Bologna, giovedì 19 marzo 2020 – Come Emilio Bicocchi, anche Emanuele Gaudiano è riuscito nell’impresa di qualificarsi per la finale della Coppa del Mondo di salto ostacoli grazie a una serie di risultati formidabili concentrati tra novembre e dicembre dello scorso anno. La prima finale della Coppa del Mondo della sua carriera… Emanuele Gaudiano è poi riuscito anche in un’altra impresa magnifica: conquistare per l’Italia un posto individuale ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, un posto che a rigor di logica dovrebbe essere suo. La tremenda pandemia del Coronavirus però ha azzerato quasi del tutto la prospettiva agonistica del nostro cavaliere: la finale della Coppa del Mondo è stata cancellata e sulle Olimpiadi continuano a gravare pesanti interrogativi, nonostante le parole rivolte proprio ieri a tutti gli atleti del mondo da Thomas Bach, il presidente del Cio, il quale li invita a continuare la preparazione sportiva al meglio delle possibilità attuali.
«Dobbiamo accettare questa situazione. Purtroppo è così per tutto e per tutti. Circoscrivendo il problema allo sport, beh… sì, abbiamo perso la finale della Coppa del Mondo ma anche tante altre gare importanti».
Però Las Vegas non sarebbe stata una gara come tutte le altre, ovviamente.
«Sì, è vero, però io ci sarei andato senza alcuna prospettiva agonistica, solo per fare un’esperienza personale. Per essere competitivi in una gara del genere bisogna montare il primo cavallo e averlo in piena forma: per me non sarebbe stato così, io avrei montato Caspar, quindi avrei cercato sicuramente di fare del mio meglio ma senza grandi ambizioni. In ogni caso mi è dispiaciuto averla persa: qualificarsi non è certo un’impresa facile… Speriamo di riuscirci ancora in futuro».
Adesso cosa stanno facendo i suoi cavalli?
«Ovviamente sono fermi a casa e lo rimarranno penso per un bel po’. Fanno solo mantenimento e condizione, un po’ di lavoro in piano, qualche piccolo esercizio».
Così potrà forse dedicarsi un po’ di più ai soggetti giovani…
«Sì, anzi sarebbe stato bello se fosse stato possibile fare qualche concorso riservato a loro, ma naturalmente è fuori discussione… Ai cavalli giovani mi sono sempre dedicato, però effettivamente adesso lo posso fare con più tempo a disposizione, e quindi meglio».
Quanti ne ha in lavoro in questo momento?
«Sono una decina».
Lei sta in Germania: com’è la situazione nella sua zona in questo momento?
«Diciamo che la fase di vera e propria emergenza qui è ancora all’inizio: hanno chiuso le scuole e penso che questa settimana chiuderanno anche altre attività. Ho quindi più tempo per stare con i miei figli, e questa è la cosa positiva della situazione… ».
La finale di Coppa del Mondo è persa, ma anche le Olimpiadi non sembrano proprio al sicuro…
«Le Olimpiadi… mah, la vedo molto difficile… Anche perché non si può andare a saltare un’Olimpiade senza essere allenati… non so cosa pensare».
Pensa che nel caso in cui si riescano a fare non ci sarebbe il tempo sufficiente per prepararsi al meglio?
«Dipende da un sacco di cose. Credo che anche per gli atleti delle altre discipline non sarebbe facile. In ogni caso io ci proverei comunque, questo è sicuro… ».
Di quanto tempo avrebbe bisogno per portare Chalou nella condizione migliore?
«Un paio di mesi, il che vuol dire quattro o cinque gare grosse».
Quindi giugno e luglio…
«Sì. Speriamo… ».