Bologna, lunedì 6 gennaio 2020 – Adesso c’è l’ufficialità, ma non ce n’era alcun bisogno dal momento che la situazione era molto chiara da qualche tempo, e ormai acclarata dopo il Gran Premio di Coppa del Mondo di Mechelen dello scorso 30 dicembre: grazie alle eccellenti prestazioni di Emanuele Gaudiano, l’Italia ha conquistato la qualifica individuale (un posto) per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Un esito felice che ripaga almeno in parte il dispiacere di non aver qualificato la squadra, cosa che l’Italia è riuscita a fare solo una volta dal 1996 a oggi (Atene 2004). Emanuele Gaudiano del resto non è nuovo a simili magnifiche imprese: nel 2015 è accaduta la stessa cosa per i Giochi di Rio de Janeiro 2016 ai quali poi ha partecipato lo stesso cavaliere azzurro. Sarà quindi lui il nostro cavaliere in gara anche a Tokyo? Ragionevolmente sì, ma tecnicamente non lo si può dire ancora con certezza. E anzi, a questo proposito è bene chiarire la dinamica del regolamento approntato dalla Fei circa i criteri di qualifica olimpica individuale, poiché sembra che vi sia una certa dose di incomprensione perfino nel mondo degli addetti ai lavori, molti dei quali si chiedono come mai non si dia come accertato fin da ora il fatto che Emanuele Gaudiano parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo.
Partiamo da un presupposto… storico. Quando la Fei ha stabilito il meccanismo di qualifica (è stato avviato in vista dei Giochi Olimpici di Atlanta 1996) di fatto ha limitato in modo consistente il numero delle squadre partecipanti alle Olimpiadi. Quindi ha detto: bene, ad alcune federazioni tra quelle che non sono riuscite a qualificare la squadra diamo comunque la possibilità di essere presenti a titolo individuale. Come facciamo? Istituiamo delle graduatorie divise per quanti sono i Gruppi Fei estraendole dalla computer list individuale e blocchiamole al 31 dicembre dell’anno che precede quello olimpico. Le nazioni che si qualificano con questo sistema sono quelle dei cavalieri che chiudono tali graduatorie al primo e secondo posto, ma massimo un posto per nazione (in sostanza, se in testa alla classifica ci sono due cavalieri della stessa nazione si va a prendere il primo seguente di nazionalità diversa). A questo punto – cioè una volta individuate le nazioni che hanno guadagnato la partecipazione individuale a seguito di tale criterio – saranno le singole federazioni a decidere quali saranno i cavalieri e i cavalli che le rappresenteranno effettivamente nell’arena olimpica. Domanda: perché non gli stessi che hanno dato la qualificazione al proprio Paese? Risposta: potranno certamente essere gli stessi, ma non necessariamente solo loro… Perché? Ovvio: perché tra il 31 dicembre e il momento in cui si dovranno inviare le iscrizioni nominative trascorre un tempo lunghissimo dal punto di vista sportivo/agonistico – circa sei mesi, più o meno – durante il quale può succedere di tutto al binomio che ha ottenuto la qualifica: un infortunio del cavallo, un infortunio del cavaliere, uno scadimento di forma, perfino la vendita di quello stesso cavallo… Se bloccassimo la partecipazione solo a quel binomio, e una tra queste malaugurate eventualità si manifestasse effettivamente, la federazione di quel cavaliere vedrebbe di fatto svanire nel nulla la possibilità di essere rappresentata ai Giochi: cioè si vanificherebbe proprio la fattispecie che invece noi Fei abbiamo voluto salvaguardare istituendo il meccanismo della qualifica della nazione per il tramite del singolo individuo. Quindi: la nazione si qualifica e poi la rispettiva federazione decide chi sarà il binomio che la rappresenta quando sarà il momento di inviare le iscrizioni nominative.
Questo è il meccanismo. Dunque, nel caso specifico l’Italia ha conquistato un posto individuale alle Olimpiadi di Tokyo grazie alle formidabili prestazioni di Emanuele Gaudiano, che ha chiuso al primo posto la graduatoria di qualificazione al 31 dicembre 2019. Adesso non vogliamo né possiamo entrare nel merito di decisioni che spettano alla Fise e al tecnico Duccio Bartalucci, però è abbastanza evidente che Emanuele Gaudiano/Chalou dovrebbe essere il nostro binomio in campo a Tokyo… Ma se (facciamo tutti gli scongiuri del caso) si presentassero degli impedimenti che rendano oggettivamente impossibile tale circostanza, ecco che il regolamento della Fei ci permetterebbe di utilizzare certamente un’alternativa. Ma qui entriamo – lo si ripete – su di un terreno che non è di nostra competenza. Tuttavia è fondamentale che questo meccanismo e questo insieme di principi siano ben chiari nella mente di chi osserva, discute, analizza e commenta: per poterlo fare con consapevolezza piena e completa della realtà dei fatti.
LA CLASSIFICA DI QUALIFICAZIONE OLIMPICA DEL GRUPPO B FEI
https://data.fei.org/Ranking/Search.aspx?rankingCode=S_OG_B