El Jadida, domenica 21 ottobre 2018 – Se dicessimo che Roberto Arioldi non finisce di stupire diremmo una stupidaggine. Non c’è nulla di stupefacente nel 2° posto che oggi il cavaliere azzurro ha conquistato nel Gran Premio dello Csi a quattro stelle di Coppa del Mondo in sella a Dundee van het Marienshof. Perché dovrebbe essere stupefacente? Roberto Arioldi ha semplicemente fatto anche oggi il Roberto Arioldi: cioè quello che lui sta facendo ininterrottamente dal 29 novembre del 1955, giorno in cui è venuto al mondo 62 anni or sono (anzi, 63 visto l’imminente compleanno). Un atleta a 62 anni non è più giovanissimo? Ma la faccenda non è essere giovane o non essere giovane: la faccenda è essere Roberto Arioldi. E’ una questione completamente diversa da quella che potrebbe riguardare qualunque altro essere umano… E’ quello che deve aver pensato anche il francese Simon Delestre (classe 1981), uno dei cavalieri più veloci del mondo, nel vedersi superato di quasi due secondi nella seconda manche sul suo Ulane Belmaniere. Oppure lo svizzero Pius Schwizer (1962), che su Balou Rubin è stato sì più veloce ma penalizzato di un errore nella prima manche… Buon per il francese Philippe Rozier, unico doppio netto al termine delle due frazioni di gara su Cristallo, che ha chiuso il secondo giro tranquillo (tre secondi di ritardo rispetto ad Arioldi) ma sicuro, cogliendo così una bellissima vittoria. Insomma: per descrivere la bravura e le qualità di Roberto Arioldi in modo sufficientemente eloquente c’è solo un modo, uno soltanto, cioè usare due parole, pronunciandole o scrivendole. Queste: Roberto Arioldi.
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO