Bologna, mercoledì 11 marzo 2020 – L’emergenza Coronavirus imprime una velocità vorticosa al succedersi degli eventi e delle decisioni, soprattutto nelle zone più colpite dall’epidemia, Italia in testa. Per quanto riguarda il grande salto ostacoli internazionale la novità dell’ultima ora è che il comitato organizzatore dello Csi a cinque stelle di ‘S-Hertogenbosch (Olanda), tappa del Rolex Grand Slam of Showjumping (in calendario da domani a domenica), ha deciso di vietare del tutto l’accesso al pubblico. In un primo momento infatti la decisione, in conformità con quanto stabilito dal governo olandese, era stata quella di dare accesso a non più di mille spettatori: ma poi il corso degli eventi delle ultime ore ha indotto il comitato organizzatore a optare per la chiusura totale. La disposizione circa la possibilità di far disputare un evento indoor con non più di mille spettatori è stata adottata anche in Francia: però gli organizzatori dello Csi a cinque stelle “Saut Hermes” di Parigi hanno preferito cancellare del tutto il loro concorso.
Ma qual è davvero la percezione del problema Coronavirus nel mondo degli addetti ai lavori a livello internazionale? Ne abbiamo parlato con Eleonora Ottaviani, direttrice dell’International Jumping Riders Club, l’associazione internazionale dei cavalieri di salto ostacoli. Ecco di seguito il suo pensiero sul tema: “Ho parlato con il segretario generale della Fei, Sabina Ibanez, con la quale mi risentirò di nuovo prossimamente, perché a mio avviso la gente non ha ancora veramente capito e realizzato la gravità del problema Coronavirus. E per gente intendo gli atleti, gli organizzatori di concorsi e in generale gli addetti ai lavori. A livello internazionale anche da parte dei cavalieri la percezione del problema non c’è. L’Europa dello sport equestre in questo momento sta sottovalutando moltissimo la portata del problema. Autorizzare manifestazioni agonistiche indoor che garantiscano fino a un massimo di mille spettatori è semplicemente da irresponsabili: è un chiaro segnale del fatto che non si sta comprendendo lo stato delle cose. Tutti dovremmo elevare il grado della nostra responsabilità personale: atleti, organizzatori e dirigenti, ma in particolare dirigenti poiché sono loro che devono prendere le decisioni. Il mondo equestre sta sottovalutando rischi e pericoli: questa è la mia chiara sensazione. Me lo conferma anche Kevin Staut, il nostro presidente: anche lui sostiene che in Europa non ci sia una visione chiara e consapevole della situazione. A Parigi il concorso Saut Hermes è stato annullato perché i dirigenti di Hermes hanno dimostrato al contrario grande consapevolezza e senso di responsabilità”.