima Divisione, ora obiettivo puntato su Tryon: Campionato del Mondo. C’è poco da fare: dobbiamo essere protagonisti. Non è affatto impossibile.
LA CLASSIFICA DELLA COPPA DELLE NAZIONI
LA CLASSIFICA FINALE DELLA PRIMA DIVISIONE DI COPPA DELLE NAZIONI 2018