Bologna, giovedì 31 marzo 2022 – Eric Lamaze è un combattente. Lo è davvero e lo è sempre stato. Nella vita, prima ancora che in campo ostacoli. Il campione canadese ha dovuto affrontare momenti molto difficili nel corso della sua esistenza di persona e di atleta: come quando è stato sospeso dalla sua federazione per uso di sostanze stupefacenti nel 1996, situazione dalla quale lui è riuscito a tirarsi fuori con le sue sole energie e con una forza d’animo e di carattere ammirevole. Ha dovuto affrontare un evento sconvolgente come la morte del suo glorioso Hickstead sotto la sua sella al termine del percorso di Coppa del Mondo a Verona nel 2011: una tragedia che lo ha colpito nel profondo. Ma niente in confronto a quanto accaduto nel 2017, quando ha scoperto di avere un cancro al cervello. Una botta che avrebbe disintegrato chiunque, ma non lui, non Eric Lamaze: dopo un comprensibile lungo momento di chiusura in sé stesso, Eric ha deciso che la maniera migliore per combattere questo nemico subdolo e potente sarebbe stata la condivisione. Condivisione pubblica. Così nel maggio del 2018 ha rivelato la sua malattia parlandone senza alcuna reticenza in televisione, sui giornali, sui propri canali sociali. Il suo messaggio è stato chiaro e ammirevole: siamo tutti uniti in questo mondo che tanto amiamo, siamo tutti una grande famiglia, quindi vi racconto tutto. Eric ha così ripreso forza ed energie: si è sottoposto a tutte le cure e a tutti i trattamenti del caso, è tornato in sella, ha ripreso a vincere, ha perfino partecipato al Campionato del Mondo di Tryon nel 2018, ha esibito una determinazione fuori dal comune. Ha combattuto, appunto: da vero combattente.
All’inizio di quest’anno (febbraio) poi la federazione canadese lo ha insediato nel ruolo di capo équipe e selezionatore tecnico della squadra nazionale: non è difficile immaginare cosa abbia voluto dire per lui tale evento… Sembrava implicito in tale nuovo progetto il suo ritiro dallo sport attivo: ma lui non ne aveva parlato apertamente, forse preferendo attendere per vedere come si sarebbero organizzate le cose. Invece oggi è arrivata la sua comunicazione ufficiale sui suoi canali sociali: “Annunciare di ritirarmi dalle competizioni mi causa una grande quantità di diverse emozioni. Ho sempre combattuto duramente senza mai pensare che il cancro si sarebbe preso la parte migliore di me, ma adesso eccoci qui. Per quanto io sia triste, sono tuttavia enormemente grato che sia accaduto nel momento in cui sono nella posizione di poter guidare la squadra canadese di salto ostacoli verso grandi prospettive. L’energia e l’entusiasmo mi danno nuovi obiettivi e una maniera particolarmente significativa di continuare a contribuire con la mia conoscenza alla vita dello sport che amo. Continuerò anche a far crescere Torrey Pines Stable tra le migliori scuderie del mondo con due grandi amazzoni, Beth e Nina, che ne prenderanno la guida. Grazie a tutti coloro i quali hanno avuto un ruolo nella mia carriera, in particolare i miei proprietari per tutto il loro sostegno”.
Come si vede, un comunicato in pieno stile Lamaze: asciutto, diretto, trasparente, ma pieno di forza e di coraggio e di energia. Davvero: un esempio.