Bologna, 30 giugno 2017 – Sono grandi, forti, veloci e potenti. E noi li vediamo così: percorso, distanze, imboccatura, maniscalco, finimenti, van, viaggio, iscrizioni, gara, cronometro… Poi stanno male e a volte perfino muoiono perché nonostante la loro grandezza e la loro forza sono creature delicate: e allora noi li sentiamo come noi, sangue, muscoli, cuore, cervello, pelle, calore, sguardi. Noi come loro, loro come noi. I cavalli, certo. Così perfino il più famoso e più bravo cavallo del mondo quando sta male e quando muore non è più il più famoso e più bravo cavallo del mondo, bensì solo il nostro cavallo, lui come noi e noi come lui, con il nostro sangue e il nostro cuore e i nostri muscoli, noi.
“Non ci sono parole per descrivere i sentimenti che mi attraversano il cuore e la mente: oggi ho dovuto dare l’addio a un amico”, scrive Daniel Deusser sulla pagina Facebook di Stephex Stables. “Dal primo giorno in cui ti ho montato ho capito che saremmo stati destinati a qualcosa di grande, nonostante il nostro inizio sia stato un po’ titubante e… okay, ora lo ammetto, First Class, non eri proprio della più grande facilità anche se la grandezza del tuo cuore e il tuo spirito di combattente mi hanno subito impressionato. Dalla vittoria del nostro primo Gran Premio al nostro titolo come campioni di Germania fino a quella medaglia olimpica intorno al mio collo… non c’è alcun dubbio che io debba tutto questo a te. Tu sei stato il cavallo che si incontra una sola volta nella vita e per sempre rimarrai nel mio cuore. Riposa in pace amico mio – Daniel”.
First Class van Eeckelghem, castrone sauro belga (Bwp) nato nel 2005 da Balou du Rouet x Feinschnitt van de Richter, è morto a seguito di colica. Cavallo di proprietà della scuderia belga Stephex Stables di Stephan Conter e affidato al tedesco Daniel Deusser (il quale, come Lorenzo de Luca, è cavaliere Stephex), vincitore del campionato di Germania nel 2014, 9° individuale e bronzo a squadre alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, 3° nella Top-10 Rolex di Ginevra 2015. Questo per quanto riguarda l’aspetto sportivo della sua carriera. Per il resto… beh, era il cavallo di Daniel Deusser: sangue, muscoli, cervello, calore.