Bologna, domenica 14 aprile 2019 – «La dedico a mio padre, sì». Luca Marziani ieri non ha ‘solo’ vinto la medaglia d’oro di campione d’Italia: ha proprio vinto la prima medaglia della sua vita. Della sua vita intera. Una vita vissuta nello sport e con i cavalli, naturalmente, ma soprattutto una vita vissuta, in assoluto. Vissuta grazie all’uomo e alla donna che lo hanno messo al mondo: perché all’inizio di tutto ci sono sempre due genitori, come nel caso di tutti gli esseri umani del nostro pianeta. Solo che oggi dei due genitori di Luca uno non c’è più. Flaminio se n’è andato lo scorso 16 novembre. Inaspettatamente e incredibilmente. Un uomo che di Luca non sembrava il padre, bensì il fratello maggiore. E che viveva la carriera sportiva di Luca proprio con la complicità del fratello maggiore, più che del padre: senza essere mai fisicamente presente ai concorsi, ma senza perdersi altrettanto mai nulla che avesse a che fare con suo… figlio/fratello minore. Facebook da questo punto di vista era per Flaminio uno strumento magnifico: non appena si pubblicava qualsiasi cosa riguardante Luca e poi la si condivideva sulle pagine di FB (ma proprio qualsiasi cosa: anche se Luca non era il protagonista, anche se di Luca si parlava solo di sfuggita… ) il primo like e la prima condivisione erano quelli di Flaminio. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Sempre. Con regolarità metronomica. Un like e una condivisione che ripetuti regolarmente nella loro continuità trasmettevano altrettanto regolarmente il senso di orgoglio e il senso di gioia che Flaminio provava grazie alle imprese di suo figlio/fratello… Ma poi è successo, quel maledetto 16 novembre 2018. È successo insieme alla adorata Carla, compagna ancor prima che moglie: nella drammatica tragicità di un momento del genere, è tuttavia quasi bello pensare che loro due siano stati insieme anche in quella circostanza… uniti davvero per sempre. Ma la cosa stupefacente, sorprendente di certo, è una coincidenza molto particolare. Sottolineare la quale non deve apparire come… blasfemo o irriverente, anzi. E per la quale è necessaria una premessa. Luca Marziani è un cavaliere, vive facendo il cavaliere, dedica la sua vita ai cavalli, vive per lo sport insieme ai cavalli. Tokyo du Soleil per Luca Marziani è un cavallo particolare: sono insieme da quando Tokyo era poco più che un puledro, sono arrivati insieme nel punto più alto della carriera sportiva di Luca dopo una crescita avvenuta passo dopo passo e vissuta sempre insieme. Ecco, questa era la premessa. Ebbene, il 16 novembre 2018 è morto Flaminio, il papà di Luca: solo qualche giorno più tardi è morto anche Montender, il papà di Tokyo. Luca e Tokyo dunque sono uniti anche in questo, pur se – ovvio – non è assolutamente possibile mettere le due cose sullo stesso piano… certo. Però sembra quasi essere un segno. E quell’oggi in realtà ieri in cui Luca Marziani ha ottenuto il risultato formalmente più importante della sua carriera in sella al suo Tokyo non può che essere il giorno anche di Flaminio: il quale – potendo – avrebbe riempito Facebook dei suoi like e delle sue condivisioni traboccante di legittimo orgoglio e di comprensibilissima gioia. Quindi questa medaglia d’oro è sua: è di Flaminio. Per questo Luca lo dice: «La dedico a mio padre, sì».