Bologna, 20 agosto 2018 – Emanuele Gaudiano con Chalou è stato inserito dal selezionatore tecnico azzurro Duccio Bartalucci nella lista dei sette nomi per il Campionato del Mondo di Tryon. E ormai ci siamo quasi…
«Beh, andiamoci piano… Intanto diciamo che con Duccio Bartalucci abbiamo deciso di valutare come va il cavallo in queste due settimane a Valence e poi si deciderà. Un Gran Premio l’ho fatto ieri, domenica prossima farò l’altro».
Sì, ma la squadra in linea di massima è praticamente fatta…
«Io sono sempre pronto. Il mio cavallo non ha paura di niente però rimane pur sempre un cavallo di soli nove anni quindi è ancora un filo inesperto per un Campionato del Mondo».
Ma nel caso in cui lei dovesse far parte della squadra si sentirebbe preoccupato o tranquillo?
«Preoccupato no, perché mi fido del mio cavallo. Però se Chalou avesse un anno o anche solo sei mesi di esperienza in più su quel tipo di gare sarebbe meglio. Vedremo».
Comunque le prestazioni di Chalou sono abbastanza regolari ultimamente.
«Sì, certo. Lui è un buon cavallo».
Come le è arrivato in scuderia?
«L’ha comperato Ugo Pisani a cinque anni, poi abbiamo deciso di portarlo avanti insieme. Ho fatto i primi Gran Premi quando aveva sette anni, quindi abbastanza presto. Il primo l’ha fatto in Marocco».
Lui ha questo suo modo di saltare un po’… particolare, diciamo…
«Diciamo che si fa notare».
Eh beh, sì… con questa sbracciata pazzesca!
«È il suo modo. Ogni cavallo ha il suo modo… Lui ha questo suo modo particolare».
Sì, però non è così sempre, su ogni salto…
«Chalou è molto rispettoso. Quando vede degli oxer profondi usa questa tecnica per non fare errore».
Facendo delle parabole che sono molto più ampie di quanto l’ostacolo richieda, tra l’altro.
«Eh sì, esatto».
Ma non è rimasto un po’ sorpreso quando ha scoperto questa cosa?
«Beh, all’inizio mi sembrava un po’ strano, poi mi sono abituato».
Può diventare un problema, per esempio quando deve tenere molto sotto controllo il galoppo dopo il salto?
«No, questo suo tipo di salto non crea problemi nella fase di galoppo successiva».
E nemmeno in una combinazione?
«Chalou a volte mi fa degli errori sulla ricaduta negli oxer perché lui è molto attento alla prima barriera, va molto in aria e a volte fa fatica a coprire la larghezza se l’ostacolo è l’uscita di una combinazione. Ma è solo inesperienza, tra un annetto sarà tutto risolto».
Invece Caspar? È corretto dire che dopo le Olimpiadi di Rio de Janeiro ha avuto un lungo periodo di difficoltà?
«Mah… in realtà lui è sempre stato un po’ alterno. Ha dei periodi in cui salta benissimo, altri in cui non ha più voglia, poi riprende a saltar bene… è fatto così».
Però lo considera ancora come un cavallo importante.
«Sì, certo».
Nel secondo percorso della Coppa delle Nazioni di Roma quest’anno con lui c’è stato… un incidente, diciamo…
«Eh… Era una distanza un po’ lunga. Lui non ha tutto il sangue, non è un cavallo aggressivo come Chalou. Nel secondo giro è arrivato su quell’ostacolo un po’ lungo, era anche un po’ stanco… aveva faticato un po’ a uscire dalla doppia gabbia, non ha trovato una buona battuta ed è successo quel che è successo… ».
Cosa ha pensato in quel momento?
«Eh… beh, non fa piacere cadere durante una Coppa delle Nazioni e per di più in casa… a Roma, in Piazza di Siena».
Che poi le era già successo con Cocoshinsky, nel 2013.
«Sì, esatto, all’inizio del percorso… ».
Però quell’anno è accaduto nella prima manche, mentre quest’anno con Caspar aveva già fatto un favoloso netto nel primo giro…
«Sì, esatto. Mi ricordo che quella volta ho pensato che mi sarei dovuto rifare in Gran Premio… ».
Gran Premio finito al secondo posto a otto centesimi di secondo di distacco da Nick Skelton con Big Star: che gara… !
«Sì, davvero».
Ma quando c’è stata la caduta con Caspar quest’anno ha pensato che fosse tutto ormai compromesso?
«Il cavallo aveva saltato molto bene il primo giro, poi avevamo una squadra forte… Lì per lì ero molto arrabbiato, ma poi passa e si pensa più di tutto al prossimo compagno di squadra. Si spera in un suo miracolo… ».
E poi c’è stata questa meravigliosa vittoria: che sensazioni le ha dato vincere la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena?
«Per me è stata la prima volta. Vincere a Roma la Coppa, dico. Veramente un’emozione molto forte».
Coppa delle Nazioni: una gara particolare o alla fin fine una gara come le altre?
«Fare un Coppa con una squadra unita è sicuramente emozionante. È una gara diversa dalle altre. Quando il lavoro di squadra funziona è fantastico».
Infatti è quello che dicono anche tutti gli altri suoi compagni: c’è stato un forte senso di appartenenza e di unione.
«Sì. Certo».
Come giudica la sua stagione quest’anno?
«Abbastanza positiva. Ho Carlotta che vince molto nelle gare di velocità… ».
In effetti sembra impossibile che un concorso finisca senza almeno una sua vittoria, Carlotta o non Carlotta. Se non vince cosa succede: si sente male, le viene il nervoso, cosa… ?
«È molto importante vincere le gare ranking, perché se non hai qualcuno che ti aiuta a prendere parte ai concorsi di alto livello bisogna combattere tutte le settimane».
La sua situazione cavalli? A parte Chalou, Caspar e Carlotta.
«Ho tanti cavalli di sei anni, quattro o cinque molto buoni, ne ho una di otto anni che secondo me viene bene, poi ho il grigio Einstein da affiancare a Carlotta per le gare di velocità, ma per le gare di alto livello solo Caspar e Chalou».
Tornando al mondiale: il cinque stelle di Valence questo prossimo fine settimana, e poi?
«C’è anche Bruxelles ma non so se lo faccio. Poi c’è subito il Global a Roma, che farò con Caspar. Chalou dopo il secondo Valence sta tranquillo.
In vista di Tryon.
«Sì. Vedremo… ».