Rotterdam, 25 giugno 2017 – Il problema per lui alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 è stato aver trovato sulla sua strada Nick Skelton e Big Star. Una coppia che ha cannibalizzato sia il risultato in campo ma – forse ancora di più – l’attenzione mediatica e degli addetti ai lavori a gara finita. Per ovvie ragioni che tutti sappiamo e sulle quali è inutile ritornare adesso. Ma se sul suo cammino non avesse incontrato questo fenomeno, il fenomeno sarebbe stato lui: Peder Fredricson, 45 anni, su All In. Uno spettacolo di equitazione favolosa. Si potrebbe quasi dire una sorpresa, se non fosse che in realtà Fredricson a Rio de Janeiro ci è arrivato con un bel curriculum personale, nel quale brillava (e brilla tuttora, ovviamente) il 4° posto individuale e l’argento a squadre alle Olimpiadi di Atene 2004. Ma il destino a volte gioca brutti scherzi: subito dopo le Olimpiadi brasiliane una brutta colica ha messo ko All In, rendendo necessario un intervento chirurgico e gettando più di un’ombra sul futuro agonistico del cavallo. Anzi, facendo addirittura temere per la sua stessa vita. Per fortuna poi tutto si è risolto per il meglio, ma la convalescenza e la ripresa della forma fisica hanno richiesto tempi molto lunghi, incrementati anche dalla saggia decisione di non voler affrettare per nulla al mondo il rientro in gara. Così il rientro è avvenuto proprio durante questo fine settimana a Rotterdam, nello Csio d’Olanda. Come è andata? Presto detto: vittoria in Coppa delle Nazioni, vittoria in Gran Premio… ! Proprio così. Due giorni or sono Fredricson e il suo campione (belga Sbs nato nel 2006 da Kashmir van Schuttershof) non hanno effettuato il primo percorso perché i tre compagni avevano già chiuso a zero, ma nel secondo sono stati decisivi per la vittoria della Svezia con un magnifico percorso netto. Oggi il loro capolavoro: ancora un percorso netto nel base, e poi un barrage ai fuochi d’artificio a cui non hanno saputo tener testa sette avversari, nonostante l’irlandese Cian O’Connor su Good Luck e l’olandese Marc Houtzager su Calimero ci siano andati molto vicino. Peder Fredricson e All In: un bellissimo binomio, una bellissima storia.
Gli azzurri. Un po’ di rammarico per Lorenzo de Luca e Piergiorgio Bucci, entrambi vittime di un errore in base. Lorenzo de Luca doveva montare con energia sui due tempi compresi tra i due larghi di ingresso e centrale della doppia gabbia, e poi sul verticale di uscita a un tempo Ensor de Litrange ha commesso un errore di posteriore. In ogni caso solito percorso bellissimo. Piergiorgio Bucci montava Driandria risparmiando Casallo Z (c’è Aquisgrana in vista!) e dando così alla baia un altro momento di ottima esperienza: è venuto un errore quando sembrava che lo zero fosse quasi a portata di mano… Emanuele Gaudiano su Caspar chiudeva con due errori, così come Luca Marziani e Tokyo du Soleil (lui con anche un punto sul tempo). Gianni Govoni su Queen 2000 Z iniziava bene il percorso ma salto dopo salto sono aumentate le difficoltà nella gestione del controllo e dell’equilibrio: i tre errori sono arrivati nella seconda parte del percorso; del resto è un binomio ancora in fase di rodaggio: il cavaliere è un fenomeno, la cavalla è di qualità, si tratta solo di avere un po’ di pazienza.
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO DI ROTTERDAM
http://www.longinestiming.com/#!/equestrian/2017/1322/html/en/longinestiming/resultlist_S11.html